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Aree interne e agricoltura: una proposta per sostenere le aziende agricole che operano in tali territori

Una proposta “concreta ed efficace” per contrastare la scarsa reddittività  delle aziende agricole nelle zone svantaggiate, dove l’agricoltura riveste un ruolo essenziale non solo sul versante agronomico ma anche sul versante del presidio e la manutenzione del territorio e la conservazione del tessuto sociale ed identitario di gran parte della nostra regione.      La proposta e stata avanzata dall’Ufficio di Presidenza di Cia- Agricoltori di Potenza e Matera. Si propone di    rimodulare alcuni capitoli di spesa previsti nel Csr 2023/27 della Regione implementando alcuni interventi e le relative  risorse finanziarie che riguardano misure destinate a sostenere le aziende agricole localizzate in aree svantaggiate e montane che da alcuni anni chiudono con bilanci in rosso e perdite produttive. Tali realtà produttive dal periodo  Covid ad oggi -si legge in una nota – sono state messe a dura prova avendo subito il crollo delle produzioni a seguito dei devastanti effetti di fenomeni avversi quali le cicliche e ripetute avversità  atmosferiche e le continue crisi di mercato. Ad esse purtroppo bisogna aggiungere  le ripetute e intollerabili aggressioni prodotte dalla fauna selvatica oramai fuori controllo  (cinghiali)  sempre più diffusa sia sulle colture che verso i patrimoni zootecnici. Per Cia il quadro è di forte preoccupazione oltre che di grande sfiducia che serpeggia fra gli Agricoltori: aziende in perdita, senza liquidità, con spese correnti sempre più onerose, lo scoramento è alto e le difficoltà aumentano. Per questo serve un concreto segnale per mettere in condizioni tali realtà produttive di poter riprendere gli ordinari cicli produttivi e tornare a fare redditi.

Un buon esempio viene dalla Regione Toscana che ha aumentato i fondi del prossimo bando per le zone montane e a vincoli naturali, aumentando sensibilmente anche i contributi ad ettaro. Si tratta di uno specifico bando diviso in due sottomisure: la sottomisura 13.1 sulle indennità compensative per le zone montane, e la sottomisura 13.2 per le indennità compensative in zone non montane ma soggette a vincoli naturali significativi. Inoltre sono stati decisi anche i contributi, aumentando i massimali per ettaro e portando da 150 euro/ettaro a 450 euro ad ettaro quelli per le zone montane e da 90 euro ad ettaro a 250 euro ad ettaro i contributi per le zone con altri vincoli naturali. E’ un segnale importante per gli agricoltori che si trovano in aree con evidenti svantaggi, per far sì che possa essere recuperata, almeno in parte, la redditività delle imprese ed assicurare così la loro sopravvivenza.

Per Cia è una “best practice” da seguire anche in Basilicata dove la maggior parte delle aziende opera in aree con svantaggi naturali,  territoriali e agronomico.

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