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Le app e le piattaforme che hanno fatto flop: dagli scandali ai malfunzionamenti

Sin dall’avvento degli smartphone e dei tablet di ultima generazione, le app e le piattaforme sul web hanno occupato un posto di rilievo nella vita di tutti i giorni per ogni persona. Esistono infatti applicazioni per qualsiasi tema, campo o situazione: da quelle per lo streaming a alle applicazioni con programmi di allenamento, passando per messaggistica, app di borsa o quelle che fanno capo ai portali di giochi slot machine. Non tutte le app e le piattaforme proposte, però, ottengono successo e anzi: alcune presentate sul mercato in questi anni si sono rivelate dei flop colossali, nonostante la grande hype attorno alla loro creazione. Ecco alcuni esempi lampanti.

Google Wave

Nel 2009, Google – che sarà presente anche successivamente – lanciò una piattaforma che aveva come intenzione quella di combinare email, messaggistica istantanea e collaborazioni in tempo reale: Google Wave. Nonostante l’hype iniziale, però, il progetto fu interrotto nel 2010 proprio da Google, che riconobbe il fallimento a causa di una poco chiarezza negli intenti e nell’utilità, oltre che per problemi di interfaccia.

Apple Ping

Nell’anno 2010, Apple introdusse Ping: si trattava di un social network di stampo musicale che risultava integrato in iTunes. In tal senso, l’obiettivo era quello di poter riuscire a connettere gli utenti attraverso i loro gusti musicali. Tale piattaforma, però, mancava sotto il profilo dell’interazione sociale, che fu poco significativa. Inoltre, faticò a ottenere il supporto degli stessi artisti che doveva “ospitare”. Proprio per questo, nel 2012 Apple Ping fu chiusa, con il progetto che si rivelò un corposo flop.

Google+

Google+ ha rappresentato un tentativo piuttosto ambizioso da parte di Google di competere con Facebook per il predominio dei social network. Quest’app puntava sull’integrazione con tutti gli altri servizi di Google ma, nonostante ciò, la piattaforma non è mai riuscita a coinvolgere gli utenti, anche a causa della sua poca intuitività e di funzionalità non troppo distintive. Nel 2018, addirittura, una falla di sicurezza espose i dati personali di più di 500.00 utenti. Nell’anno successivo, il servizio chiuse definitivamente e in maniera fallimentare.

Apple Maps

Secondo flop targato Apple. Nel 2012, con l’avvento di iOS 6, Apple decise di lottare contro Google Maps proponendo la propria applicazione di mappe stradali. Tuttavia si verificarono svariati errori nell’applicazione, dalle indicazioni stradali imprecise passando per immagini satellitari distorte. Addirittura il CEO di Apple, Tim Cook, fu costretto a scusarsi pubblicamente per i disservizi, talmente fu grave l’entità della situazione, che portò al licenziamento del responsabile del progetto, Scott Forstall.

Facebook Home

Nel 2013, il noto social network Facebook lanciò un’interfaccia Android chiamata Home e progettata per interagire in maniera profonda con il sistema operativo. L’app infatti sostituiva la schermata principale dello smartphone con gli aggiornamenti di Facebook. Gli utenti però trovarono questa novità non solo invasiva ma anche poco pratica e il susseguirsi di recensioni negative portò Facebook a interrompere il progetto in maniera piuttosto rapida.

Yik Yak

Sempre nel 2013, fu lanciata un’app di social networking di nome Yik Yak. Essa si basava sulla geolocalizzazione, che avrebbe dovuto consentire agli utenti di postare messaggi in forma anonima visibili soltanto entro un raggio di 8 km. Di fatto, si trattava di un antesignano di tutte le app di incontri e amicizie online attualmente presenti, almeno nel concetto base. Usiamo tempi verbali al passato perché, nonostante un iniziale successo tra gli studenti universitari, l’app fu poi criticata perché accusata di favorire il cyberbullismo e le minacce online, anche per via della mancanza di moderazione adeguata. Così, nel 2017 l’applicazione fu chiusa. Yik Yak tornò brevemente nel 2021 ma ormai il suo tempo era già finito.

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