La proposta di legge inerente il Piano strategico regionale è stata approvata in tarda serata, a maggioranza (con 11 voti favorevoli quelli di Fdi, Lega e FI, Bp e 6 astensioni quelle di M5s, Pd e Iv) dal Consiglio regionale della Basilicata.
La filosofia del Piano, strutturato in azioni, con un respiro decennale, è quella di assicurare lo sviluppo economico e sociale della comunità lucana, e tutelare e valorizzare le risorse naturali e paesaggistiche, storiche e culturali del territorio. Traguardo da raggiungere con un duplice impegno: mettere insieme, in maniera armonica, le azioni innovative promosse dall’Europa e quelle sollecitate dalle necessità di risanamento delle patologie a più alto rischio di irreversibilità e superare gli ostacoli storici allo sviluppo. Tra quelli individuati al primo posto il declino demografico e la questione occupazionale, a seguire i deficit infrastrutturali, la questione imprenditoriale, le criticità ambientali, gli squilibri sociali (povertà ed esclusione) fino ad arrivare ai deficit strutturali della Pubblica Amministrazione. Il contesto in cui si ritroverà ad operare il Piano strategico regionale – viene evidenziato nel documento – è quello in cui l’economia e la società sono obbligate a ripensare il futuro, tenendo conto dei dati della nuova realtà post Covid 19 e dei nuovi orientamenti delle politiche europee e nazionali.
“Un disegno organico – è così che il presidente della Regione, Vito Bardi, definisce il Psr – che guarda con particolare attenzione alle nuove generazioni e che intende farsi carico delle loro aspirazioni e del loro futuro. Uno strumento con cui contrastare il declino demografico e l’impoverimento sociale che colpisce tante nostre comunità locali e che intende restituire, in tempi rapidi, vivibilità e speranza ai lucani di oggi e di domani. Questo Piano strategico regionale fa appello ai soggetti economici e sociali, individuandoli come principale motore dello sviluppo, chiedendo alla pubblica amministrazione un cambiamento culturale in termini di innovazione, digitalizzazione, efficienza ed efficacia”.
Con il documento vengono delineati gli obiettivi prioritari da raggiungere per la tenuta socio-economica regionale che sono individuati nella creazione di nuovi posti di lavoro (riportare il tasso di occupazione regionale a livello di quello nazionale passando dal 50% al 58% con un incremento dei posti di lavoro di circa 30-35 mila unità), nello sviluppo di attività di produzione di beni e servizi “vendibili” che concorrono alla formazione del Pil (con un incremento di almeno mezzo punto percentuale in più rispetto a quello medio programmato dal PNRR – 2,7% in Basilicata contro l’1,8% nazionale -, in modo tale da ridurre progressivamente i divari nelle strutture di produzione di beni e servizi e la dipendenza della Basilicata dai trasferimenti netti di beni e servizi dal resto d’Italia), nel rafforzamento del ruolo dei soggetti e delle istituzioni che operano in Basilicata e nello sviluppo di tutte le possibili economie di relazione.
Il Piano strategico fa sua la visione di futuro già delineata con il programma politico-programmatico del Governo regionale presentato ad inizio legislatura riassunta in sei punti: recuperare la centralità geo–economica e relazionale nel Mezzogiorno; fare perno sull’evento Matera 2019 al fine di spalmare sull’intero territorio regionale i vantaggi della reputazione che Matera ha acquisito sui mercati nazionali ed internazionali; valorizzare le risorse naturali e storico-culturali dei paesaggi, difendendoli dalle aggressioni, a partire dall’eolico selvaggio; armonizzare gli interessi dell’intero territorio regionale con gli interessi nazionali nel campo dell’estrazione petrolifera; migliorare il ruolo e le funzioni della P.A. e dei governi locali; mobilitare tutti i soggetti portatori di interessi a contribuire al successo del Piano strategico. Per attuare il cambiamento proposto classificate delle priorità: il restyling dell’intero territorio regionale, la diffusione delle innovazioni di tipo tecnologico ed organizzative per aumentare la competitività per la produzione di beni e servizi, il rilancio dell’agricoltura e delle filiere agroalimentari, assecondando le vocazioni dei singoli ambiti territoriali. E ancora, la difesa del suolo e del paesaggio, il ripristino della centralità nella valorizzazione e gestione delle risorse idriche e il riequilibrio degli interessi regionali e degli interessi nazionali nelle attività estrattive e la messa a punto di un piano di medio e lungo termine per prevenire gli effetti negativi dei fenomeni di esaurimento delle attività estrattive.
