Come garantire al paziente, anche post acuto, l’accesso venoso più appropriato così da ridurre al minimo disagi, complicanze e rischi, è stato l’argomento al centro del corso di formazione organizzato ieri dall’OPI Potenza a Villa D’Agri, nell’Hotel Sirio dove esperti della materia hanno spiegato l’importanza del tema che, come sottolineato nel corso dell’incontro, “sta diventando molto rilevante per la scarsa sensibilità al problema e per la difficoltosa risoluzione dello stesso nelle strutture preposte al post-acuzie e a domicilio”.
Ad introdurre l’incontro il Presidente dell’Ivas, società scientifica italiana accessi vascolari, Giacomo Morano, il Vicepresidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Potenza Nicola Cantarella ed il consigliere OPI Potenza Giovanni Franchino.
“Una certa vena, Picc: un accesso venoso certo anche nel paziente post acuto” è il titolo dell’evento formativo servito a promuovere le migliori pratiche per garantire una gestione ottimale del patrimonio venoso del paziente acuto, post-acuto e cronico attraverso la sensibilizzazione e il coinvolgimento di tutte le professionalità coinvolte nella cura al cittadino, le Società Scientifiche, le associazioni, le fondazioni interessate, utenti e caregivers.
La materia al centro dell’evento formativo ha particolare rilevanza soprattutto alla luce dell’aumento dei casi in cui si rende necessario mantenere un accesso venoso nel paziente anche al di fuori delle strutture di cura. Si è imposta, infatti, la messa a punto di prassi omogenee che garantiscano uniformità di trattamento e appropriatezza delle prestazioni. Buone pratiche utili per gestire i pazienti che si trovano nelle strutture dedicate al post-acuzie o anche a domicilio dove è possibile posizionare, seguendo con attenzione e scrupolo tutte le procedure, cateteri venosi centrali ad impianto periferico (PICC) o cateteri midline. Corsi di formazione e aggiornamento sull’argomento sono quantomai necessari, anche alla luce della prossima applicazione della legge regionale che ha introdotto la figura degli infermieri di famiglia e di comunità e la possibilità per questi di gestire ambulatori sul territorio e case di comunità, così da garantire una capillare assistenza a servizio della popolazione.
Ai presenti i relatori hanno illustrato, tra l’altro, la necessità di una pianificazione preventiva dell’utilizzo del patrimonio venoso attraverso una valutazione multidisciplinare e l’individuazione dell’accesso venoso più appropriato fin dalla fase intra-ospedaliera. Altro obiettivo è diffondere le linee guida e le raccomandazioni internazionali in tema di tutela del patrimonio venoso mettendo gli operatori sanitari in condizione di poter acquisire tutte le manualità tecniche finalizzate all’impianto sicuro ecoguidato degli accessi ad impianto brachiale, attraverso un percorso formativo teorico con dimostrazione pratica.
Nell’ambito della programmazione sugli eventi formativi, il prossimo sette giugno l’OPI Potenza ha organizzato un incontro dal titolo “Il potere della relazione nel processo di cura” che si terrà nella sala “Arturo Lacava” del Museo Archeologico Provinciale di Potenza, in via Ciccotti, dove interverrà, in qualità di docente, lo psicologo e formatore Antonio Quaglietta.