Sembra prendere forma l’idea progettuale tesa alla realizzazione della tratta ad alta velocità Salerno/Reggio Calabria.
Le ragioni e le speranze possono sintetizzarsi nel buon proposito di evitare gap funzionali tra il Nord della nazione e il Sud, ma ancor di più, di dotare l’intera Europa di un sistema ferroviario caratterizzato da un alto livello qualitativo e funzionale, in grado di elevare le peculiarità dei territori attraversati, per favorire la nascita di una serie di opportunità lavorative capaci di dare risposta al riequilibrio territoriale, attenuando il crescente fenomeno di spopolamento delle aree marginali e garantire, contestualmente, un processo di crescita socio/economico in linea con lo sviluppo socio -sostenibile.
L’impresa è carica di buoni propositi ed è finalizzata al raggiungimento di obiettivi nobili, atteso che le scelte tecniche operate hanno già, di fatto, superato vagiti di vecchie logiche campanilistiche e di spinte populistiche frutto di ereditati retaggi culturali alimentati da osceni ed arcaici localismi.
Con soddisfazione possiamo affermare che laddove la politica si è finalmente affidata alla specialità tecnica, arginato l’ingerenza individualistica ed affaristica a vantaggio dell’interesse generale, i risultati che di possono ottenere, per la maggiore, sono degni di oggettività e meritevoli di lodevoli apprezzamenti.
A riguardo della tratta AV Salerno/Reggio Calabria, appare utile ribadire quanto già accennato in un mio precedente intervento sul tema.
Sono note le traversie che la progettazione di fattibilità tecnico/economica ha dovuto affrontare. Numerose sono state le spinte provenienti da parte del basso Cilento a mezzo dei suoi comitati ad hoc organizzati, che con vigore ma, a mio modesto parere, senza alcuna ragione logica, hanno compulsato il Ministero dei Trasporti e lo stesso RTI per far sì che la tratta venisse proposta in miglioramento alla linea esistente sulla dorsale tirrenica e non già realizzata ex novo con aggiunta di nuovi propositi ed elevata tecnologia.
Scontri territoriali e presunti propositi tecnici che per fortuna sono stati prontamente sconfessati da una programmazione centrale attenta che ha, sotto più aspetti, dimostrato la validità della scelta operata dal Ministero e dalla RTI, relativamente al lotto Battipaglia/Praia a Mare mediante l’attraversamento del Vallo di Diano, in parallelo all’asse autostradale esistente.
Tale scelta ha, per altro, individuato anche il sito in cui ubicare l’unico terminal concesso e anche in questo senso le polemiche e le pressioni non hanno tardato ad arrivare chiamando in causa referenti più o meno noti che tanto hanno detto ma nulla hanno ottenuto perché, come preannunciato, ha vinto il valore tecnico della scelta operata dal RTI.
La stessa progettazione,infatti, estromettendo gli impulsi popolari ma valutando i tempi di percorrenza e la baricentricità dei siti ha, a ragion veduta, indicato quale ubicazione dell’unico terminal a servizio della tratta Battipaglia/Praia a Mare, l’area prossima allo svincolo autostradale Padula-Montesano S.M. e, ciò in ragione della raggiungibilità sia da parte degli utenti provenienti dall’area sud/occidentale della Basilicata che dalla vicina Val d’Agri, oltreché dallo stesso Vallo di Diano e dall’area nord orientale Cilentana.
La progettazione, archiviate le spinte localistiche e consumato il previsto dibattito pubblico, si sta avviando a grandi passi verso la fase esecutiva che dovrà necessariamente soggiacere ad un crono-programma la cui tempistica si presenta abbastanza contenuta, in ragione delle poste finanziare, PNRR e fondi nazionali, che, per l’appunto, individuano l’anno 2026 quale anno della svolta funzionale.
Si tratta di una sfida dai contenuti storici che il nostro territorio e soprattutto la politica dovrà perseguire con intelligenza e rigore.
Acclarato questo primo risultato, si pone il tema dello sfruttamento delle risorse e delle peculiarità turistiche che il nostro territorio offre e che meritano di essere governate in un sistema di rete di trasporti interconnessi.
In tale logica, in sede di Conferenza Stato-Regione sono state deliberate ben 26 tratte ferroviarie ad uso turistico, proprio per a valorizzazione del paesaggio mediante rimesso in pristino o potenziamento dell’esistente, in quanto tratte che attraversano zone di particolare pregio paesaggistico, culturale e ambientale e tra queste, a ragion veduta, figura la tratta Sicignano/Lagonegro a gestione RTI spa.
Appare evidente che laddove, per una serie di congetture favorevoli, prevale il buon senso e la ragionevolezza tecnica, i risultati diventano elementi inconfutabili e ciò è ampiamente dimostrato sia dalla progettazione del lotto Salerno/Praia a Mare, sia dalla previsione di riattivazione della tratta Sicignano-Lagonegro.
