Cronache

Carabinieri: sequestrati centinaia capi di abbigliamento contraffatti

L’operazione dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Potenza, che ha consentito il sequestro di  centinaia di capi di abbigliamento griffati e “regolarmente” muniti di cartellino, è doppiamente meritoria perché è avvenuta all’inizio dei saldi con i quali gli esercenti rinunciano ad una parte del guadagno per incentivare le vendite e perchè è un colpo all’illegalità che non è solo un danno per i commercianti. A sostenerlo Federmoda-Confcommercio ricordando che in occasione dell’undicesima Giornata “Legalità ci pace” è stata presentata l’indagine di Confcommercio per il Sud. Tra i risultati più significativi: il 59,8% delle imprese del terziario si ritiene di essere penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione. I prodotti contraffatti più acquistati: i capi di abbigliamento (64,3%), pelletteria (33,3%) e calzature (34,9%). Il 24,9% dei consumatori del Sud ha acquistato prodotti contraffatti o servizi illegali nel 2023, quota è leggermente più alta di quella rilevata a livello nazionale pari al 24,2%. Di questi, il 64,7% ha utilizzato canali di vendita online (dato in linea con quello nazionale) e, in particolare, il 49,8% ha effettuato acquisti esclusivamente online.

Più specificamente, tali fenomeni – sottolinea Federmoda-Confcommercio – determinano:

 ·   un danno economico per le imprese in termini di mancate vendite, riduzione del fatturato, perdita di immagine e di credibilità, abbassamento degli standard qualitativi, etc. Queste, infatti, si vedono usurpare una notevole fetta di mercato a causa del regime di concorrenza sleale generato dai prezzi ridotti dei prodotti contraffatti e/o piratati o dei servizi offerti dai circuiti abusivi di vendita o di esercizio delle professioni;

 ·  un danno al mercato consistente nell’alterazione delle regole del gioco, a svantaggio degli imprenditori onesti penalizzati del comportamento di operatori che agendo nell’illegalità godono di vantaggi competitivi indebiti basati sui minori costi di produzione (per la contraffazione) e di gestione (per le varie forme di abusivismo) dovuti al mancato rispetto di leggi, regole ed adempimenti;

 ·  un danno e/o un pericolo per il consumatore finale poiché, ad esempio, le merci contraffatte o l’esercizio abusivo di una professione possono mettere in serio e reale pericolo la salute del consumatore o minacciare la sua sicurezza, specie in alcuni settori come quello cosmetico e farmaceutico, automobilistico, dei giocattoli e l’alimentare;

 ·  un danno sociale connesso all’impatto sul mondo del lavoro e l’occupazione, sia direttamente, dato che i circuiti illegali si avvalgono spesso di sfruttamento di soggetti deboli (disoccupati o, prevalentemente, migranti irregolari) assoldati attraverso un vero e proprio racket del lavoro nero, con evasioni contributive e senza coperture assicurative, sia indirettamente per la perdita di posti di lavoro nelle imprese messe in crisi se non addirittura espulse dal mercato da abusivismo e contraffazione;

 ·  un danno alle casse dello Stato causato da evasione contributiva e fiscale, dall’Iva alle imposte sui redditi;

·  un danno alla legalità per le infiltrazioni nel mercato della criminalità organizzata: attraverso la gestione di business, quali la contraffazione,  meno rischiosi penalmente di altre attività illegali (droga) ma, in proporzione, altrettanto redditizi; attraverso il re-investimento o il riciclaggio dei profitti ricavati da attività illecite in attività imprenditoriali, con un meccanismo che altera il mercato espellendo le imprese oneste.

Quanto all’andamento dei saldi, Marco Manicone del direttivo Federmoda, riferisce che “per essere il primo fine settimana di luglio non potevamo attenderci di più. Specie il sabato i negozi hanno registrato una discreta affluenza. L’operazione contro abbigliamento contraffatto ci stimola a fare meglio e di più per la consulenza agli utenti sulla qualità dei nostri articoli in vendita”.

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