Si è tenuto questa mattina l’incontro convocato dalla Regione Basilicata con le strutture private accreditate. Presenti all’incontro i rappresentanti delle associazioni di categoria, Il Presidente della Regione, Vito Bardi, il vicepresidente e assessore alla Salute e Politiche della Persona, Francesco Fanelli e il Direttore Generale della direzione generale per la Salute e Politiche della Persona, Francesco Bortolan.
“Quello di oggi è stato un incontro fondamentale, che ha prodotto un primo risultato molto importante, ovvero la ripresa delle prestazioni sanitarie nell’esclusivo interesse dei cittadini e delle diverse istanze di salute”- ha dichiarato l’assessore Francesco Fanelli- “Fermo restando che si conferma l’impegno di questa amministrazione e degli uffici per risolvere gli aspetti tecnico-finanziari relativi al pagamento delle prestazioni erogate negli ultimi tre mesi del 2022, bisognerà verificare le eventuali risorse a carico del bilancio regionale. Sono convinto che in uno spirito di collaborazione e di condivisione di intenti riusciremo a ripristinare e a garantire gli accordi tra regione e strutture del privato accreditato, per salvaguardare i lavoratori e gli operatori tutti delle strutture e garantire standard di cura efficienti sul territorio, non solo per il presente ma anche e soprattutto per la futura programmazione”. “Chiudiamo una brutta pagina per la regione Basilicata, che non dovrà più ripetersi.Non bisogna superare certi limiti Abbiamo a ogni modo trovato un primo punto di intesa insieme per la salute dei cittadini. Come presidente, come Giunta e come operatori dobbiamo rispondere alle esigenze dei cittadini e trovare il modo migliore per farlo. Ci rivedremo presto con tutti i dati acquisiti del 2022, per avere una visione unitaria. Per il 2023 il nostro obiettivo sarà pagare il budget alle strutture con cadenza mensile per evitare quello che in Basilicata accade da sempre. Questo è il cambiamento. Dall’altra parte, ci saranno più trasparenza e più controlli. Mi auguro ci sia da parte di tutti la consapevolezza che si debba remare nella stessa direzione e quindi riprendere le attività. Dobbiamo curare i pazienti lucani, il resto non è oggetto di discussione”. Lo ha affermato il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, nel corso della riunione con le aziende della sanità privata accreditata.
Il direttore generale, Francesco Bortolan, ha poi spiegato che, in vista di futuri incontri e della prossima programmazione saranno istituiti tavoli tecnici di confronto attivo costituiti dai rappresentanti delle associazioni di categoria con i quali saranno condivisi i programmi, le azioni e saranno integrati con i suggerimenti provenienti da tutte le parti coinvolte affinché situazioni analoghe a quella attuali, possano essere scongiurate e si possa lavorare in un clima di piena serenità e nell’interesse dei pazienti.
A seguito del tavolo di confronto tra le associazioni del comparto sanitario privato accreditato e il Presidente della Regione, Vito Bardi, l’assessore alla Sanità, Francesco Fanelli e il direttore del Dipartimento Salute, Francesco Bortolan, l’Unità di Crisi Sanitaria Basilicata comunica che dal 12 gennaio tutte le strutture che fanno parte del comitato riprenderanno ad erogare prestazioni in nome e per conto del Servizio Sanitario Nazionale.
Si tratta di una decisione importante, separata ed autonoma rispetto a quelle dell’associazioni di categoria, che si basa su due ragioni.
La prima è che nemmeno lontanamente il motivo della sospensione delle prestazioni aveva a che fare con la protesta e meno che mai con il ricatto. Chi, nei giorni scorsi, ha speculato insinuando che il blocco fosse una leva subdola nei confronti della Regione, fatto sulla pelle dei pazienti lucani, aveva il solo interesse di gettare fango addosso alle strutture sanitarie private.
Il motivo dello stop era un motivo di insostenibilità economica. Insostenibilità che rimane tale anche ora, nonostante la scelta di riprendere ad erogare prestazioni SSN. Ma alla luce delle rassicurazioni di una risoluzione immediata della vertenza che provengono da via Verrastro, i componenti dell’Unità di Crisi prendono questa decisione, consapevoli che qualora la parola di Bardi e Fanelli non venga rispettata, non ci sarà più possibilità di evitare la morte delle strutture.
D’ora in avanti, la responsabilità della sopravvivenza di strutture e pazienti è tutta intera nelle mani del presidente Bardi e della Regione.
La seconda ragione, che è connessa alla prima, è di natura etica ed umana. Le strutture e gli operatori sanitari e non sanitari sono ormai lacerati da questi dieci giorni di rifiuto obbligato di assistenza ai propri pazienti. Non è più possibile continuare a negare le prestazioni a chi ne ha bisogno.
È doveroso sottolineare che lo scenario non è cambiato di una virgola rispetto a prima dell’incontro, dove è subito emerso che non c’era alcuna soluzione concreta al problema per carenza di dati consuntivi relativi all’anno 2022.
Se vi sarà, come annunciato, la giusta e doverosa remunerazione delle prestazioni, finalmente potrà aprirsi un confronto serio e credibile per l’anno 2023 che ad oggi non è stato ancora programmato.
Gli interrogativi rimangono e l’erogazione delle prestazioni da domani mattina avverrà in un clima di angoscia. L’Unità di Crisi non rinuncerà a se stessa e a continuare con tutte le iniziative necessarie a realizzare finalmente i buoni propositi emersi nel confronto dell’11 gennaio.
Ora non ci sono più alibi per nessuno e si resta in attesa che il Presidente Bardi ci convochi di nuovo, come ha dichiarato, tra 4-5 giorni per la soluzione definitiva.