Grazie alle scelte europee e nazionali, infatti, questi nuovi anni a venire saranno caratterizzati da una serie di interventi che mirano alla rivalutazione e rivitalizzazione dei territorio e ciò in maniera scevra da pregiudizi e favoritismi. Il nostro territorio, dopo anni di abbandono, sia in termini politici che di interessi, riporta all’attenzione della globalità le sue valenze naturali e turistiche che rappresentano un serio e autentico volano di crescita nonché di attrattore naturale su cui costruire il futuro.
Per ciò che riguarda il territorio del Vallo di Diano/Lagonegrese/Val Noce è bello comprendere che dopo anni di inerzia politica e disinteresse generale, questo territorio, è riuscito ad attrarre giusta attenzione a promozione delle sue numerose ed uniche bellezze che, per unicità, non potevano essere trascurate, tant’è che gli osservatori nazionali, dotati forse di maggiore sensibilità rispetto ai politici locali (che maldestramente tentano in modo incompetente e inadeguato di mettersi medaglie), hanno elaborato proposte progettuali adeguate a dare respiro ai tanti parchi nazionali e sue particolarità ambientali, alle terme e al mare in esso presenti.
Un combinato di bellezze e di beni artistici che supera i confini regionali e/o locali e che ciò nonostante, inspiegabilmente, per troppi anni sono stati sacrificate da logiche miopi di una politica disattenta e scarsamente lungimirante.
Fa specie ancora pensare di contro al disinteresse che ha mostrato la classe politica lagonegrese e regionale che non ha mai ritenuto alimentare attività a supporto della riattivazione di tale tratta e per questo nulla ha fatto per nascondere il suo disagevole senso di apatia a riguardo.
Dalla chiusura della ferrovia ad oggi, infatti, nessuna manifestazione o iniziativa è stata promossa dai politici di Lagonegro e/o lagonegrese né dalla Regione Basilicata.
Nulla è stato mai fatto né detto a tutela e a salvaguardia di un motore di civiltà, quale appunto la ferrovia, se non proporsi nell’ultimo periodo per cercare di cucire sulle loro giacche medaglie per millantati meriti, puntualmente sconfessati.
Come dimenticare, da ultimo, il clamore dei nostri attuali governanti mentre con supponente arroganza annunciavano al popolo di Lagonegro che la tratta ferroviaria Salerno/Praia a Mare avrebbe avuto la sua fermata a Lagonegro (!), ecc..
Insomma, tanto si potrebbe ancora raccontare, ma si tratterebbe di dare schiaffi alla morale e sbeffeggiare l’etica che governa l’agire dei nostri governanti, come dire: sparare sulla croce rossa.
Pensiamo, al contrario, in maniera positiva.
È giunta l’ora di guardare al futuro in maniera matura, in linea con i tempi, dove il governo delle cose è dettato da una seria espressione tecnica e non da fenomeni di baraccone o da politicanti mossi da mutevoli interessi, mai però di respiro generale.
Le scelte del governo nazionale, supportate da fattibilità tecnica, speriamo giungano a compimento e che l’opera, una volta realizzata, nella sua interconnessione (alta velocità-tratta Sicignano/Lagonegro) restituisca vigore ad un territorio capace di offrire bellezze naturali, siti di elevato pregio monumentale e ambientale, grotte, sedi termali e altro ancora e che grazie appunto alla connessione, favorire relazioni e scambi interregionali che vedano, nell’offerta, interagire tutte le aree tra loro, non escluso le località marine con proposte e pacchetti turistici di ampio ambito.
Le condizioni generali internazionali e nazionali impongono restrizioni nell’uso dei mezzi di locomozione, per cui abbandonare la mobilitazione su ruote a vantaggio di una transizione su rotaie elettrificate è quasi un obbligo, per cui in questa logica, noi tutti, cittadini e politici, dobbiamo favorire il potenziamento dell’esistente e sostenere tutte le proposte di sviluppo che nascono dal territorio ivi compreso la creazione di “bretelle trasversali” di congiungimento alla rete dell’alta velocità, quale appunto la Sicignano/Lagonegro rispetto alla quale la Basilicata non può continuare a guardare ma promuovere tutte le iniziative necessarie a sostegno e ciò lontano dai classici interessi di bottega.
Riappropriamoci, in conclusione, del nostro naturale mandato, facciamo in modo di renderci parte operosa e facendo giungere la voce del territorio a chi con lungimiranza opera, diventiamo parte attiva in un processo che serve al bene del territorio bandendo interessi individuali o super-individuali o fenomeni di divismo (femminile e maschile che sia), vigilando affinché, anche questo nostro territorio, possa ritrovare e riappropriarsi della sua vocazione mediante la valorizzazione delle sue naturali bellezze dalle quali creare opportunità per le giovani generazioni e momenti di rivitalizzazione anche politica.
Finora abbiamo visto asini camminare!
Concetta Iannibelli