Società e Cultura

Il 25 novembre abbelliscono i vicoli per ricordare ogni violenza, non solo di genere. La Fenice a Corleto Perticara.

Il 25 novembre è il giorno scelto dalle Nazioni Unite come “monito” contro la violenza sulle donne.  Partendo da quel ferale giorno del ritrovamento delle tre sorelle Mirabal a Santo Domingo, attiviste contro le violenze del tiranno Rafael Trujilo. Il rosso delle scarpe, invece, viene mutuato dal gesto dell’artista Elina Cauvet, che per ricordare le donne vittime di violenza posizionò 33 paia di scarpe rosse nella piazza della città di Ciudad Juárez. Il rosso poi è stato preso come colore per ricordare la violenza di genere e da li siamo arrivati alle panchine rosse. Ma ci sono modi e modi di tenere viva l’attenzione su un fenomeno che dilaga e che affligge la società moderna. Uno di questi muove i passi a Corleto Perticara, un paese dell’alta valle del Sauro; un metodo che vede impegnate donne associate in un gruppo che porta il nome de “La Fenice” e che trova il tempo di non perdere tempo, nemmeno quello che le dinamiche moderne ci fanno definire “tempo libero”.

Allora, partiamo da una considerazione che mutuo da un’analisi economica del Prof. Leonardo Becchetti, ovvero che: << Chi cerca la propria felicità per se stessa non la trova, mentre chi lavora per il bene altrui trova anche la propria felicità lungo la strada>>.

Ma veniamo alla giornata del 25 novembre ed a ciò che La Fenice, composta da tante signore di buona volontà – belle dentro e fuori – e come siamo arrivati al Novembre 2024. Capitanate dalla dottoressa Caterina Donnoli, tutte le signore decidono di intraprendere un percorso che avrebbe valorizzato i luoghi del proprio paese. Si illuminano di fronte ad un luogo che il Vocabolario della lingua italiana definisce in modi diversi, tra vicolo stretto ed angusto, a luogo di passaggio coperto risultante mediante copertura di voltoni tra due fabbricati. Nel gergo dialettale questo arco, tunnel o passaggio coperto viene definito “Uaff” che italianizzandolo sarebbe “Gaffio”. Inizia un percorso di coinvolgimento di volontari disposti a spendersi per la valorizzazione architettonica di questi angiporti (Gaffi) e si arriva a decorarne il primo, quello che dà accesso ad una chiesetta situata nel rione “Costa”, man mano sale la voglia e la gara a mettersi in gioco per valorizzare gli altri angiporti in paese e si arriva a pensare di valorizzare il Gaffio di Vico III Mercato, ma non con semplici decorazioni o disegni ma con rose e boccioli di lana lavorate ai ferri da tante, tantissime signore di Corleto Perticara. Gente di cuore, laboriosa o semplicemente disponibile a donare gomitoloni di lana che hanno permesso la realizzazione di tanti boccioli che, grazie anche al supporto dell’amministrazione Comunale, sono stati posizionati sotto l’arco all’uopo ripitturato, illuminato e reso accogliente. Una serata meravigliosa, che ha stanato (e continua a stanare) ognuno dal proprio torpore sentimentale. Dai mariti alle signore che vivono le loro vite dimesse e con mestizia mascherata in “onore” di un quieto vivere tutto ”paesano.”  Lo spazio e l’importanza che ha e reclama una donna non è per prevaricare, né per recuperare visibilità ne tampoco per spirito di libertà troppo spesso scambiato per libertinaggio, come qualche maldestro bigotto ancora vuole, velatamente, far intendere. Lo spazio che vuole e merita la donna è la linea che deve consentirle di stare pari passo con ogni altro individuo.  Ciò che abbiamo ascoltato ed osservato la sera del 25 novembre scorso, non è stata la solita retorica sulla violenza di genere, ma un momento che ha accomunato tanti intorno ad un tema che nelle sottili abitudini locali/paesane spesso travalica la dignità non solo delle donne ma di chiunque attraversa momenti di sconforto mettendolo in condizioni di svantaggio rispetto ad altri. La donna, contrariamente allo slang diffuso da millenni, non è mai parte debole ma sempre parte forte e resiliente per questo credo che ascoltare l’invito di alzarsi in piedi, davanti ad una donna, sia stato bello e calzante per la manifestazione di inaugurazione del “Gaffio”. Credo che la sintesi dei messaggi passati durante i saluti e gli interventi della presidente e vice presidente de La Fenice, Dr.ssa Caterina Donnoli e Dr.ssa Anna Lapenta, così come l’intervento del parroco e del Dr. Antony Gallo, presidente della Pro-Loco, ci abbia portato a dire basta retorica sulla violenza verso le donne, basta violenza in genere non di genere.

La poesia di William Jean Bertozzo, è stata recitata magistralmente da Alessia Melfi.

Le donne de La Fenice hanno dimostrato che non è il traguardo a fare grande una comunità ma il percorso per raggiungerlo confermando l’antico proverbio Africano che recita: <<Se vuoi correre veloce vai da solo, se vuoi andare lontano devi farlo insieme.>>, per questo, in piedi davanti ad una donna, signori, in piedi.

 

VIDEO Poesia di W.J. Bertozzo, recitata da Alessia Melfi: https://drive.google.com/file/d/17dDWi-HxhiGv2UmrW6-A37cl_9lqOf_P/view?usp=drive_link

Gianfranco Massaro – Agos

 

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