Di fronte ad uno scenario apocalittico per l’assistenza sanitaria verso i lucani, fatto di liste di attesa sconfinate, di carenza di medici ed altri operatori sanitari, di strutture pubbliche ormai allo stremo delle proprie forze, di strutture private accreditate spinte dalla Regione in una crisi finanziaria e occupazionale senza precedenti, l’assessore Fanelli che fa? Parla di risorse “extra” che sono state rese disponibili in favore del comparto privato accreditato. In questa affermazione c’è tutta la sconnessione dalla realtà ovvero l’elusione delle proprie responsabilità.
Quando si definiscono risorse “extra” quelle che in realtà erano inspiegabilmente state sottratte rispetto all’anno precedente (2021), se si definiscono “extra” rispetto a quelle largamente e notoriamente insufficienti, stanziate dalla sera alla mattina, inaspettatamente, da una delibera di Giunta (482/2022) pubblicata il 2 agosto (poco prima delle ferie estive e della campagna elettorale), all’ottavo mese dell’anno in corso. Se l’assessore non dice che già in aprile l’ASP aveva comunicato alla Regione che le proiezioni (leggasi il bisogno di prestazioni sanitarie) preannunciavano chiaramente una necessità finanziaria superiore a quella del 2021. Se l’assessore, facendosi merito, dice di aver così risolto, con un “extra” che non è un extra, un problema gigantesco che la sua Giunta ha generato, ogni commento sull’aderenza alla realtà delle cose rischia di essere davvero superfluo.
Ma in verità non si tratta solo di questo. C’è un sottotitolo nelle dichiarazioni dell’assessore, nemmeno troppo nascosto, che è qualcosa di veramente allarmante. È qualcosa di molto più pericoloso, che corrisponde ad una visione per cui le strutture accreditate, in quanto imprese private, scontano un peccato originale, sono sempre in cerca di lucro e di risorse. Che quindi, tutta questa assurda e pericolosissima vicenda sia circoscritta ad una mera trattativa di tipo commerciale, fatta di risorse finanziarie. Se ciò fosse vero sarebbe la fine. Svelerebbe ancor di più la distanza dalla realtà, che invece basterebbe guardarla per vedere fino in fondo di cosa è fatta.
La realtà, appunto, è fatta di prestazioni sanitarie specialistiche (diritto alla salute) verso i cittadini/pazienti, di medici e operatori sanitari (diritto al lavoro), di strutture e investimenti (diritto alla libertà di iniziativa economica). E allora, che cos’è questo “extra” a cui si riferisce l’assessore. È forse un extra di prestazioni sanitarie di cui i cittadini non avevano bisogno? È un regalo a chi ha lavorato per erogarle? In altri termini, la sua dichiarazione dovrebbe essere letta dimenticando che le risorse “extra” di cui parla sono prestazioni sanitarie, spesso salva vita per pazienti oncologici, cardiopatici, nefropatici, pneumopatici, e si potrebbe continuare per arrivare alla tutela della salute di tutti, nessuno escluso, la sua compresa.
Lo stesso assessore che oggi, alla vigilia dell’uscita dal SSN per insostenibilità economica dell’intero comparto privato accreditato, non risponde alle PEC di tutte le associazioni di categoria (ANISAP, ASPAT Basilicata, CICAS, Federbiologi, FEDERLAB e Sanità Futura), dovrebbe avere la responsabilità di prendere atto del caos generato dalla DGR 482/22 e farsi immediatamente attore di un’iniziativa per scongiurare l’emergenza sanitaria e la crisi occupazionale, incontrando tutte le parti sociali, sindacato compreso, per non arrivare a quando sarà troppo tardi.
L’assessore Fanelli e soprattutto il Presidente Bardi sanno benissimo che parlare di risorse alle strutture in realtà significa parlare di lavoro e prestazioni sanitarie ai cittadini, la domanda a cui avrebbero dovuto rispondere sin da agosto quando hanno rassicurato ed elogiato il privato accreditato, è se la Regione li garantisce. Verrebbe da chiedersi: il gas si e la salute no? Dal 1° gennaio 2023 lo scopriremo.