Eni interviene sull’infortunio sul lavoro del quale è rimasto vittima nel Centro Olio di Viggiano un dipendente della Termomeccanica. E lo fa con una lettera inviata al Prefetto di Potenza e, per conoscenza all’Assessorato regionale al Lavoro e alle Politiche sociali, a Cgil, Cisl Uil. (leggi)
Ecco la missiva della multinazionale:
“ll.mo Sig. Prefetto, da sempre – scrive il responsabile del Distretto Meridionale della multinazionale, Eugenio Lopomo – in Eni ci impegniamo a diffondere e rafforzare la cultura della sicurezza di tutte le persone che operano nei nostri siti, attivando tutte le azioni necessarie a far sì che non si verifichino incidenti nel corso delle attività lavorative, dedicando cospicui investimenti al settore della prevenzione e innumerevoli eventi formativi e informativi rivolti sia a dipendenti che a contrattisti. Riteniamo che ogni incidente, anche il più lieve, sia un evento grave che va assolutamente evitato.
Con la presente, però, ci troviamo ad esprimere stupore per le espressioni utilizzate dalle OO.SS. metalmeccaniche aderenti a Cgil, Cisl e Uil in merito a un infortunio sul lavoro verificatosi presso un’area pozzo e non al Centro Olio Val D’Agri (COVA).
Come in ogni caso di infortunio, dispiace apprendere quanto accaduto al lavoratore della Termomeccanica e al riguardo sono in corso tutti i necessari approfondimenti per verificare la dinamica dell’incidente e le eventuali responsabilità.
Può, tuttavia, fin da subito precisarsi che nel caso specifico ci risulta che il lavoratore non abbia riportato quelle “gravi conseguenze” strumentalmente dichiarate dalle OO.SS.
Anche alla luce di questo, riteniamo quantomeno inopportuno l’accostamento tra l’evento di cui sopra e la tragica morte della giovane operaia di Prato citata nel testo del comunicato con meri intenti di degradante sensazionalismo.
Ci preme, inoltre, segnalare che la società contrattista in questione, in questo periodo di fermata generale dell’impianto COVA, non applica una turnazione sulle 12 ore.
Si sottolinea, peraltro, che la turnazione a 12 ore, laddove avviene, risulta in linea con la legislazione vigente in materia ed è applicata, in questo periodo, limitatamente alla fermata del COVA, anche per necessità di gestire i flussi di presenza nel rispetto delle misure di sicurezza dell’attuale contesto pandemico; in ogni caso, tale ipotesi di turnazione non è stata imposta ad alcuna società contrattista che, nella loro piena autonomia, organizzano le attività lavorative sulla base delle proprie esigenze tecnico- organizzative e nel rispetto dei CCNL di riferimento; inoltre, per quanto riguarda i dipendenti Eni, tale turnazione è stata condivisa attraverso la sottoscrizione di un accordo sindacale con le OO.SS. di categoria.
Eni rigetta, quindi, con forza, qualsiasi illazione circa il mancato rispetto delle norme e delle procedure in materia di sicurezza dei lavoratori e si riserva ogni azione di tutela nelle sedi opportune.
Nel 2020 l’indice di frequenza infortuni totali registrabili della forza lavoro (il TRIR, acronimo per Total Recordable Incident Rate) del Distretto Meridionale (DIME) di Eni è stato pari allo 0,62 a fronte di un dato dell’industria in Italia nel 2019 di 14,72. Al DIME – precisa Lopomo – si registra meno di un infortunio ogni milione di ore lavorate. Un contesto che conforta la direzione della politica aziendale, in tema di salute e sicurezza sul lavoro, ma che non rappresenta ancora il punto d’arrivo dell’impegno cui tende il management del Centro Olio Val d’Agri, il cui obiettivo resta “zero infortuni”.
Tanto sopra premesso ci teniamo a confermarLe, come sempre, la nostra piena disponibilità ad un eventuale tavolo che la S.V. dovesse ritenere di convocare per chiarire le posizioni delle parti“.