Ieri al consiglio di stato si è consumato l’ultimo passaggio giuridico riguardante il caso delle due liste ricusate nel comune di Brienza, la sentenza ha sancito e rafforzato l’idea che per la giustizia Italiana conta solo la forma piuttosto che la sostanza.
Le due liste elettorali presentate per le elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno sono state escluse in quanto, nel modulo di presentazione delle liste regolarmente spillato in unico plico non sono stati apposti alcun segno di congiunzione fra i fogli contenenti le firme dei sostenitori della lista con il foglio contenente l’elenco dei candidati.
Tale manchevolezza, secondo la sottocommissione elettorale, pone il dubbio che chi ha sottoscritto il documento non fosse consapevole di quale lista e quali candidati stesse presentando, circostanza che posso anche condividere in fase di istruttoria della commissione ma che non posso accettare nei gradi di giudizio successivi. I ricorsi delle due liste escluse erano accompagnati da autodichiarazioni di tutti i sottoscrittori in cui dichiaravano sotto la propria responsabilità di aver apposto la firma nella piena consapevolezza e conoscenza del nome della lista e dei candidati che stavano presentando. Le dichiarazioni dei diretti interessati avrebbero dovuto togliere ogni ragionevole dubbio sulla bontà delle sottoscrizioni, ma per la giustizia italiana non ha alcun valore la volontà espressa da ogni cittadino, prevale una formalità.
Tra l’altro non vedo come possa essere garanzia di unicità del documento l’apposizione di un simbolo di unione tra un foglio e l’altro? Cosa avrebbe potuto impedire a me di fare una raccolta firme per qualunque altro motivo e poi allegare la lista di mio piacimento apponendo un timbro, una firma o un segno di unione tra un foglio e l’altro? In tal caso avrei fatto un falso ma regolare per la legge, invece un documento regolare come quelli presentati da entrambe le liste ma contenenti una svista sono considerati irregolari.
Quanto deciso ieri, oltre ad aver indebolito la democrazia in quanto è stata limitata la libertà di scelta del proprio sindaco alla comunità di Brienza, ha dato una ulteriore spallata alla credibilità della giustizia Italiana. Come può un cittadino italiano sentirsi tutelato da uno stato in cui un vizio di forma è garanzia di successo in qualsivoglia controversia, mentre se nel merito si ha pienamente ragione non è detto che il giudice di turno te ne dia atto?
Consigliere Comune di Brienza
Rocchino Grano