Lavoro

Morte operaia a Melfi: è l’ora del dolore e anche di reagire

Un’altra vita spezzata dall’incuria e dall’indifferenza di chi può e non fa nulla, nonostante le segnalazioni dei sindacati , tra i quali la Uilm, avevano documentato il pericolo per l’incolumità dei lavoratori. Lo sostiene una nota della Uil Basilicata, a firma del segretario regionale Vincenzo Tortorelli, ribadendo che insieme a Cgil e Cisl è stata chiesta al Prefetto di Potenza la convocazione urgente del Tavolo sicurezza.

La UIL, il sindacato, si è fatto portavoce di una lotta alle morti sul lavoro con tutti gli strumenti disponibili. Dopo la morte della giovane operaia di 36 anni investita nell’area industriale di Melfi si accrescono la nostra denuncia e il nostro impegno:  chi va a lavoro deve avere sempre la certezza di poter tornare a casa dalle proprie famiglie.

Ma, ancora una volta, questo non è accaduto ed è una sconfitta per tutti. Nell’esprimere il nostro cordoglio e la nostra vicinanza alla famiglia e ai colleghi della giovane operaia, confidiamo che le forze dell’ordine chiariscano al più presto le dinamiche dell’accaduto e ci aspettiamo che politica e istituzioni non si limitino a esternazioni di solidarietà ma che convochino urgentemente tavoli sul tema per mettere in campo azioni concrete volte a mettere fine ad una strage, il più delle volte annunciata.

Anche la Uiltrasporti, con una nota del segretario regionale Antonio Cefola, si associa a quanto dichiarato e denunciato dalla Uilm e dalla Uil. Non si può perdere la vita per inadempienze degli Enti preposti alla gestione e alla sicurezza di una area industriale ad altissima intensità di presenza di lavoratori nelle fasce dei cambi turni. Come Uiltrasporti, così come la Uilm, abbiamo più volte posto preoccupazioni circa la pericolosità  di quell’area per la scarsa illuminazione, mancanza di apposita segnaletica e disattenta gestione dell’elevato traffico automobilistico proprio nei momenti di uscita e entrata nelle aziende.

Ci uniamo al dolore della famiglia della giovane lavoratrice e auspichiamo che gli organi preposti facciano luce sull’accaduto e individuano le responsabilità e paghi chi ha veramente sbagliato.

“La sicurezza è un’emergenza straordinaria che deve essere affrontata con mezzi straordinari. Chi ha responsabilità istituzionali se le assuma fino in fondo”. Sono parole nette quelle del segretario generale della Cisl Basilicata, Vincenzo Cavallo, all’indomani della tragedia che si è consumata a San Nicola di Melfi. “A monte di molte tragedie c’è una lunga catena di inadempienze e sottovalutazioni anche da parte delle istituzioni. Il caso di San Nicola di Melfi è emblematico: le avvisaglie della tragedia imminente erano evidenti e chi doveva risolvere il problema non lo ha fatto, nonostante le reiterate segnalazioni dei sindacati. Sono anni che denunciamo le scarse condizioni di sicurezza della viabilità che circonda le aziende dell’area industriale di San Nicola e lo stato fatiscente di molte aree industriali. Dalla Regione vorremmo meno necrologi del giorno dopo e scelte chiare sulla governance delle aree industriali che resta ancora un cantiere aperto”. A tal proposito, la Fim Cisl ha annunciato che domani a Matera approverà una mozione speciale sulla sicurezza durante i lavori dell’11° congresso regionale. Tale mozione farà da base per analoghe iniziative negli altri congressi regionali della Fim.
Intanto, la Cisl da Piazza Santi Apostoli – dove ieri si è tenuta la manifestazione nazionale sulla legge di bilancio – ha rilanciato la proposta della cosiddetta patente a punti: un meccanismo di bonus-malus che premia le aziende che applicano correttamente le norme e i contratti e punisce quelle scorrette. “I numeri ufficiali sugli infortuni – mette in guardia Cavallo – sono ampiamente sottovalutati perché non tengono conto del sommerso e perché molto spesso dove non esiste una presenza sindacale gli incidenti non vengono neanche denunciati. L’inasprimento delle norme varato dal governo è un passo in avanti ma non basta poiché anche la migliore legge rischia di risultare inerme davanti alla mancanza di risorse e mezzi per la sua attuazione. Servono strumenti nuovi come la patente a punto, più ispettori, più medici, più presidi territoriali. Sulla sicurezza bisogna tornare ad investire dopo anni di tagli agli organici che oggi sono la concausa di tante tragedie. Anche le imprese devono comprendere che la sicurezza non è un costo ma un investimento che incide sulla loro reputazione. La patente a punti proposta dalla Cisl è un meccanismo trasparente che va proprio in questa direzione: premia chi fa bene, punisce chi fa male. Dobbiamo lavorare tutti insieme affinché la ripresa economica in atto sia ordinata e rispettosa della salute e della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori che quotidianamente contribuiscono al benessere del paese”.

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