Apprendiamo del licenziamento di un lavoratore Total che ha “osato” preoccuparsi di non mettere a repentaglio la propria vita svolgendo il proprio lavoro mentre l’azienda non si preoccupa affatto di esporre i lavoratori al rischio di incidenti o malattie professionali. Un monito per tutti gli altri. Un atteggiamento che redarguisce i lavoratori e prova a confinarli in uno stato di costrizione impedendo loro di ribellarsi alle logiche di sottomissione e sfruttamento perpetrate dall’azienda.
Non pensavamo si arrivasse a tanto, non lo credevamo possibile.
Solo ieri abbiamo denunciato con un altro comunicato le gravi carenze in tema di sicurezza riferendoci in particolare alle operazioni di carico delle autobotti di gas GPL al centro di stoccaggio e movimentazione Total di Guardia Perticara, zona PIP.
Appena ieri abbiamo espresso sdegno a fronte dell’inaccettabile inerzia di TotalEnergies che espone colpevolmente i lavoratori al rischio di perdere la propria vita. Preoccupa la numerosità e la frequenza delle rotture di quei flessibili innesti utilizzati che provocano importanti fuoriuscite di GPL che è, per sua natura, un gas estremamente pericoloso per l’insita facilità di incendio e di esplosione. TotalEnergies a oggi non ha ancora provveduto a rimediare a un grave problema di sicurezza per l’incolumità dei lavoratori, ormai segnalato da tempo.
Oggi ci chiediamo perché, augurandoci di avere risposta dall’azienda. Noi possiamo solo fare qualche ipotesi, come ad esempio il fatto che per porre in essere eventuali modifiche impiantistiche occorrerebbe svuotare l’impianto e quindi fermare la produzione e la vendita di gas.
Vogliamo augurarci di no. Significherebbe anteporre le ragioni del profitto alla primaria esigenza di salvaguardare la salute, la sicurezza e la stessa vita dei lavoratori.
Dopo l’episodio del licenziamento oggi possiamo affermare, con rabbia e incredulità, che in questa vicenda al peggio non c’è mai fine.
Occorre una seria riflessione da parte di TotalEnergies in ordine alle proprie responsabilità verso donne, uomini e territorio, una responsabilità fatta di sostanza e non di forma, fatta di rispetto e non di prepotenza, fatta di attenzione alle persone e non al profitto.
Nell’auspicare un ripensamento chiediamo all’azienda il ritiro del licenziamento oltre che il ripristino delle condizioni di sicurezza delle operazioni, diversamente metteremo in campo un’azione di sensibilizzazione tra i lavoratori attraverso la proclamazione dello stato di agitazione, al fine di riaffermare dignità e protezione per tutti.
A questo gioco al massacro non ci stiamo.