Società e Cultura

Olio: la campagna olearia 2023 in Basilicata si chiude con un +90% rispetto al 2022

La campagna olearia 2023 in Basilicata si chiude con un picco del 90% in più di produzione rispetto a quella 2022 e un 40% in più rispetto alla raccolta 2021. Dati incoraggianti quelli diffusi da Oprol-Olivicoltori Lucani, paragonati a un calo del 70% a livello mondiale rispetto al 2022.

“Incoraggianti anche i dati economici, con le olive quotate 80/90 euro/quintale ad inizio campagna per arrivare ai 160 euro attuali – dichiara il Presidente dell’OP Paolo Colonna – e una quotazione dell’olio evo sulle 8,50-9,00 all’ingrosso. Quotazioni dovute sicuramente alla sofferenza di Spagna, Nord Africa e Grecia per i cambiamenti climatici e la conseguenziale bassa produzione. Oprol – conclude Colonna – sta portando avanti diversi progetti di filiera e politica territoriale per la realizzazione di impianti di produzione e trasformazione nelle tre aree strategiche della Basilicata: medio basento, venosa, collina materana interna. Sicuri dell’importanza che il settore riveste per l’economia regionale. Un Patto Etico-Sociale per l’olivicoltura italiana e di tutta la Basilicata che mette insieme, e fa remare tutti nella stessa direzione a sostegno della filiera olivicolo-olearia, produttori, frantoiani, trasformatori e industriali. Un patto per la trasparenza nei confronti dei consumatori, con azioni sinergiche che educhino al consumo consapevole. É questa l’iniziativa sostenuta.

QUALITÁ-PREZZO. “L’Italia – per vocazione, condizioni pedoclimatiche favorevoli, biodiversità e per una innata cultura agricola – da sempre è riconosciuta nel mondo come la patria dell’olio extravergine di oliva di altissima qualità. A fronte di tante peculiarità, negli anni, i prezzi di mercato di questa eccellenza delle produzioni italiane non hanno mai rispecchiato un giusto e adeguato valore, che consentisse alle aziende agricole di ottenere un giusto reddito e che mettesse le stesse nelle condizioni economiche di continuare a percorrere la strada dell’alta qualità, tanto è vero che, negli ultimi 10 anni, il patrimonio olivicolo italiano ha subito un abbandono di aree coltivate a oliveti del circa il 23%. Nonostante tutto, le aziende agricole olivicole non si sono mai arrese, continuando a produrre e a costruire un percorso di valorizzazione della qualità e dei propri oliveti, conquistando fette di mercato e di consumatori sempre più rilevanti. Grazie alla loro azione, anche i consumatori nel tempo sono diventati sempre più attenti alla tracciabilità e salubrità delle produzioni. Per tale motivazione, considerata la favorevole annata qualitativa e quantitativa che caratterizza i nostri territori e, soprattutto, per scongiurare fenomeni di forti speculazioni di mercato a danno del settore, l’intera filiera olivicolo-olearia, finalmente unita, ha deciso di creare un sistema coeso di rappresentanza del settore, che contrasti strani fenomeni sperequativi, guardando con attenzione alla tutela, alla salvaguardia e alla valorizzazione dell’intera filiera con un unico scopo: l’equa distribuzione reddituale all’interno della catena valoriale della filiera tra produttori, frantoiani, trasformatori e industriali”.

GIOCO DI SQUADRA. Associazioni e organizzazioni fanno leva su “un gioco di squadra, per respingere ogni tentativo di speculazione di ribasso sul prezzo di mercato, difendendo l’eccellente produzione pugliese che, in questa campagna, per qualità e quantità, di fatto rappresenta quasi la totalità dell’intera produzione italiana”.

 Una sinergia che ha come obiettivo prioritario un giusto ed equo riconoscimento, anche in termini di prezzo, del lavoro di migliaia di produttori olivicoli, di frantoiani, di trasformatori e industriali, che per troppo tempo sono stati tenuti in sacco da speculazioni e operazioni di cartello. La campagna 2023/2024 rappresenta una annata di svolta, e non può ammettere errori per l’olio di qualità italiano e soprattutto per le politiche pubbliche di promozione del settore, che devono essere coerenti e trasparenti, con il Ministero delle Politiche Agricole e della Sovranità Alimentare che deve svolgere un ruolo di tutela e valorizzazione, favorendo il giusto valore aggiunto all’intera filiera olivicola-olearia e riposizionando l’olivicoltura italiana a primati mondiali”.

EVO MADE IN ITALY. “Occorre dunque resistere a difesa della produzione olivicola italiana. In questa campagna, i produttori olivicoli con le proprie declinazioni di rappresentanza, i frantoiani, i trasformatori e gli industriali scelgono di stare insieme, sottoscrivendo un patto etico-sociale per la valorizzazione dell’olio extravergine di oliva e chiedendo al Governo la giusta attenzione. Serve bloccare la deriva delle vendite promozionali al ribasso, caratterizzate in molti casi da olio di dubbia provenienza messo sugli scaffali come olio extravergine di oliva. Ora è necessario cogliere questa opportunità irripetibile, in favore di una produzione italiana unica per qualità e quantità, valorizzando l’olio extravergine con una grande campagna di promozione, anche attraverso il Ministero della Salute, che faccia conoscere, in un patto di trasparente alleanza strategica con i consumatori, i benefici delle proprietà nutraceutiche e della qualità dell’olio extravergine italiano. Un olio extravergine italiano che deve essere considerato come un investimento salutare spalmato nell’arco di un intero anno. Noi ci siamo: produttori, frantoiani, trasformatori e industriali, strategicamente uniti in un Patto Etico-Sociale e di trasparenza nei confronti dei consumatori finali, a cui chiediamo un Patto di Lealtà e Trasparenza al Consumo, per sostenere l’intera Filiera Olivicolo-Olearia.

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