“Il sindacato lucano, con la grande manifestazione di oggi, ha messo in piazza idee e proposte per salvare la sanità lucana. Il Presidente Bardi e l’assessore Fanelli aprano immediatamente un confronto, senza formalismi, per discutere di un piano di programmazione della sanità regionale che non può più aspettare”. Lo ha detto il segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli nel suo intervento alla manifestazione “Sanità. Se non la curi non ti cura” promossa da Cgil, Cisl, Uil.
“I lucani – ha aggiunto – non possono più attendere; la Basilicata chiede oggi delle risposte urgenti, chiede una “rappresentanza politica” degna di tale mandato, che faccia gli interessi delle persone, che le protegga, e che assuma la responsabilità di superare le disuguaglianze territoriali che separano la Basilicata (e il Mezzogiorno) dal resto del Paese”.
Poi con il dito puntato contro il Palazzo di via Verrastro di fronte al palco ha detto: “pensate meno alle poltrone e più alle persone. E se le cose non cambieranno sappiate che questo è solo l’inizio”. Tortorelli ha citato alcune cifre, le più significative, del “disastro della sanità regionale”: la spesa della Regione per i lucani che si curano fuori ammonta a 100 milioni di euro sottratti a potenziare i nostri servizi sanitari; sono 141mila lucani che nel 2019 hanno rinunciato o ritardato le cure per problemi economici, per problemi di trasporto e per la lunghezza delle liste d’attesa; 20 miliardi sono destinati dalla missione 6 del PNRR, che vanno programmati e spesi bene e subito.
“Il messaggio che lanciamo deve essere chiaro: noi non siamo qui CONTRO QUALCUNO, NOI SIAMO QUI PER rivendicare dalla politica e dal governo regionale il riconoscimento di un diritto universale anche in Basilicata. E sia chiaro che i problemi che denunciamo da questa piazza vengono da lontano. Ma oggi siamo qui per rivendicare una sanità pubblica e dignitosa. Siamo qui PER garantire la piena esigibilità del diritto alla salute. Siamo qui PER chiedere un grande impiego di risorse sulla sanità territoriale di prossimità, che punti all’eccellenza e all’innovazione, attraverso la telemedicina e a una più larga ed efficacia distribuzione dei servizi, modello porta a porta, con continua assistenza, assicurata dai medici di famiglia dai pediatri e dall’infermiere di comunità. Senza dimenticare il potenziamento degli ospedali e dei distretti socio sanitari e del servizio emergenza urgenza il 118.
Perché noi vogliamo una sanità di qualità, inoltre oggi abbiamo una grande opportunità, agganciare la facoltà di medicina della nostra università ai nostri Ospedali che devono ispirarsi ad un modello di Policlinico mettendo insieme ricerca ed alta specialità, perché non possiamo accettare che i nostri futuri medici si laureano in Basilicata e lavorano per altre regioni o all’estero, ed io ne ho conosciuti tanti giovani medici lucani con elevate competenze che lavorano altrove. Siamo qui PER una sanità pubblica che curi e garantisca il benessere di tutti, per una sanità che sia finalmente , equa gratuita e accessibile! È questo ciò che chiediamo nel documento che presenteremo alla Giunta! “.
“Questa grande partecipazione di oggi è per tutti noi un messaggio importante di speranza. Un segnale della presenza di un’altra Basilicata; la Basilicata delle persone, di uomini e donne che vogliono costruire il proprio futuro. Lo vogliono costruire adesso, con la partecipazione e il confronto; tutti insieme per ridare dignità alla sanità lucana e riaffermare il diritto alla salute”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa, intervenendo oggi a Potenza alla manifestazione di piazza “Sanità, se non la curi non ti cura” indetta da Cgil, Cisl e Uil Basilicata.
