“Gli effetti dello sversamento del Centro Oli Val d’Agri sono ancora evidenti con i terreni adiacenti impregnati di petrolio, quel petrolio fuoriuscito nel 2017. Da questo non si può procedere alla bonifica delle acque sottostanti fino a quando l’area non sarà messa completamente in sicurezza da Eni“.
Lo dice la Regione sulla base dei pareri di ARPAB e ISPRA. All’Eni è stato chiesto di presentare entro 30 giorni un nuovo progetto di messa in sicurezza operativa in cui con precisione vanno inserite tutte le azioni da intraprendere per ripulire definitivamente il suolo dal petrolio. Solo successivamente l’azienda potrà presentare una nuova analisi dei rischi sanitari e ambientali propedeutica alla definitiva approvazione del piano di bonifica dell’area.
“Non è possibile fare la bonifica perchè fare la bonifica significa depurare le acque, però se da una parte depuri le acque e dall’altro lato le acque continuano ad essere inquinate dal petrolio che esce dal terreno evidentemente risulterebbe un’azione inutile” è il commento dell’Assessore all’ambiente Gianni Rosa al microfono della TGR Basilicata.
Il 2 novembre scorso l’ufficio prevenzione e controllo ambientale della Regione ha presentato un documento che attesta la presenza nell’aria di sorgenti primarie di contaminazione ancora attive. Una formula tecnica che aveva fatto pensare a nuove fonti di contaminazione o a fuoriuscite in atto ma che invece – spiega la regione – indica il fatto che nei terreni è ancora presente il 15% del petrolio sversato nel 2017. Un quantitativo non ancora recuperato da Eni attraverso le azioni di messa in sicurezza di emergenza attuate dopo l’incidente ai serbatoi.
“Abbiamo chiesto ad Eni il nuovo piano di messa in sicurezza, loro dovranno fare queste attività perchè il petrolio è ancora presente nel sottosuolo e questo non ci soddisfa“, conclude l’Assessore Rosa.
Per gli sversamenti dei serbatoi dell’impianto COVA di Viggiano è a processo con l’accusa di disastro ambientale Enrico Trovato, Responsabile Eni all’epoca dei fatti, e sono all’udienza preliminare Ruggero Gheller e Andrea Palma, Direttori dell’impianto prima di Trovato.