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LA GRANDE AMBIZIONE, la nostalgia di una politica attiva e militante

Ho scritto d’impeto cosa pensavo del Film di Andrea Segre, LA GRANDE AMBIZIONE. Dicevo di un Elio Germano strepitoso nel ruolo del Segretario del PCI. Dicevo che la storia, così come ci viene proposta nel FILM, è il simbolo di un sogno infranto e dell’ambizione di un mondo migliore, dove tutte le libertà vanno rispettate, tranne una: <<la libertà di sfruttamento dell’uomo sull’altro uomo>>.  Ci ritorno per dirne altre, sperando mi perdoniate per la mia impudenza giornalistica. Che il Film non voleva sintetizzare la storia e la vita di Enrico Berlinguer, riducendone e sminuendo i tratti del politico e dell’Uomo, credo sia un dato acquisito.  Ma purtuttavia è sembrato che si volesse osannare la figura del più amato dei segretari del PCI che, invece, è stato anche contestato, che ha dovuto ricucire sovente tratti di disunione interna per fare sintesi e portare il PCI ad essere il PC più importante d’Europa. Sapendo essere un’altra cosa, pur essendone la stessa, da ciò che dall’Unione Sovietica si voleva che fosse. E allora mi capita che per leggere un bellissimo articolo – IL FATTO QUOTIDIANO – di Massimo Fini su ‘ La virtù perduta dell’Italia onesta ’ trovo alla pagina precedente l’intervista di Tommaso Rodano a Luciana Castellina, che non ritiene si possa semplificare un’epoca dura come quella; né concorda sul Germano alias Berlinguer, trovandolo troppo liberale e scialbo. Riconoscendo la mia totale inadeguatezza culturale e politica, di fronte a Luciana Castellina ed anche alla figura di spicco di Nanni Moretti, il quale ha fatto sapere che, a parer suo, se Elio Germano ed Andrea Segre avessero avuto vent’anni nel 1973 avrebbero odiato il compromesso storico, ho spremuto la mia memoria e ricordato di alcune interviste che tracciarono bene i lineamenti della figura di Enrico Berlinguer. Ed ho pensato che per esprimere cosa ne penso io dei personaggi della politica di quegli anni alcune risposte ad interviste storiche siano la cosa migliore:

  1. Credo tutti ricordiate l’intervista di Eugenio Scalfari, dove Berlinguer ebbe a dire che non avrebbe mai messo in gioco l’unità del partito. Se il passo dell’avanguardia risultava veloce occorreva rallentare e se invece la retroguardia procedeva a passo lento bisognava affrettarlo; ma all’appuntamento con la democrazia compiuta si doveva arrivare tutti insieme. Concluse l’incontro con E. Scalfari così: << Quando ti dico che l’avanguardia e la retroguardia debbono avere lo stesso passo lo dico perché per incidere sulla struttura politica d’un Paese bisogna avere il massimo della forza e del consenso di massa. Se quel consenso è debole la forza si trasforma in velleità. L’esperienza dei socialisti ce lo insegna, il loro distacco da noi li ha trasformati antropologicamente, non hanno curato i vizi del Paese, al contrario sono stati coinvolti nell’ingranaggio che avrebbero voluto e dovuto modificare. >>
  2. E poi, credo valga la pena, dato i tempi che sta vivendo il mondo, di riportare una puntualizzazione ad Oriana Fallaci quando Berlinguer, alla risposta che per lui, dopo F.D. Roosevelt, il miglior presidente che gli americani hanno avuto fosse Gerald Ford, lo informò che proprio Ford diceva: << che l’eurocomunismo non è comunismo dal volto umano, ma stalinismo mascherato e tirannia travestita>>. A questa notizia Enrico rispose: << Chiunque ha il diritto di sbagliare o dire assurdità. Resta il fatto che da un punto di vista internazionale Ford è stato un presidente abbastanza saggio. Perché aveva capito quel che Carter non ha capito, che Brzezinski non ha capito: per mantenere la pace nel mondo, l’America deve avere buoni rapporti sia con l’Unione Sovietica sia con la Cina. Non deve giocare né la carta cinese contro l’URSS né la carta sovietica contro la Cina.>>.

Ecco perché dicevo nella mia velleitaria recensione fatta appena uscito dalla sala cinematografica, di aver capito che un sogno cosi ci ha reso ciò che siamo e, purtroppo, non ciò che potevamo essere. Lo spessore culturale degli uomini di partito, da destra a sinistra, era tale che uno della mia età non può che mordersi le labbra al solo pensiero di come i successori hanno cambiato la società, obnubilando le menti dei pochi che potevano continuare a sognare, per loro, per tutti noi e per i nostri figli.

Gianfranco Massaro – AGOS

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