Appena 4,8 milioni di metri cubi di acqua nella diga del Camastra, contro gli 8,7 milioni di metri cubi dell’anno passato. L’allarme arriva da due assessori regionali, Pasquale Pepe responsabile delle Reti idriche, e Laura Mongiello, titolare della delega sull’Ambiente. Seduti con loro al tavolo di crisi Protezione Civile, Acquedotto Lucano, Acque del Sud e l’Autorità di bacino dell’Appennino meridionale. Di fronte a un quadro a tinte fosche per i 29 Comuni interessati dallo schema idrico Basento-Camastra – 140 mila lucani – un ‘unica strada: la richiesta dello stato di emergenza.
Pronta la delibera regionale da approvare in Giunta al più presto per chiedere alla Protezione civile nazionale interventi a sostegno di quella popolazione che dovesse ritrovarsi alle prese con nuove interruzioni idriche. “Ci potrebbero essere dei disagi, ma la popolazione sarà assistita in maniera adeguata”, è la promessa. Ma bisogna ragionare sul lungo periodo per ridurre le perdite della rete e mettere in sicurezza le forniture per i prossimi anni.
Perplessità al provvedimento arrivano dai consiglieri regionali del Partito Democratico. “A soffrire non sono solo le comunità servite dalla diga del Camastra, ma anche gli interi comparti dell’agricoltura e dell’industria”, scrivono in una nota Piero Marrese, Piero Lacorazza e Roberto Cifarelli. “Se dichiarazione di emergenza deve esserci, essa non può non riguardare tutto il territorio regionale”.
In tema di acqua, interviene anche il vicepresidente del Consiglio Regionale, Angelo Chiorazzo, che con un’interrogazione urgente al presidente Vito Bardi chiede chiarimenti sulla realizzazione dello schema idrico Basento-Bradano – attrezzamento Settore G dopo l’annuncio da parte dell’assessore Pepe della consegna dei lavori per la realizzazione degli interventi di ripristino del collegamento tra la diga di Acerenza e quella di Genzano. Il rappresentante di Basilicata Casa comune chiede la convocazione dell’osservatorio dei lavori pubblici alla presenza dei sindaci interessati: “Vi è un interesse prevalente da parte delle comunità locali e delle associazione degli agricoltori ad essere informati sulle criticità e sui tempi di esecuzione”, dice Chiorazzo.