L’intento di questo Progetto Culturale è la valorizzazione della grande Cultura dell’ Uva e del Vino, unitamente al riconoscimento implicito dell’importanza dei paesaggi vitivinicoli. Da un originario progetto teatrale e musicale da parte mia e di Graziano Accinni che avrebbe dovuto coinvolgere maestranze e artisti dell’intera Basilicata e’ scaturito poi alla fine un concept album musicale e poetico di 6 canzoni, incentrate sui molteplici temi e sulle diverse significazioni derivanti dall’ imponente tradizione dell’Uva e del Vino e che toccano differenti Epoche e vari Paesi del mondo. Partendo idealmente dall’Oriente, da dove la vite ha avuto origine, si attraversa il Mare Mediterraneo e si arriva in Occidente e quindi anche in Basilicata, da dove all’inizio siamo partiti per dar vita a questa meravigliosa ed esaltante avventura intellettuale.
Quasi tutti noi da piccoli, nei nostri paesi, abbiamo fatto “l’esperienza dell’uva e del vino”. Quanti ricordi legati alla vendemmia e a tutti le fasi della lavorazione dell’uva per ottenere il vino! Rimangono indelebili le immagini delle mani annerite e appiccicose, dovute al contatto con l’uva e l’odore forte del mosto e poi quello del primo vino attinto. Questo lavoro è dedicato soprattutto a chi ha fatto queste esperienze.
La Basilicata e l’Italia senza la bellezza infinita della “Cultura dell’uva e del vino” non sarebbe la stessa. Anche i nostri paesaggi non sarebbero più gli stessi senza i nostri meravigliosi vigneti. Questo lavoro oltre ad essere frutto di una grande ispirazione e’ anche il frutto degli infiniti colloqui telefonici intercorsi tra di noi, soprattutto di notte, nel corso del periodo trascorso dell’epidemia del Covid per parlare anche di particolari e di dettagli minimi. Talvolta questi colloqui erano voluti solo per il piacere di parlare; qualche volta non portavano a nulla di fatto; ma spesse volte facevano accendere una nuova luce e una nuova ispirazione che poi si trasmettevano nei testi delle canzoni e nelle musiche. Si puo’ ben dire che queste 6 canzoni sono in parte anche il frutto delle nostre conversazioni notturne. Ogni canzone contiene per così dire un aspetto del vino.
Dal punto di vista prettamente musicale il musicista lucano Graziano Accinni ha cercato, con l’ausilio di pochi strumenti quali percussioni e suoni di antichi cembali e tamburi insieme a basso e chitarre, di immaginare melodicamente un ritorno …a quelle atmosfere arcaiche, lontane e per certi versi oniriche. Si parte dal VII a. C. dall’ isola greca di Lesbo con Alceo e Saffo, quasi al confine con l’Asia, dove è nata la poesia lirica e forse anche la canzone, per passare poi alla Roma del I secolo a.C., al tempo del sommo Orazio. Si attraversa successivamente l’antico territorio d’Israele, a tratti mediterraneo e a tratti quasi desertico, accompagnati dai versi della sublime poesia del “Cantico dei Cantici”. Si arriva quindi alla nota città di Shiraz, nell’antica Persia, dove ha vissuto il famoso poeta mistico sufi Hafez nel XIV secolo d.C. Si sono cercate poi arie musicali inglesi del tardo Rinascimento collegate alla canzone “Inno al vino”, libero adattamento di 2 sonetti del grande Shakespeare. Si approda infine nella lontana Cina strizzando l’occhio alle immense distese della Mongolia e della Russia con il brano “Sotto il chiaro di luna”, le cui liriche sono di Li Bai, poeta cinese vissuto nel VIII secolo d.C., sotto la Dinastia Tang. Quest’ultimo brano conclude questo affascinante lavoro con l’ inatteso scroscio della pioggia di un temporale estivo e con il forte rombo d’un tuono quasi a purificare gli animi. Ogni riferimento e ogni possibile metafora alla realtà contemporanea sono semplicemente voluti.