A partire dal primo dicembre, 15 milioni di quarantenni e cinquantenni saranno chiamati a fare la terza dose. Il ministro alla Salute Roberto Speranza ha deciso di dare un’accelerata alla nuova fase della campagna, quella incentrata sul booster, e lo ha fatto sapere ieri pomeriggio durante un question time alla Camera.
I contagi salgono e ieri sono stati 7.891, cioè un numero che non si raggiungeva dal 13 maggio, così Speranza reagisce stringendo sulla prevenzione. Ha anche proposto alla Cabina di regia del governo di introdurre, con una legge, l’obbligo di terza dose per gli operatori della sanità e delle Rsa, ai quali per lavorare sono già imposte le prime due somministrazioni. Queste categorie non stanno rispondendo come si sperava alla chiamata per la terza dose, visto che per ora solo il 50% avrebbe ricevuto la nuova iniezione.
Non solo, Speranza ipotizza anche una modifica della validità del Green Pass nel caso si presentassero nuove evidenze scientifiche che provino il calo della copertura data dal primo ciclo vaccinale. Oggi dura 12 mesi ma prima erano 9. “L’estensione del Green Pass fino a 12 mesi potrà essere rivista in futuro se emergeranno nuovi dati o studi — ha detto — Ogni settimana l’Istituto superiore di sanità presenta un rapporto sull’efficacia dei vaccini e i dati consentono di aggiornare le indicazioni. Da settembre sono stati osservati i primi segnali di perdita di efficacia per cui è raccomandata una dose aggiuntiva per alcune categorie”. Il ministro è preoccupato dalla ripresa dei casi e anche dalla situazione internazionale, con molti Paesi in condizioni peggiori dell’Italia perché hanno coperture inferiori. Per questo da giorni sta insistendo sull’importanza della vaccinazione, ma anche del Green Pass e delle misure di precauzione, a partire dall’utilizzo delle mascherine nelle situazioni a rischio.
Fino alla settimana scorsa, anche i tecnici ritenevano che dopo gli over 60, i lavoratori della sanità, i fragili e gli immunodepressi il richiamo sarebbe toccato ai cinquantenni. Speranza ieri ha detto, per molti a sorpresa, che saranno coinvolti anche i quarantenni. La possibilità di fare il richiamo scatterà quando saranno passati sei mesi dalla seconda somministrazione e per tutti verranno usati i vaccini a Rna messaggero, cioè Moderna o Pfizer.
Gli 8 milioni di cinquantenni e i 7 milioni di quarantenni si aggiungeranno ai circa 20 milioni di cittadini per i quali la terza dose è già prevista. Non per tutti è però arrivato il momento di farla. Sono infatti circa 6 milioni coloro per i quali sono trascorsi i sei mesi (28 giorni nel caso degli immunodepressi). Di queste persone, il 40% ha già sfruttato la possibilità di accrescere la copertura. Anche se si procede alla velocità di oltre 100 mila somministrazioni al giorno l’adesione finora non è stata massiccia. Soprattutto, come spesso accade in Italia, ci sono forti differenze tra le Regioni. In alcune realtà le richieste del booster non mancano, altre sono ferme al palo, cioè hanno visto meno di un terzo degli aventi diritto presentarsi nei centri vaccinali.
Ad andare peggio di tutti è la Valle d’Aosta (16,9%), seguita dalla Basilicata (17%). La Calabria è poco sopra il 18 e la peggiore delle grandi Regioni è la Puglia, dove sono stati fatti il 24% di richiami. La Sicilia è al 30%. Sono dati molto distanti da quelli di chi va meglio. Il piccolo Molise ha superato l’80% e il Piemonte è al 65%.