Cronache

Frane e alluvioni: ecco come proteggere Maratea

Di seguito l’intervento di Antonio Lanorte, presidente Legambiente Basilicata

Il gravissimo evento di frana a Maratea nei giorni scorsi segue a breve distanza di tempo l’eccezionale evento alluvionale che ha colpito quel territorio nel mese di ottobre e dimostra la straordinaria rilevanza che sta assumendo il pericolo idrogeologico particolarmente in quest’area della Basilicata. Stiamo assistendo agli effetti della crisi climatica che accelera sempre di più la sua corsa insieme agli eventi estremi i quali troppo spesso, come ad Ischia, portano via con sé anche vite umane.

Per scongiurare tragedie future di questo tipo anche a Maratea e per evitare danni dall’impatto economico altissimo al territorio, è necessario programmare e mettere in atto tutte le strategie utili a ridurre la sua vulnerabilità poiché è presumibile che gli eventi climatici estremi, e quindi il pericolo idrogeologico, torneranno a colpire nel prossimo futuro con la frequenza di questi anni, se non superiore.

Riteniamo che per Maratea sia a questo punto non rinviabile l’adozione di un Piano Comunale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici e agli eventi estremi finalizzato a ridurre la vulnerabilità del territorio fornendo al comune risorse per la progettazione e l’attuazione.

Il primo passo quindi dovrebbe mirare a far prendere coscienza dell’impatto che l’uomo ha sui cambiamenti climatici con campagne di sensibilizzazione ad ampio spettro ed elaborare strategie che da una parte mirino a ridurre drasticamente le immissioni di gas serra in atmosfera e dall’altra a produrre energia rinnovabile. Ricostruire e valutare gli scenari sull’impatto diretto e indiretto che i mutamenti climatici potranno avere sul territorio, a cominciare dalla linea di costa, sulla vegetazione e sull’ ambiente naturale in generale, sul sistema delle infrastrutture. Avviare le azioni di mitigazione dell’impatto dei cambiamenti climatici previsti e conseguentemente quelle di adattamento. Nel caso specifico, bisogna avviare uno studio puntuale dello diverse situazioni critiche. Nelle aree più a rischio il monitoraggio dovrà avvenire attraverso l’uso di sensori che registrino cedimenti del terreno e stato degli ammassi rocciosi a rischio crollo, per poi effettuare una messa in sicurezza di quelle aree.
Bisogna poi strutturare un
piano antincendio per prevenire che il fuoco incrementi, come troppo spesso avviene, il rischio idrogeologico in aree private della vegetazione. E ancora riqualificare le aree boschive utilizzando per i rimboschimenti, dove serve, piante autoctone per contrastare più efficacemente le precipitazioni piovose sempre più violente e frequenti e i movimenti superficiali del suolo.
Ripristinare i canali naturali di scolo delle acque che in alcuni casi sono stati interrotti o deviati mettendo a forte rischio il deflusso del materiale trasportato durante le forti precipitazioni. Ricordiamoci che Maratea ancora non ha un Piano regolatore, quindi crediamo indispensabile che nella sua stesura si tenga conto di tutte queste variabili.

Riteniamo inoltre che l’istituzione dell’Area Marina Protetta Costa di Maratea, il cui iter è di fatto bloccato da un paio di anni, rappresenti un elemento centrale anche per affrontare le tematiche dell’assetto del territorio e del rischio idrogeologico. Infatti l’Area Marina Protetta rappresenterebbe per Maratea non solo un presidio fondamentale per la tutela dell’ecosistema marina e lo sviluppo sostenibile dell’area costiera, ma anche un catalizzatore di nuove opportunità e risorse per il territorio attraverso il finanziamento di interventi finalizzati proprio alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici oltre che l’accesso a risorse destinate alle imprese locali ricadenti in quel territorio che in questo modo potrebbe diventare un vero laboratorio per promuovere l’economia circolare, l’uso di energie rinnovabili e favorire la coesione sociale e la cura del territorio, salvaguardando il grande patrimonio di biodiversità esistente.

Quanto riteniamo necessario per Maratea vale per gran parte della regione Basilicata in cui praticamente tutto il territorio è a rischio idrogeologico appare non più differibile l’adozione di concreti strumenti di prevenzione e mitigazione. Tutti gli eventi drammatici degli ultimi anni evidenziano la forte discrepanza che ancora esiste tra le evidenze, la conoscenza, i danni, le tragiche conseguenze del rischio idrogeologico nella nostra Regione e la mancanza di un’azione diffusa, concreta ed efficace di prevenzione sul territorio regionale. Considerando che la manutenzione del territorio potrebbe essere anche una grande occasione per creare lavoro e innovazione, è fondamentale evitare di rincorrere solo le emergenze senza ridurre i rischi, mentre le ricerche confermano che ogni euro investito in prevenzione ne produce 4 di vantaggi in termini di riduzione delle spese per far fronte agli impatti.

Le proposte di Legambiente per la messa in sicurezza del territorio e la mitigazione del rischio idrogeologico in Basilicata

  • Favorire e sostenere strumenti adeguati per la valutazione e monitoraggio nell’esecuzione e nell’efficacia dei progetti di difesa del territorio alla luce del nuovo contesto climatico e delle direttive alluvioni, acqua, habitat;

  • Investire risorse per delocalizzare gli edifici più a rischio;

  • Finanziare interventi per la tutela, rinaturalizzazione e ripristino delle aree di esondazione e dei corsi d’acqua;

  • Investire risorse per il ripristino dell’equilibrio del sistema naturale di trasporto e sedimentazione del materiale sabbioso verso il mare;

  • Finanziare piani e interventi di adattamento climatico nelle aree urbane a maggior rischio. Oggi i

Comuni non dispongono di risorse per la pianificazione e per gli interventi di adattamento al clima, per la prevenzione e l’allerta dei cittadini malgrado le aree urbane siano le zone di maggior pericolo;

  • Approvare e finanziare un Piano di Adattamento Climatico regionale;

  • Finanziare interventi di rinaturalizzazione di corsi d’acqua artificializzati in area urbana;

  • Finanziare interventi per garantire una migliore permeabilità dei suoli urbani liberando aree dal cemento e dall’asfalto;

  • Rafforzare il ruolo dell’ Autorità di Bacino e dei Comuni negli interventi contro il dissesto idrogeologico, con risorse per la progettazione e realizzazione degli interventi e l’assunzione di tecnici;

  • Combattere l’abusivismo edilizio e abbattere gli edifici abusivi soggetti ad ordinanza di demolizione;

  • Incrementare le attività di prevenzione incendi boschivi particolarmente nelle aree a elevato rischio idrogeologico;

  • Investire risorse in attività di formazione ed informazione, campagne educative, presidi territoriali con tecnici e volontari per attuare una efficace lotta preventiva.

 

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