“Il quadro che esce dal rapporto della Banca d’Italia sull’economia lucana, nonostante qualche spiraglio, indica ancora una volta che c’è bisogno di un netto cambio di passo, specie sulle politiche industriali e sull’aiuto strutturale alle famiglie, per le quali non sono sufficienti bonus vari e risorse a pioggia”. È il commento del segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega. “Considerato il quadro internazionale di crisi, il forte aumento dei tassi d’interesse, il drammatico calo demografico con i giovani che, come certificato “fuggono” via da una regione che non offre loro futuro e le royalties che finanziano ormai solo la spesa primaria con i pozzi petroliferi in rallentamento produttivo, senza un radicale cambiamento – afferma Mega – le aspettative sono disastrose.
Nei primi nove mesi di quest’anno – precisa – la crescita dell’economia lucana ha rallentato. Secondo quanto stimato dall’indicatore trimestrale delle economie regionali della Banca d’Italia nel primo semestre del 2023 il prodotto è aumentato dell’1,1 per cento rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, un valore sostanzialmente analogo a quello dell’Italia e del Mezzogiorno (1,2 per cento). Un dato molto inferiore alla media del 2022 (3,0 per cento). Le informazioni disponibili indicano che la debolezza dell’attività economica si sarebbe estesa anche al terzo trimestre.
Preoccupante il dato sull’automotive – continua il segretario – Dopo il parziale recupero sostenuto dal venir meno delle difficoltà di approvvigionamento di alcuni input produttivi che avevano caratterizzato l’ultimo biennio, nel primo semestre del 2023 la produzione dello stabilimento Stellantis di Melfi è risultata superiore di quasi un quinto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ma con livelli produttivi che rimangono comunque di molto inferiori a quelli pre-pandemici. Il valore della produzione dell’estrattivo, da cui dipende anche l’ammontare delle royalties erogate a favore degli enti locali lucani, si è invece ridotto nel primo semestre di quest’anno, per effetto del calo delle quantità di idrocarburi estratte e, soprattutto, della marcata flessione dei corsi”.
Per Mega “ancora una volta i dati della Banca d’Italia ci indicano quindi che la strada fin qui imboccata è quella sbagliata. Bisogna incentivare la transizione ecologica e digitale a salvaguardia della buona e nuova occupazione e soprattutto diversificare l’economia lucana che non può continuare a dipendere esclusivamente dall’automotive e dalle estrazioni petrolifere.
Male anche il Pnrr. L’incertezza sulle prospettive macroeconomiche, acuita anche dalle tensioni geopolitiche, e l’aumento del costo del denaro hanno reso più fiacca la dinamica degli investimenti delle imprese industriali, che è stata solo in parte sostenuta dagli interventi finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Rispetto a questo punto anche la Banca d’Italia sottolinea la difficoltà dei Comuni a portare avanti i progetti e a spendere le risorse assegnate. Su questo avevamo più volte chiesto una cabina di regia regionale e che la Regione Basilicata facesse un punto, specie a fronte della rimodulazione delle risorse voluta di Fitto. Una richiesta mai accolta.
Prevedibile anche la riduzione del potere di acquisto delle famiglie a causa dell’inflazione, nonostante un aumento dell’occupazione. Un dato significativo, che – conclude il numero uno della Cgil lucana – testimonia quanto più volte denunciato non solo dalla Cgil ma anche dal terzo settore che si occupa di povertà, e cioè della forte presenza in Basilicata di persone che sono povere pur lavorando. Ciò perché il lavoro è sempre più precario e i salari sono sempre più bassi”.
“I dati del Rapporto della Banca di Italia sull’economia lucana nei primi nove mesi di quest’anno rafforzano l’impegno prioritario della Uil a protezione di lavoratori e famiglie, dando continuità all’azione di adeguamento di prestazioni e servizi del nostro Patronato, come abbiamo deciso nella due giorni di Rifreddo, per mettere in sicurezza gli “ultimi”, le persone che hanno perso il reddito, espulse dal lavoro, i pensionati, i giovani che non vogliono andare via”. Così Vincenzo Tortorelli, segretario regionale della Uil, a conclusione dei lavori di “InForma per il futuro”, corso regionale Inail e Immigrazione per operatori Ital.
“La Banca di Italia – aggiunge – parla di rallentamento della crescita dell’economia lucana, come hanno rallentato i consumi delle famiglie risentendo dell’aumento dei prezzi e i prestiti delle banche alle stesse famiglie. Lo stato di sofferenza del mercato del lavoro non si può certo considerare attenuato dall’incremento troppo limitato di nuova occupazione e fortemente mitigato dall’aumento delle persone in cerca di lavoro. Ci sono poi indicatori da cogliere che confermano la nostra preoccupazione per l’andamento socio-economico in questo ultimo scorcio dell’anno con riflessi diretti sui primi mesi del 2024. Nello specifico, il cosiddetto parziale recupero della produzione del comparto automotive – dice Tortorelli – non allontana certo le troppe nubi all’orizzonte e la riduzione delle royalties derivanti dalla riduzione dell’estrazione degli idrocarburi rinnova la necessità di pensare in fretta al “dopo petrolio” e alla transizione energetica. Se gli esperti di Bankitalia scrivono nel rapporto di “incertezza sulle prospettive” vuol dire che quanto da mesi stiamo dicendo ha una sua fondatezza ed urgenza. Come ha urgenza la nostra pressante richiesta al Presidente della Giunta a definire e condividere un Programma di azioni di fine legislatura che contenga con chiarezza, senza lasciare alcuno spazio alla propaganda elettorale, cosa si può fare in concreto in questi ultimi mesi.
Tutto questo accade in Basilicata mentre la manovra economica varata dal Governo stanzia risorse insufficienti per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego e non adotta soluzioni che favoriscano la conclusione di quelli del settore privato; non assume provvedimenti in materia di precarietà e di sicurezza sul lavoro; non investe sulla sanità; non dà risposte sulle future pensioni dei giovani né sul tema dell’autosufficienza e non ripristina le condizioni originarie di opzione donna; non affronta la questione dell’evasione fiscale e non recupera nessuna risorsa dall’extratassa sugli extraprofitti; non si occupa di transizione energetica e non definisce politiche industriali e per lo sviluppo; non riduce le disuguaglianze e non ha alcun respiro sociale. A questo punto, dunque, falliti tutti i tentativi di dialogo – afferma il segretario della Uil – non resta che la mobilitazione delle lavoratrici, dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani per chiedere un’inversione di rotta nella politica economica e sociale del Governo e delle Istituzioni locali. Il prossimo futuro potrebbe presentarci un conto ancor più salato, soprattutto per i percettori di redditi fissi, per i precari, i giovani e gli anziani.
È necessario restituire al nostro Paese uno strumento universale, che già avevamo, per dare risposte ai bisogni reali e alle difficoltà economiche a tutela dei minori, delle famiglie e delle persone più fragili. Servono provvedimenti forti e coraggiosi in grado di far fronte al rischio di un ulteriore declino: il Governo sembra non cogliere questa emergenza, proveranno le persone in difficoltà a fargliela comprendere dalle piazze”.