Ci sono tante bellezze che il FAI cerca di recuperare e preservare dai danni dell’incuria e dalla polvere. Quella polvere che sedimentando crea uno strato duro che nasconde tante cose fino alla dimenticanza; cose di cui, invece, occorre andare fieri.
A Gorgoglione, in Provincia di Matera, un gruppo di giovani animati di buona volontà e guidati dalla forza e dall’amore per la storia oltreché dalla competenza di Antonella Grieco, assessore alla cultura, ha deciso di ostentare il “cuore”. Il luogo del cuore, creando il cammino per i luoghi di confino.
Il gruppo di giovani viene guidato da Antonella a spolverare i fascicoli dell’archivio storico del Comune, visto non più come un luogo di deposito, come la mansarda o luogo infimo del fabbricato, dove si depositano oggetti, libri ed altro non ritenuto più utile alla quotidianità. Aprono buste, leggono verbali, annotano dati e sciorinano schede e rapporti ed ordinanze Prefettizie, scoprendo che Gorgoglione era tra le mete scelte dalla Polizia Fascista per relegare gente poco ”raccomandabile”, gente da isolare, in luoghi isolati, appunto; come se altrove, in questo altrove, i reati o le avversità generate dai “figuri” non rispondenti ai canoni della Romanità fascista, avessero un peso diverso. Dunque, non solo Aliano con Carlo Levi, ma anche questi luoghi sconosciuti ai Lucani stessi, erano destinati al “soggiorno” di soggetti incappati in atteggiamenti antifascisti o semplicemente non rispondenti ai canoni o agli stereotipi di un regime bacchettone e machista.
E così, Antonella scopre un brillante lavoro storico sui confinati, a cura del Professore Cristoforo Magistro e, forte della sua ampia veduta del mondo, capisce che occorre mostrarsi come luogo dai valori immensi; valori non solo costituiti da lande amene e silenziose ma da sentimenti del cuore che meritano di essere valorizzati e mantenuti nel loro spessore d’umanità.
I confinati a Gorgoglione non solo furono accolti con umanità ma si integrarono al punto da svolgere la vita al pari dei cittadini indigeni, scoprendo una capacità d’accoglienza fuori dal comune. Ecco, dunque, la spiegazione al Centro d’Accoglienza per immigrati e all’unione forte che lega i gorgoglionesi rendendoli una comunità forte e laboriosa.
Gorgoglione, dicevo, per le giornate del FAI d’autunno, Sabato 16 ottobre scorso, ha esposto il bene storico più solido che una comunità può avere: il cuore unito all’alto senso dell’accoglienza e dell’ospitalità. Una mattinata svoltasi con una passeggiata, accompagnati dal Sindaco, Carmine Nigro, tra i vicoli di un Borgo che nulla ha da invidiare ai tanti dotati di stendardi della bellezza come dell’accoglienza o di attrattori per temerari del trekking estremo o dalle emozioni forti. Il pomeriggio si è tenuto un convegno con il brillantissimo Professore Cristoforo Magistro, che ha spiegato e svelato tutto il mondo dei confinati non conosciuti come Carlo Levi ed altri diventati famosi con la narrativa neorealista. Frutto di un lavoro di ricerca edito da Ombre Corte dal titolo, Adelmo e gli altri. Tutti, dagli omosessuali, agli zingari come le prostitute, hanno trovato un’accoglienza degna di un popolo umile ma umano, tanto da dare valore alla vita con la dignità che ognuno ha diritto nel viverla. Ne è nata una discussione gradevole ed interessante con i presenti in sala, al punto da rinverdire anche l’opinione sul ventennio fascista. La platea ha potuto capire che anche nella gestione dei confinati esistevano fenomeni di corruzione tra gerarchi e galoppini fascisti. Un mondo che nel deliro di costruire una “razza” forte e solida, dimenticava di migliorare le condizioni di luoghi talmente isolati che li rendevano idonei al folle modus operandi della Polizia Fascista. Simbolo di questa iniziativa è Ernesto il bancario, un cittadino del Piemonte ma Italoargentino, accusato di pederastia che venne ospitato con la dignità che si concede a tutti gli esseri umani.
Parliamo di luoghi attraversati da altri illustri politici, che nel ventennio nero vennero dimenticati e lasciati al loro destino, invece di essere tenuti in forte considerazione per poterli avvicinare alle condizioni di un Paese che da poco più di qualche decennio si definiva Nazione. Zanardelli, nel settembre 1902, attraversò questi luoghi e lasciò il segno al punto che i Gorgoglionesi vollero, ad imperitura memoria, ricordare il viaggio con questa Epigrafe: A Giuseppe Zanardelli, l’uomo insigne che promise e mantenne. E non c’è scritto che narra del viaggio in Basilicata di Giuseppe Zanardelli che non riporti l’incontro con un vecchio di Gorgoglione che alla richiesta del Presidente di quali fossero i bisogni di quelle popolazioni, rispose: << Eccellenza, sono tanti, ma ciò che importa è che anche voi preghiate Iddio per noi>>. E di seguito, dallo studio di Sanjust, ne scaturì la costruzione di una strada che ancora oggi costituisce l’unico accesso alla ridente cittadina Materana. Una platea attenta ed interessata al dibattito, tanto da richiedere l’intervento della moderatrice per ricordare che la piazza era pronta per accogliere tutti con manicaretti e leccornie tipiche delle feste paesane e con lo spettacolo teatrale dell’attore e regista, Antonio Sigillino supportato da proiezioni video mapping a cura di Giuseppe Donadei.
Non palazzi di potere, né luoghi di storie régie o di notabilato ma sentimenti che meritano la protezione del FAI, questa è stata la giornata dedicata da Gorgoglione alle cose di valore da preservare.
Gianfranco Massaro – Agos