“Un diritto alla salute – ha detto Summa – ormai negato da questo governo regionale che in tre anni di immobilismo, mediocrità e insipienza ha portato il nostro sistema sanitario al collasso. Le nostre strutture ospedaliere e territoriali sono senza personale, senza medici, con reparti chiusi e rete territoriale smantellata. Il nostro sistema sanitario è giunto a un grado di inefficienza ed inefficacia non più tollerabile. Tante sono le criticità e le disfunzioni che si scaricano sulla condizione di vita e di salute dei cittadini lucani. È venuta meno la centralità del sistema articolato nelle funzioni di prevenzione, cura e riabilitazione”.
Dal palco allestito davanti alla sede della Regione Basilicata, in viale Verrastro, gremita di manifestanti nonostante la pioggia, Summa ha denunciato “una situazione di gravissimi ritardi, ai limiti della paralisi, nell’adozione di scelte strategiche, tra le quali l’adozione del Piano socio-sanitario e di un conseguente piano di azione di revisione dell’assetto della rete ospedaliera e territoriale, anche alla luce delle scelte operate nell’ambito delle missioni 5 e 6 del Pnrr. L’attuale governo regionale – ha affermato il segretario della Cgil Basilicata – ha creato questa drammatica situazione solo per propria incapacità, nonostante, la regione disponga di strumenti e risorse economiche come mai negli anni passati. Questa è la più grande responsabilità politica di questo governo regionale. Il territorio è stato privato di strutture ospedaliere e socio-assistenziali. Gli ospedali sono stati depauperati dei medici ma, la situazione più assurda e grave, è che i cittadini lucani sono stati privati del loro diritto più importante, quello di potersi curare”.
Per Summa “la sanità lucana e il diritto alla salute non possono essere oggetto di una visione verticistica, di occupazione politica. La sanità è il luogo della trasparenza, della competenza e non dell’appartenenza, del confronto con il territorio, i sindaci, i rappresentanti dei lavoratori, dei medici e del mondo associativo nel rispetto dei principi costituzionali. Se non si interviene immediatamente – avverte – si rischia il tracollo della sanità lucana. I prossimi mesi e anni saranno decisivi per il futuro del servizio sanitario nazionale e di quello regionale. La nostra è una mobilitazione per garantire il diritto alla salute che vuol dire garantire a tutti i cittadini cura e prevenzione attraverso la rete territoriale, i servizi, gli ambulatori e l’assistenza. Quell’assistenza ormai negata per assenza di una programmazione in grado di sostenere la domiciliarità e le strutture accreditate”. Da Summa, infine, il ringraziamento “ai lavoratori della sanità pubblica e a quelli della sanità privata che hanno messo a rischio la loro salute” e rassicurazioni sulla lotta per la parità di diritti.
“In questa situazione drammatica – ha concluso il leader della Cgil lucana – occorre rimettere al centro la qualità delle cure, i presidi territoriali, l’integrazione sociosanitaria. Bisogna attuare una revisione profonda dell’assetto dei servizi perché troppe sono le emergenze che rendono quasi inaccessibile il diritto alla salute specie da parte delle categorie sociali più fragili, dei malati cronici e oncologici, degli anziani. Occorre utilizzare le risorse finanziarie a disposizione tornando a programmare, a fare scelte per garantire assunzioni di personale, il potenziamento delle strutture ospedaliere, territoriali e socio-assistenziali e l’abbattimento delle liste d’attesa attraverso un grande investimento nel personale per una sanità pubblica che curi e garantisca il benessere di tutti. Ora il tempo è scaduto”. Da qui l’appello al governo regionale: “Fermatevi e ascoltate questa piazza, apritevi al confronto obbligato con le comunità locali, i sindaci e le rappresentanze dei lavoratori e dei medici. Voglio dirlo con chiarezza – ha concluso Summa – Basta con questa spocchia, con questo racconto falsato. La realtà è questa. Noi non ci fermeremo, continueremo a lottare per garantire il diritto alla salute”.