Lavoro

Rinnovabili: rimuovere cause “battuta d’arresto” primo trimestre 2023

Dopo un anno d’oro (2022) per la produzione di energie rinnovabili in particolare in Basilicata e nelle regioni del Sud, i dati del primo trimestre 2023,  secondo l’Osservatorio FER realizzato da ANIE Rinnovabili sulla base dei dati Gaudì di Terna, registrano una battuta d’arresto che richiede valutazioni ed azioni per rimuovere gli ostacoli. Così l’ing. Alfredo Cestari, presidente del gruppo che con base operativa in Basilicata e per il Sud a Moliterno, attraverso proprie società specializzate in Italia e all’estero, opera nel settore della produzione elettrica da fonti rinnovabili, realizzando impianti ecocompatibili e valutando gli impatti ambientali e sociali connessi all’implementazione di tecnologie alimentate da fonti alternative di energia. Nei primi tre mesi dell’anno ammonta a 980 MW la nuova potenza installata (+116% rispetto al primo trimestre 2022); Umbria (+252%) e Friuli-Venezia Giulia (+227%), le Regioni con più incremento. In coda Basilicata e Lazio. In dettaglio, cresce ancora il fotovoltaico nel 1° trimestre 2023 con 882 MW di potenza connessa. Da sottolineare che tutte le regioni fanno registrare un andamento positivo tranne Basilicata e Lazio. Per l’eolico nel 1° trimestre 2023 si osserva un trend in crescita con circa 94 MW di nuova potenza installata costituiti per la maggioranza da impianti di potenza superiore a 5 MW. A livello regionale, nel periodo gennaio-marzo 2023 si registra una diminuzione di potenza connessa rispetto al periodo gennaio-marzo 2022 in Basilicata, Calabria, Campania, Lazio e Sicilia, mentre un forte aumento di potenza si registra in Puglia e Sardegna. Da segnalare che nel 2022 la Basilicata ha installato 1517 unità di energy storage (più 514%), per una capacità totale di 9 MWh (più 522%) e una potenza pari 18 MWh (più 512%). Complessivamente le unità sono 1880 con una capacità totale di 13 MWh e una potenza di 24 MHw.  L’invito è dunque ad individuare le motivazioni della battuta d’arresto che in gran parte sono attribuibili alle procedure amministrative per il rilascio delle autorizzazioni e che inficiano gli sforzi di imprese ed amministrazioni comunali. Ha pesato inoltre l’incertezza normativa per il bonus 110, ma – sottolinea Cestari – per i sistemi di accumulo di piccola e media taglia un aiuto potrebbe arrivare a breve con le nuove norme sulle comunità energetiche rinnovabili. Anche i prezzi di mercato dell’energia elettrica oggi costituiscono una leva. Di qui l’impegno ribadito dal gruppo Cestari in direzione delle comunità energetiche rinnovabili. Soprattutto il Sud – dice Cestari – è ricchissimo di comuni e borghi, spesso distanti dai grandi nuclei urbani e dalle grandi centrali. Creare una misura ad hoc per spingere la realizzazione di impianti diffusi in periferia, incentivando peraltro anche l’aggregazione di cittadini, aziende, enti locali ha un valore non solo di risparmio energetico ma anche etico, di stimolo alla coesione di cittadini e imprese ed attività produttive locali. È un’ulteriore opportunità di riscatto per il Sud.

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