Rassegna StampaTramutola

La Pro Loco di Tramutola diventa APS (Associazione di Promozione Sociale).

Riceviamo e pubblichiamo la nota a firma del Presidente della Pro-loco di Tramutola dott.Vincenzo Lo Sasso.

 

La Regione Basilicata, ai sensi e per gli effetti dell’art. 54 del D. lgs. 117/2017 e dell’art. 31 del DM 106 del 15.09.2020, sta procedendo con le iscrizioni al RUNTS degli enti del terzo settore del territorio. Tra gli ETS presenti nel RUNTS risulta la pro loco Tramutola APS, iscritta nella sezione delle associazioni di promozione sociale. L’APS è stata introdotta nell’ordinamento italiano dalla legge 383/2000 e, in base al codice del terzo settore, deve presentare le caratteristiche essenziali richieste:
• l’assenza di fini di lucro
• lo svolgimento di un’attività d’interesse generale (attualmente le attività individuate dal Ministero delle Sviluppo Economico sono 26 ma possono essere integrate).

Le Associazioni di Promozione Sociale, se iscritte, possono:
• ricevere contributi dallo Stato, dalle regioni, dagli enti locali o da altri enti o istituzioni pubbliche, anche finalizzati al sostegno di specifici e documentati programmi (i cosiddetti ‘finanziamenti per progetti’) realizzati nell’ambito dei fini statutari nonché contributi;
• stipulare convenzioni con gli enti pubblici (es.Comune, Provincia, ecc) per lo svolgimento delle attività previste dallo statuto verso terzi. Le associazioni devono essere iscritte da almeno sei mesi nel registro delle APS e devono stipulare la polizza assicurativa a copertura dei propri aderenti (art. 30);
• accedere ai finanziamenti del Fondo Sociale Europeo per progetti finalizzati al raggiungimento degli obiettivi istituzionali (art. 28);
• usufruire di alcune agevolazioni previste per le cooperative per l’ammissione al credito agevolato, limitatamente ai progetti per i quali sono operanti convenzioni con enti pubblici (art. 24);
• ottenere la riduzione di tributi di competenza degli enti locali, se deliberato (art. 23);
• avere diritto di accesso ai documenti amministrativi (art. 26);
• ottenere, da parte delle amministrazioni statali, regionali, provinciali e comunali, l’utilizzo di beni mobili ed immobili, a titolo non oneroso in caso di manifestazioni temporanee (art. 31), o incomodato per lo svolgimento delle loro attività istituzionali (art. 32);
• essere autorizzate temporaneamente (in occasione di particolari eventi o manifestazioni) alla somministrazione di bevande ed alimenti ed all’esercizio di attività turistiche e ricettive, ma solo per i propri associati e loro familiari conviventi (art. 31);
• equiparare, ai fini fiscali, le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese ai familiari conviventi degli associati, a quelle rese agli associati (art. 20);
• ottenere flessibilità dell’orario di lavoro o delle turnazioni per i propri lavoratori (art. 19);
• far ottenere la detrazione/deduzione dalle imposte sui redditi di parte delle erogazioni liberali effettuate a loro favore (art. 22).
• Inoltre, ai sensi dell’art. 148 TUIR, per le APS Nazionali e per le associazioni ad esse affiliate, non sono attività commerciali:
o la somministrazione di alimenti e bevande a soci/tesserati, effettuata da bar ed esercizi similari presso le sedi in cui viene svolta l’attività istituzionale;
o l’organizzazione di viaggi e soggiorni strettamente complementari all’attività istituzionale (tale attività è de-commercializzata ai fini IRES, ma è considerata commerciale ai fini IVA).

Dopo un lavoro iniziato 5 anni fa con il primo adeguamento dello Statuto sociale e in costante collaborazione con UNPLI Basilicata e UNPLI nazionale siamo riusciti in quello che, secondo me, si tratta di un passaggio epocale del terzo settore. La nostra forza, la forza delle pro loco è quella di far parte di una rete associativa nazionale qual è, appunto, UNPLI.
Il terzo settore non è solo impegno sociale organizzato, ma è anche un motore importante dell’economia del paese, quella ispirata da finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale condivise.
Nel 2019, si contavano quasi sei milioni di volontari in Italia, circa ottocentomila dipendenti e questi numeri chiedevano una sola cosa: un riconoscimento legislativo. Con questa riforma, inoltre viene ripensata la disciplina del rapporto fra associazione e pubblica amministrazione (come ha dimostrato il parere del Consiglio di Stato dell’agosto 2018). Significativa è comunque la scelta di coinvolgere il terzo settore nella co-programmazione e co-progettazione dei servizi, e non sono di quelli sociali.
Siamo all’inizio, la parte più complicata è stata completata, ora viene quella difficile: confermare le nostre competenze e mettere in atto tutte le azioni possibili per lo sviluppo del territorio.”

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