“Ci sarà meno territorio sottoposto ad estrazioni petrolifere”. Eni e Shell hanno presentato un programma dei lavori al Ministero della Transizione Ecologica per la proroga delle concessioni in Val d’Agri scaduta nel 2019, proroga in attesa di convalida, per la cui conferma è stata decisiva l’intesa approvata con la Regione Basilicata ad aprile 2021.
La concessione durerà 10 anni e prevede sia attività di ricerca tramite la perforazione di nuovi pozzi già stabiliti nella vecchia concessione, sia attività di sviluppo tramite la prosecuzione dei pozzi esistenti. Il programma non prevede ulteriori pozzi da realizzare, ad oggi sono 24 i pozzi produttivi e 42 i pozzi realizzati da inizio concessione.
L’Eni ha inoltre chiesto di rinunciare a parte del territorio concesso per le attività, si passa da una superficie iniziale di 660km/quadrati a 526 km/quadrati. Questo a seguito della rivalutazione del potenziale minerario, alla luce dei nuovi dati disponibili tenendo conto anche degli aspetti legati alle tematiche ambientali e di sostenibilità.
La Regione, nel settembre scorso, nel piano di transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiTESAI) aveva chiesto al Governo di classificare il resto del territorio lucano come non idoneo per le attività di ricerca di idrocarburi. Questo a fronte del fatto che con le concessioni, Val d’Agri e Gorgoglione, la Basilicata già contribuisce al 10% del fabbisogno petrolifero nazionale.