“Un colpo durissimo all’intero comparto dell’edilizia, un danno incalcolabile per famiglie e imprese”. È la reazione del presidente di Legacoop Basilicata, Innocenzo Guidotti, allo stop del Governo allo sconto in fattura e della cessione del credito imposto dal decreto legge n°11 del 16 febbraio. “Il Governo di fatto cancella, senza una motivazione comprensibile, queste misure che negli anni passati avevano ridato ossigeno al settore creando le condizioni di una inversione di tendenza, dopo tanti anni di profonda crisi, sia sul versante dell’occupazione che nella generazione di prodotto interno lordo”. “La decisione arriva proprio nel momento in cui, in Basilicata, si provava a concertare una soluzione sullo sblocco dei crediti, ovvero di acquisto da parte della Regione dei crediti derivanti dai bonus edilizi per alleviare le sofferenze di tante imprese del territorio”, commenta Guidotti. “Adesso, con questo provvedimento, si mettono in ginocchio un migliaio di imprese lucane”.
“Il decreto è in vigore dal 17 febbraio, si attende ora la conversione in legge. Ci auguriamo – prosegue – che il Parlamento intervenga per sanare una scelta che sarebbe catastrofica per l’intero Paese, spingendo il settore verso un abisso e determinando altresì gravi ripercussioni per lavoratori e famiglie”. “D’ora in avanti, per i nuovi interventi edilizi – puntualizza il presidente regionale di Legacoop – si potrà infatti battere la sola strada della detrazione d’imposta per le spese direttamente da parte del consumatore, che il più delle volte non ha capienza fiscale per poterlo recuperare. Un vero terremoto sociale”.
“Dopo aver inseguito le tante variazioni operative in materia di ecobonus, le imprese edili e quelle dell’indotto sono costrette a subire un ulteriore e improvviso cambio di rotta che sgonfia il mercato e aggrava il problema dei crediti incagliati”. “Non si comprendono le motivazioni che sono alla base di un’improvvida scelta che determinerà altresì migliaia di licenziamenti nel comparto edile e dell’indotto. Si faccia piuttosto un’analisi puntuale, chiara e trasparente dei costi reali degli ecobonus a carico dello Stato, che secondo tanti analisti sarebbero molto limitati, e degli effettivi benefici di carattere ecologico ma anche economico che riescono a determinare. E si ponga rimedio quanto prima – conclude Guidotti – a un errore che sarebbe devastante per tutti”.
Il nuovo provvedimento del Governo sul “bonus 110” sta provocando difficoltà tra le imprese del settore costruzioni e conseguenze dirette sulle famiglie interessate che ci auguriamo trovino rapide ed efficaci soluzioni. E’ la posizione del Gruppo Cestari, presieduto dall’ing. Alfredo Carmine Cestari, che opera in tutt’Italia in progetti di efficientamento energetico e di produzione di energia rinnovabile.
Un pool di esperti lavora a Moliterno dove è insediato un Centro di Assistenza e di consulenza professionale.
Per combattere il “caro energia” causato dalla guerra in Ucraina, dalla dipendenza del nostro Paese dalle importazioni di materie prime e dalla volatilità dei loro prezzi, a partire dal gas, la strada più sicura ed efficace da percorrere – si sottolinea in una nota – resta quella di intensificare e non certo bloccare o rallentare i progetti del bonus 110. Il Gruppo Cestari – che opera in tutta Italia, dalla Calabria fino ad arrivare in Lombardia, con una trentina di progetti, in parte ultimati – continua la sua attività.
“Se raggiungessimo l’obiettivo del 70% di energia rinnovabile al 2030 – aggiunge Alfredo Carmine Cestari – la nostra dipendenza dalla volatilità dei prezzi delle materie prime calerebbe drasticamente, e di conseguenza anche il prezzo dell’energia elettrica. Per raggiungere questo obiettivo, tutt’altro che proibitivo, e noi ce la stiamo mettendo tutta, dovremmo installare 7 GW di nuova potenza rinnovabile ogni anno. Però a causa dell’eccesso della burocrazia riusciamo a realizzare solo 1 GW all’anno. A questo ritmo raggiungeremo l’obiettivo del 2030 al 2090. La leva più efficace per ridurre il prezzo dell’energia è colmare questa differenza”.
“Il Sud – dove si concentra il 40,2% delle energie pulite del Paese –continua Cestari – sta facendo passi avanti importanti sul piano dell’efficienza energetica dei processi produttivi e l’utilizzo di energie rinnovabili. Il Mezzogiorno vale il 37,4% della potenza fotovoltaica, il 96,5% della potenza eolica ed il 27,2% della potenza degli impianti a bioenergie. Ma questo non è sufficiente. Le rinnovabili sono una grande ricchezza del Mezzogiorno. C’è da fare di più specie nei tempi di attuazione dei progetti in cantiere del Pnrr poiché la transizione energetica coniugata al risparmio, oltre a generare benefici ambientali, è un’occasione per creare valore e occupazione”.
Il Gruppo ricorda di aver riacceso l’attenzione, a seguito del devastante terremoto in Turchia e Siria, sulla detrazione del Sismabonus che è pari al 50% per le spese sostenute ed è stato prorogato fino al 31 dicembre 2024. Con la proroga l’auspicio è la riattivazione di progetti tenuto conto che il patrimonio edilizio privato e pubblico in gran parte risale a prima del terremoto del 1980 e che almeno un terzo non ha beneficiato di interventi della ex legge 219/81 e che comunque siamo già oltre i 40 anni dei primi interventi realizzati con tecniche considerate superate dalla nuova tecnologia antismica.