Quest’anno il Black friday vede un incremento significativo dei consumatori pronti allo shopping: il 67,2 per cento rispetto al 60 per cento dell’anno scorso, soprattutto donne e adulti sotto i 50 anni, in particolare del Nord Italia. A testimoniarlo sono i dati della consueta indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con Format Research sulla propensione e sui comportamenti di acquisto degli italiani. Quasi due su tre approfittano di questo periodo di sconti per comprare i regali di Natale in anticipo. Tra gli articoli ricercati rimane in testa l’abbigliamento, anche se con una leggera diminuzione, da un anno all’altro, dal 57 al 53 per cento. L’elettronica fa un balzo in avanti passando da un 44,7 a un 52,2 per cento. Bene anche i prodotti per la cura della persona, gioielli, libri e articoli per bambini. Si spende anche di più: il budget medio destinato alle spese durante il Black friday ammonta a 261 euro, contro i 236 euro del 2023.
Per il presidente di Confcommercio Imprese, Angelo Lovallo “l’e-commerce fa concorrenza sleale anche per il Black Friday, serve una svolta”. Intanto il Black Friday 2024 sarà venerdì prossimo 29 novembre. La data ufficialmente è qusta ma molte attività – per non parlare dell’e-commerce– si sono già scatenate in questi giorni nella corsa al cliente con l’arma vincente dello sconto. In molti casi c’è stata una partenza anticipata – a più di una settimana di distanza dalla data X – riservata ai fedelissimi.
“Non c’è dubbio che quella degli online è una concorrenza sleale e non solo parlando di Black Friday – dichiara il presidente di Confcommercio Imprese, Lovallo–. E questo perchè si tratta di soggetti che agiscono con modalità completamente diverse e favorite dal contesto generale. Bisognerebbe che a livello europeo si desse corso a iniziative per cambiare le cose. D’altra parte la città con i suoi negozi le sue tradizioni sono un bene da tutelare così come i beni storici.”.
Non nasconde la preoccupazione il referente provinciale di Federazione Moda Italia Confcommercio Antonio Sorrentino.
“L’andamento delle vendite nei negozi fisici risente delle difficoltà della filiera, e in un momento così delicato per il comparto, è impensabile per i negozi al dettaglio proporre merce eccessivamente scontata. La qualità non va in saldo in piena stagione invernale”.
In questo contesto il Black Friday all”italiana non convince: “Negli Stati uniti la promozione dura un giorno soltanto, mentre la versione all’italiana ormai non ha più neanche un inizio e una fine determinata. Le promozioni sono iniziate già da due settimane e oltre ad avere ripercussioni negative sull’andamento dei consumatori in alcuni casi mostrano sconti veramente impossibili da applicare per quelle realtà che offrono prodotti Made in Italy e di qualità, specialmente a ridosso dello shopping natalizio. Vorremmo che si definisse una normalità di vendita perché altrimenti tra saldi, promozioni, Black Friday si assottigliano i margini di guadagno mentre i costi aziendali sono in continua crescita”-
“Nessuna condanna a priori – precisa Sorrentino – come per le vendite on line. Il Black Friday può essere l’occasione per offrire un’attenzione in più al cliente e siamo disposti a soluzioni innovative, purché vengano tutelati la qualità e i consumatori. Trovare un capo con uno sconto eccessivo in questo periodo dell’anno può essere fuorviante e indicatore di un prodotto fuori stagione o di scarsa qualità. Il cliente deve essere al corrente della differenza tra il cosiddetto fast fashion, tipico soprattutto della grande distribuzione e delle vendite on line, e i negozi che offrono capi di qualità. Purtroppo non è raro il fenomeno in cui interi stock sono prodotti con il solo scopo di andare direttamente a sconto, a tutto scapito della stessa qualità. Per noi un’attenzione particolare va data al fenomeno dilagante della contraffazione che non danneggia solo i titolari di imprese che pagano tasse e tributi ma anche e soprattutto l’utenza. Quanto alle vendite on line in generale – dice Sorrentino – da tempo abbiamo preso consapevolezza che il sistema del negozio fisso è superato e ci stiamo adeguando con modalità miste fisso-on line che comunque non possono sostituire in alcun modo la funzione rilevante del negozio di vicinato anche per non far “spegnere” i nostri piccoli centri storici e i quartieri”.
Federmoda Confcommercio rinnova l’invito a rivolgersi ai negozi al dettaglio, che “garantiscono trasparenza sui prezzi, qualità del prodotto e professionalità del servizio”.