L’imposta di soggiorno, rimodulata e proporzionale al costo della camera (classificazione albergo), potrebbe costare molto di più. Per sfruttare al massimo l’ondata di turismo che sta spingendo l’economia italiana, la tassa di soggiorno potrebbe venire estesa a tutti i comuni che vorranno applicarla e potrebbe diventare più cara. Tanto basta alle imprese del settore alberghiero per contestare questo scenario, anche perché il gettito della tassa maggiorata potrebbe essere dirottato alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti, non più soltanto agli interventi nel settore del turismo come avviene adesso. Federalberghi Potenza sottolinea che le imprese del turismo non condividono la proposta di aumentare ulteriormente l’imposta di soggiorno. Il settore, che è tra i primi a contribuire alla crescita del PIL e dell’occupazione, ha da poco rinnovato il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, sobbarcandosi un onere rilevante. L’obiettivo comune dev’essere quello di sostenerne la crescita, non di frenarla. Secondo una simulazione fatta da Federalberghi per una camera in un hotel a tre stelle dal prezzo di 100 euro, si pagheranno sino a dieci euro per notte, come se da un giorno all’altro il peso dell’IVA (che è pari al 10%) venisse raddoppiato. La federazione degli albergatori ricorda che sono trascorsi solo pochi mesi da quando, in vista del Giubileo, il tetto massimo dell’imposta di soggiorno è stato elevato del 40%, passando da 5 a 7 euro per notte e per persona ed è stata introdotta la possibilità di utilizzarla per coprire i costi della raccolta rifiuti, snaturando le finalità dell’istituto. A chi ha la responsabilità di definire la politica nazionale, Federalberghi chiede di imporre una corretta disciplina di bilancio agli enti locali, anziché fornirgli gli strumenti per peggiorare la situazione. Chiediamo inoltre – è scritto nella nota – che venga istituito con legge nazionale un fondo destinato a sostenere in via permanente la riqualificazione delle imprese turistico ricettive, e che ne venga garantito il finanziamento automatico attingendo a una parte del gettito dell’imposta di soggiorno. Federalberghi ribadisce altresì la proposta di finanziare le funzioni svolte dagli enti locali in campo turistico con modalità diverse dall’imposta di soggiorno. Per quanto riguarda la Basilicata – dove sono una decina i Comuni che applicano la tassa – il Comune di Matera è quello che incassa di più, a chiusura del 2023, secondo le ultime stime, il Comune di Matera dovrebbe incassare circa 1,400 milioni di euro dalla tassa di soggiorno; a Potenza invece circa 60 mila euro è il gettito dello scorso anno. “La nostra contrarietà – sottolinea Michele Tropiano, presidente Federalberghi Potenza – dipende principalmente dall’utilizzo della tassa ad opera dei Comuni. Non ci risultano investimenti consistenti in servizi a favore dei turisti. E poi dobbiamo fare i conti con il tasso di occupazione delle camere da noi tra i più bassi in Italia. Anche per questo ci siamo opposti all’introduzione con Delibera di Giunta n. 127 del 6 maggio 2022 a Potenza (Giunta Guarente): strutture ricettive alberghiere a 4 stelle € 2,00. strutture ricettive alberghiere a 3 stelle € 1,50”.
Sta di fatto che nel 2023 l’imposta di soggiorno ha fruttato complessivamente 702 milioni di euro. Per i comuni più grandi, come Roma che applica un prelievo medio di 5,5 euro (10 euro nelle strutture di lusso), significa incassi superiori ai 100 milioni di euro l’anno. Ad oggi l’imposta di soggiorno prevede il versamento di un importo che oscilla tra 1 e 10 euro. Questa particolare tassa è stata introdotta nuovamente nel 2011, dopo che era stata abolita vent’anni prima.