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Legalità: Sorgenia aderisce a protocollo Viminale e Confapi. Tra gli impianti firmatari c’è anche quello del Mercure

Le aziende del gruppo Sorgenia che operano nel settore delle bioenergie hanno aderito al protocollo di legalità siglato dal ministero dell’Interno con la Confederazione italiana della piccola industria privata (Confapi) nello scorso mese di novembre. L’adesione al protocollo è avvenuta ieri (giovedì 14 dicembre), in un incontro tenutosi a Milano, nella sede di Sorgenia.  Protagoniste della giornata sono state Sorgenia Biomasse, che si occupa dell’approvvigionamento e della tracciabilità delle biomasse utilizzate dagli impianti del gruppo e Sorgenia Bioenergie, uno dei principali produttori italiani di energia rinnovabile da biomasse, con le tre centrali di Finale Emilia (Modena), Bando D’Argenta (Ferrara) e Mercure (Cosenza).

L’adesione al protocollo, che definisce un sistema di controlli e verifiche su base volontaria, rappresenta per il gruppo un’ulteriore garanzia contro ogni eventuale ingerenza della criminalità organizzata per la gestione delle risorse sui territori.

Il nostro impegno per garantire legalità, trasparenza e sicurezza è ulteriormente sancito dalla sottoscrizione di questo protocollo”, afferma Carlo Perri Ad di Sorgenia Biomasse.   

 La firma di questo protocollo “è per noi un’ulteriore forma di salvaguardia dei territori in cui operiamo attraverso le nostre centrali”,  evidenzia Alberto Vaccarella Ad di Sorgenia Bioenergie. Per Francesco Napoli, Vicepresidente di Confapi “il nuovo Protocollo che porta la firma del presidente nazionale della Confapi, Cristian Camisa, e del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, va nella direzione auspicata ovvero far sì che le operazioni di tutela economica e sociale si configurino come prassi per il bene della comunità in totale contrasto alle ingerenze criminali.  

Gli impianti firmatari del protocollo sono situati in Emilia-Romagna e in Calabria. La centrale di Bando dArgenta, in funzione dal 2001, produce ogni anno 180 GWh di energia, pari al fabbisogno medio di 27.000 persone. La centrale di Finale Emilia, in marcia dal 2016, converte in energia circa 135.000 tonnellate di biomassa solida all’anno. Il 78% proviene da scarti agricoli territoriali derivanti dall’agricoltura, che rappresentano dunque per gli operatori del settore una fonte di reddito integrativa anziché un costo di smaltimento. L’impianto del Mercure è, fra i tre, quello che assicura la maggiore produzione annua di energia (280 GWh) che proviene per la maggior parte da biomassa legnosa (380.000 tonnellate all’anno) fornita da produttori locali.

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