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Prezzi: Coldiretti Basilicata, grano crolla del 30%

La brusca diminuzione delle quotazioni del grano duro che nell’ultimo periodo ha registrato un calo di oltre 200 euro a tonnellata, con un calo netto del 30%, mette in serio allarme gli agricoltori lucani. A lanciare l’allarme è la Coldiretti di Basilicata. “Questo notevole deprezzamento risulta economicamente insostenibile tenuto conto degli elevati costi di produzione sostenuti durante l’annata agraria 2022. – evidenzia l’organizzazione agricola lucana – contrassegnate dalle ripercussioni finanziarie del conflitto russo-ucraino che a partire dall’epoca delle semine determinarono aumenti del costo del gasolio del 128%, così come del costo dei concimi nella misura del 170%, portando il costo medio della produzione di grano duro a un valore di oltre 1300 euro per ettaro coltivato”. Tenuto conto di tali circostanze, per Coldiretti Basilicata “l’attuale quotazione del grano duro ad un prezzo ad un prezzo di 360 euro a tonnellata risulta notevolmente inferiore all’effettivo costo di produzione sostenuto sul campo, e in quanto tale in netto contrasto con le previsioni della cosiddetta legge sulle pratiche commerciali sleali, che sancisce il divieto delle cessioni di prodotti agricoli e alimentari al prezzo inferiore rispetto al costo della produzione. Per tale motivo gli agricoltori rivendicano il diritto ad un congruo aumento della quotazione commerciale, nella misura adeguata ad assicurare la copertura dei costi di produzione e riconoscere giusto valore al lavoro delle aziende agricole”. A tutto ciò si aggiunge l’allarme “pratiche sleali”. Si sta infatti registrando una invasione di grano canadese: circa l’80% del frumento duro spedito dal Canada in Europa sbarca in Italia. Secondo l’elaborazione Coldiretti , da luglio 2022 a gennaio 2023 l’Italia ha importato circa 700.000 tonnellate di grano duro canadese su un totale di 850mila, uno dei livelli più alti degli ultimi cinque anni. Nella scorsa campagna gli acquisti si erano fermati a 350mila tonnellate. Coldiretti ha ricordato che il grano canadese viene coltivato secondo standard non consentiti nella Ue perché viene utilizzato il glifosate nella fase di pre raccolta. Inoltre viene segnalata anche un’altra “anomalia”: il prezzo del grano scende, l’import aumenta, ma i listini della pasta non si riducono, anzi. Da qui l’invito lanciato della Coldiretti lucana a monitorare attentamente ciò che sta succedendo lungo la catena del valore.

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