La scuola lucana si presenta domani lunedì 7 febbraio all’attuazione delle nuove regole anti Covid con l’83,7% degli alunni in presenza (85,8% delle classi) e 491 classi in DAD o quarantena che rappresentano il 14% del totale, a cui aggiungere 661 classi in DDI (Didattica integrata a distanza), che sono il 17,8% del totale. Sono i dati dell’ultima rilevazione del MIUR nella settimana 24-29 gennaio scorso, dati comunque parziali perché alla rilevazione del Ministero ha partecipato l’83% di tutte le 4.165 classi degli istituti lucani. Ad affermarlo è la Uil Scuola in una nota a firma del segretario regionale Luigi Veltri.
L’alleggerimento delle misure sulla scuola poggia su una falsa partenza: i minori non hanno la capacità giuridica di decidere. Sono le scelte dei genitori li determinano: al danno provocato dalla pandemia se ne aggiunge uno psico fisico sugli alunni non vaccinati a cui sarà quasi impossibile spiegare il motivo per cui non possono andare a scuola come gli altri per usufruire di un loro diritto allo studio.
Le conseguenze della Dad sono chiare a tutti ma si continua a indicare la Did (didattica integrata a distanza) come strumento. In questo modo – spiega la Uil scuola – si penalizzano tutti, sia chi è in presenza che chi è a casa. I docenti- Mandrake non esistono. Ci sono persone impegnate a fare bene il loro lavoro. Non si può imporre una scelta professionale mirata ad attuare una didattica che produce un impoverimento dell’apprendimento per tutti.
In tempi non sospetti ci siamo già espressi contro l’inaccettabile discriminazione che nelle scuole secondarie distingueva tra alunni vaccinati e non vaccinati. Pensare di governare la realtà non equivale a pensare con i decreti.
Serve una fase due per la scuola – osserva il segretario generale Uil Scuola Pino Turi – nella quale si sa ascoltare e si dà fiducia all’istituzione scuola, anche per uscire dalla pandemia, dalle sue conseguenze più gravi e dare risposte alle necessità professionali indotte.
E’ evidente che serve una fase due anche per uscire dalla pandemia. La scelta Dad è stata risposta ad emergenza. L’attuale scelta di didattica integrata crea disparità e impoverisce l’apprendimento.
In sintesi le principali misure del decreto del Governo del 2 febbraio:
– non ci sarà più la dad per i vaccinati (salvo alle materne dove si va comunque tutti in dad al quinto caso);
– la quarantena sarà ridotta per i non vaccinati, che resteranno a casa cinque giorni e non più 10;
– i vaccinati staranno a casa soltanto se si ammaleranno di Covid: dalle elementari alle superiori, in caso di contagi in classe, per tutti gli studenti che abbiano concluso il ciclo vaccinale, siano guariti o esenti dalla vaccinazione si attiverà l’autosorveglianza; cioè dovranno portare obbligatoriamente la mascherina Ffp2 ma potranno continuare a stare a scuola, come i professori;
– per i non vaccinati la quarantena — in quanto contatti di positivo — scatta al secondo contagio per medie e superiori ma soltanto al quinto per le classi di scuole materne ed elementari;
– i non vaccinati delle scuole medie e superiori che andranno in dad al secondo contagio in classe – sempre per 5 giorni – come era previsto dalle norme attuali;
– cambiano le regole per i tamponi. Chiunque è in isolamento a causa di un contagio in classe – bambini delle scuole dell’infanzia, non vaccinati di elementari, medie e superiori – potrà tornare a scuola alla fine dei 5 giorni con l’esito del tampone molecolare o antigenico, anche in farmacia, dove è possibile farlo gratuitamente con la prescrizione del medico di base o del pediatra;
– non è più necessario il certificato medico e scompare il doppio tampone («T0» e «T5»)al quale erano costretti i bambini più piccoli. Per chi, durante il periodo di autosorveglianza, avesse sintomi compatibili con il Covid è addirittura possibile verificare lo stato di salute con un tampone fatto a casa: in quel caso basta l’autocertificazione del genitore per rientrare in classe;
– cambia la quarantena nei nidi, che passa da 10 a 5 giorni e scatta dal quinto contagio.