Si sono interrotte bruscamente le trattative con l’azienda TotalEnergies. “Abbiamo dovuto abbandonare il tavolo sindacale e siamo pronti alla mobilitazione – dichiarano il segretario generale della Filctem-CGIL di Potenza Francesco Iannielli unitamente ai componenti RSU Filctem CGIL TotalEnergiesLaura Genovese, Antonello Lauria e Giovanni Lufrano -L’azienda è riuscita a deludere tutte le nostre aspettative sui diversi temi. Nonostante la pazienza mostrata, da parte nostra, abbiamo dovuto prendere atto delle inaccettabili posizioni aziendali”. I sindacati si riferiscono all’ accordo sulla fermata manutentiva 2023. “Abbiamo assistito – spiegano – alle fughe in avanti dell’azienda che ha deciso in maniera del tutto unilaterale, pur in assenza di un accordo specifico che disciplini le modalità organizzative e di modifica dell’orario di lavoro attualmente sancito da una precedente intesa, di informare i lavoratori, nei giorni scorsi, di tali modifiche appunto. Su questo tema abbiamo ribadito la neccessità di un accordo capace di prevedere quanto le modifiche organizzative (che lo ricordiamo, sono un’esigenza aziendale) tanto le necessarie compensazioni economiche da riconoscere ai lavoratori a ristoro dell’impegno straordinario al quale saranno chiamati. Abbiamo annunciato, pertanto, che procederemo in assenza di una corretta condivisione con i rappresentanti dei lavoratori, alla denuncia dei fatti all’Ispettorato territoriale del lavoro intimando all’azienda di non proseguire ulteriormente e di rispettare gli accordi in essere”.
Sui target obiettivi premio di risultato 2023 “abbiamo ribadito – continuano – la necessità di prevedere, nel rispetto dell’accordo triennale attualmente in vigore, un livello del parametro “produzione” in linea con la realtà e lo scenario impiantistico/produttivo attuale. Infatti, il 2022 ha determinato l’erogazione del premio in una dimensione nella quale il detto parametro è stato consuntivato ad un valore pari a zero con un’evidente penalizzazione dei lavoratori che hanno comunque dato l’anima per 365 giorni e in una evidentissima situazione di carenza di organico. Quindi cosa avrebbero potuto fare i lavoratori di più di quello che hanno fatto? Nulla di più a nostro avviso. Pertanto abbiamo chiesto di fissare per l’anno in corso un livello consono che sia effettivamente raggiungibile e che tenga conto anche della fermata manutentiva straordinaria prevista, al di là del budget di previsione aziendale che evidentemente (se teniamo conto del budget 2022 che l’esperienza ha dimostrato ampiamente errato e irraggiungibile) non tiene conto dell’effettiva realtà”.
Quanto al dimensionamento organici del personale operativo “abbiamo ribadito, per l’ennesima volta la necessità di aprire una seria ed esaustiva discussione sul tema. Le evidenti criticità, che l’azienda continua ad ignorare anche a discapito della sicurezza delle maestranze e delle attività ma che più in generale non consentono una sana ed equilibrata condizione di tranquillità della quotidianità lavorativa, sostanziano una condizione che vede, attualmente, la presenza di un solo operatore di campo, per turno di lavoro, che deve sovrintendere una mole importante di attività. Abbiamo definito inaccettabile una situazione che ha visto, in alcuni casi, la presenza di tre operatori contemporanei in tutto il Centro Olio Tempa Rossa (un operatore per ognuna delle tre piattaforme di cui si compone il Centro Olio) e uno sui pozzi (attività di giro-pozzi). Sul tema nei giorni scorsi abbiamo dovuto scomodare la sezione Unmig dell’Italia Meridionale attraverso la denuncia alla polizia mineraria di Napoli di una grave quanto evidente violazione delle norme in tema di sicurezza sul lavoro. Abbiamo assistito ormai troppe volte, a causa della carenza da noi denunciata, all’impossibilità dei nostri RSU di partecipare liberamente agli stessi tavoli sindacali perché impegnati nelle attività senza possibilità di essere sostituiti o, ad una pratica che costringe i lavoratori a partecipare ai corsi di formazione aziendali fuori dall’orario di lavoro o, ancora, a difficoltà a fruire delle ferie spettanti con situazioni di importanti quantità di riposi accumulati poi puntualmente remunerati dall’azienda. Una situazione ormai non più sostenibile.
Per questo – continuano i sindacalisti – giudichiamo inaccettabile l’atteggiamento e le dichiarazioni dei rappresentanti aziendali che hanno continuato imperterriti a sostenere di essere adeguatamente dimensionati.
Non abbasseremo la guardia -concludono- monitoreremo l’evolversi della situazione nelle prossime ore e, pur essendo ancora disponibili alla soluzione negoziale della vertenza, non esiteremo a mettere in campo le azioni a difesa e tutela dei lavoratori che rappresentiamo, senza escludere l’apertura della procedura di raffreddamento e conciliazione finalizzata allo sciopero.