“Oggi come ieri la Total e gli amministratori locali si sono stretti sempre più in un abbraccio mortale per il futuro del territorio e degli abitanti lucani. I fatti accaduti alla selezione per operatore di produzione a Tempa Rossa sono di una gravità ingiustificabile”. È quanto denuncia in una nota il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa. “Il grido di dolore si leva dalle voci di ragazzi che illusi dalle dichiarazioni di trasparenza e meritocrazia – continua Summa – hanno partecipato credendo in una fase diversa, e perché no, anche nuova. Ma oltre al danno (ambientale) hanno dovuto subire anche la beffa (la presa in giro) degli amministratori Total che dichiaravano tronfi che sulle nuove assunzioni avrebbero guardato oltre i cerchi magici.
La realtà, però – denuncia ancora il segretario regionale – pare andare in direzione opposta alle dichiarazioni: amici di amministratori locali, gente strutturata nei partiti, parenti o vicini ai potentati territoriali, candidati comunali vari sembrerebbero avere avuto una dritta sulle risposte ai test. Addirittura ad avvantaggiarsi anche persone che possiedono già un posto di lavoro.
A ben vedere gli attuali amministratori si servono delle stesse metodologie dei precedenti amministratori. Tutti nella stessa direzione, dentro un patto di gestione del potere avvallato dai vertici regionale di chi ha la responsabilità a tutelare la salute pubblica e la trasparenza.
L’operatore addetto agli impianti di produzione per cui era stata indetta la selezione – aggiunge Summa – è una figura delicata e con forti responsabilità e dovrebbe possedere adeguate competenze di base, eppure i requisiti invece di essere stringenti, per garantire la presenza di profili qualificati, erano ampi e per niente selettivi. Per partecipare bastava, infatti, una qualsiasi laurea magistrale/triennale. Come per dire che un laureato in discipline umanistiche può assolvere al ruolo di addetto agli impianti di produzione con competenza già acquisita. Eppure nelle mani di questi vi è la salute dei cittadini e la sicurezza di un intero territorio.
Siamo di fronte a fatti gravissimi di spregiudicatezza politica e industriale che aumentano con il passare del tempo. Quello che non cambia è il modus operandi delle compagnie petrolifere che costruiscono sacche di consenso nei territori, regalando perline e specchietti come nelle migliore tradizione dei conquistadores, per avere mani libere nella gestione delle attività estrattive ed edulcorare ogni forma di controllo ambientale. Altro che compensazioni ambientali nella direzione della transizione energetica e nella sicurezza dell’attuali attività estrattive. Altro che trasparenza e meritocrazia. Oggi – conclude Summa . si è consumato un altro atto di una tragedia che sta assumendo anche i connotati della tragicommedia e gli attori locali, anziché pretendere un ruolo da protagonisti per il bene e nell’interesse comune, si accontentano del ruolo di comprimari di servi sciocchi mettendo a serio rischio tutta la comunità e l’intero territorio”.