Lavoro

Terziario Donna Confcommercio: in Basilicata il 34,9% di imprese del terziario è donna

Con 6.141 imprese femminili attive in Basilicata nel terziario la partecipazione delle donne all’imprenditoria regge nonostante i numerosi segnali di crisi. A riferirlo è il rapporto di Terziario Donna Confcommercio che ha tenuto il Forum nazionale annuale. La quota di imprese femminili nella nostra regione è del 34,9% sul totale. Tra il 2019 e il 2024 si  registra comunque un calo di 352 imprese femminili lucane che riprova – sottolinea Terziario Donna – come siamo ancora lontano dai livelli di altre regioni ed europei.  I lavori del Forum sono stati aperti dagli interventi del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli e della presidente di terziario Donna, Anna Lapini. La “voce” della politica è stata rappresentata da Claudio Durigonsottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Il rapporto:

Con oltre 3,5 milioni di nuovi occupati negli ultimi 30 anni, il terziario di mercato in Italia si conferma il principale settore a creare crescita e occupazione e il 68% delle imprenditrici italiane, oggi, opera in questo settore; inoltre l’incidenza delle donne imprenditrici sul totale degli imprenditori (donne e uomini) è maggiore nel terziario di mercato (36,2%) rispetto al totale economia (30,6%); tuttavia, oggi in Italia il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro tra i 15 e i 74 anni è ancora lontano dai livelli europei (nel 2023 è pari al 49,3% contro il 61,8% della Ue a 26), un divario che aumenta nel tempo (da 11,6 punti percentuali del 2018 a 12,5 del 2023) e che rappresenta uno dei principali problemi per la crescita di lungo termine del nostro Paese: infatti, se l’Italia avesse un tasso di partecipazione femminile pari a quello europeo si avrebbero quasi 2,8 milioni di occupate in più (di cui il 68% al Sud) e un incremento di un punto percentuale della quota di imprenditrici nel terziario di mercato (es. dal 36,2% al 37,2%) genererebbe circa 2 miliardi di euro di Pil in più; inoltre, all’aumentare del tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro corrisponde un incremento del tasso di fertilità. Un aumento dell’occupazione femminile, quindi, oltre a contribuire a migliorare il bilancio demografico dell’Italia, favorirebbe la crescita economica complessiva. Nel Mezzogiorno, in particolare, provvedimenti di decontribuzione o anche la ZES unica potrebbero favorire una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro migliorando così la prosperità economica di quest’area.

L’intervento del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. “Il tempo e lo spazio che dedichiamo all’imprenditoria femminile – ha detto Sangalli – sono un investimento per il futuro: lo spazio per fare impresa deve consentire alle donne di essere protagoniste dell’economia, mentre pensare al tempo significa riorganizzare lavoro e vita personale, sia delle imprenditrici che delle lavoratrici, mettendo al centro le persone e le loro esigenze. Come quelle di salute, di previdenza, di formazione, garantite peraltro dal nostro sistema di welfare contrattuale”. “Insomma – ha aggiunto Sangalli –  il nostro impegno, l’impegno di Confcommercio e di Terziario Donna, è garantire che le donne siano parte attiva nelle rivoluzioni in atto, dalla trasformazione ecologica a quella digitale, non solo come beneficiarie, ma appunto come protagoniste”.

A fare gli onori di casa al Forum di Terziario Donna è stata la presidente Anna Lapini: “E’ necessario ripensare in tema di welfare – ha detto Lapini – ma anche di gestione dei territori e delle città, spazi e tempi che siano a misura di persona, attraverso l’individuazione di strumenti e politiche per una più equa armonizzazione fra vita privata e lavoro. Solo attraverso strumenti di welfare, destinati non solo alle lavoratrici dipendenti, ma anche e soprattutto alle imprenditrici e mirati ad una genitorialità condivisa, si riuscirà a superare il gender gap, stimolare la crescita economica del nostro paese, incrementare l’occupazione e l’imprenditoria femminile e contrastare il calo demografico”.

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