“I contenuti ‘progettuali’ delle diverse azioni – si evidenzia nel documento – prenderanno forma in progressione in piani settoriali e progetti integrati, nei quali aggregare tutte le loro componenti target da raggiungere, contenuti finali, postazione di riferimento del PNRR, insieme dei progetti, comprese le azioni trasversali, procedure da seguire, proposte di riforma di competenza regionale, importi finanziari, soggetti attuatori, crono programmi. Tra queste la tutela della salute che mira a riadeguare il sistema sanitario mediante l’elaborazione di un nuovo Piano sanitario, le politiche per l’occupazione giovanile che riguardano gli interventi tesi a creare le condizioni affinché i giovani scelgano di vivere in Basilicata e, mediante il lavoro, di contribuire a contrastare il declino demografico e le politiche per l’occupazione femminile attraverso il potenziamento del welfare e il sostegno all’imprenditorialità. E, poi, le azioni finalizzate a garantire la coesione territoriale e l’unità istituzionale della Basilicata attraverso la riqualificazione e il rafforzamento dei presidi urbani, il riassetto delle reti infrastrutturali di connessione interna al territorio e verso l’esterno con la ricucitura tra le due città di Potenza e Matera, la riqualificazione delle aree di localizzazione degli insediamenti produttivi, la razionalizzazione del trasporto pubblico regionale e il Progetto aree interne. Il Psr riserva grande attenzione alle azioni di valorizzazione di risorse endogene, ritenendole capaci di “segnare il cambiamento del modello di sviluppo regionale: da modello nel quale sono necessari i trasferimenti ‘netti’ di risorse esterne per soddisfare la domanda regionale a modello in grado, invece, di produrre beni e servizi nella misura tale da soddisfare la domanda interna e da esportare tanto quanto importa”. La tutela e la valorizzazione delle risorse territoriali endogene comprende le risorse paesaggistiche e ambientali, le risorse energetiche e quelle idriche (invasi, adduzione, distribuzione e gestione). Ruolo centrale viene assegnato anche al tema della rigenerazione della Pubblica Amministrazione regionale, definita “condizione abilitante affinché i nuovi programmi europei (PNNR, in particolare) siano finanziati ed attuati e strumento strategico per garantire il successo dei progetti integrati prioritari, adottati dal piano”.
Rispetto alla Governance, intesa come sistema di strutture, regole, procedure, modelli organizzativi che attua gli obiettivi delle politiche economiche e della programmazione, previste quattro azioni per rispondere alle sfide della nuova programmazione europea: il riordino dei governi locali; l’organizzazione delle strutture regionali di raccordo con la governance nazionale del PNNR, del QFP (Quadro Finanziario Pluriennale) 21-27 e FSC (Fondo per lo sviluppo e la coesione); riadeguamento del ruolo e delle funzioni della “Basilicata group” alla nuova programmazione regionale, nazionale ed europea; razionalizzazione delle strutture di monitoraggio e controllo interno.
L’Assemblea ha approvato alcuni emendamenti presentati dai consiglieri del M5s, e Pd. Gli emendamenti dei consiglieri Leggieri, Carlucci e Perrino riguardano la tutela delle risorse forestali con il rafforzamento della prevenzione degli incendi anche attraverso l’impiego di nuove tecnologie; il recupero e la riqualificazione dei patrimoni trascurati e/o abbandonati nelle aree rurali e la previsione di una zona economica speciale per la cultura. L’emendamento di Cifarelli e Pittella, sottoscritto anche da Aliandro (Lega) e Coviello e Quarto (Fdi), Acito, Piro, Bellettieri (Fi), Braia (Iv) punta a riconoscere il ruolo strategico della Università degli studi di Basilicata nella crescita culturale, economica e sociale del territorio lucano ed individua l’Ateneo come uno degli attori principali nella definizione e nella realizzazione della strategia di sviluppo regionale con riferimento alle sue funzioni nell’alta formazione, nella ricerca e nella diffusione della cultura. I consiglieri di Italia Viva Braia e Polese hanno presentato un pacchetto di proposte che, ha riferito, il presidente Bardi saranno oggetto di una valutazione tecnico-politica nei prossimi giorni.
Approvati anche tre ordini del giorno rispettivamente di Braia e Polese sull’avviamento del Centro sperimentale di cinematografia e dell’Istituto superiore delle industrie artistiche, di Coviello sottoscritto anche da Polese, Aliandro e Sileo sulla tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale, storico e architettonico e quello di Perrino, Leggieri e Carlucci, sottoscritto anche da Polese, riguardante il Porto di Castrocucco, la proposta progettuale centro polifunzionale, quella terminal bus Maratea e la riqualificazione ex Pamafi.
Per quanto concerne il quadro finanziario, i fondi rinvengono dal PNRR, dal Piano nazionale per gli investimenti “complementari” (ex D.L. n.59/6 maggio 2021), dal QFP 21-27, dal FSC, dalle royalties derivanti dai giacimenti di idrocarburi, dalle tariffe dell’acqua (da Accordo di Programma Regione Basilicata/Regione Puglia/MATT) e da rendite da patrimoni regionali.
Sono intervenuti nel dibattito i consiglieri Cifarelli (Pd), Baldassarre, Coviello, Quarto (Fdi), Leggieri, Carlucci e Perrino (M5s), Sileo e Cariello (Lega), Bellettieri e Acito (Fi), Braia (Iv). Al termine la replica del presidente della Regione, Vito Bardi.