Un reato ogni 18 minuti per un totale di 902.356 illeciti ambientali. È quello che in Italia in tre decenni hanno compiuto le ecomafie con un attacco costante e incessante all’ambiente. Parliamo di una media – dal 1992 al 2023 – di 79,7 reati al giorno, 3,3 ogni ora, uno ogni 18 minuti. Un ritmo impressionante contrassegnato anche da 727.771 persone denunciate e 224.485 sequestri.
Questi pochi ed impressionanti numeri sono l’estrema sintesi dei dati che Legambiente ha raccolto negli ultimi 30 anni attraverso il Rapporto “Ecomafia”, la cui prima presentazione avvenne proprio nel dicembre del 1994.
30 anni durante i quali Legambiente si è impegnata incessantemente nella pubblicazione delle storie e dei numeri della criminalità ambientale nel nostro Paese.
Storie e numeri che sono stati raccontati oggi, 13 dicembre 2024, in un incontro a Potenza, a cui hanno partecipato rappresentanti delle forze dell’ordine, della magistratura, del sistema di protezione ambientale, degli enti locali, chiamati a discutere, alla luce dell’ultimo trentennio, sulla situazione attuale dell’illegalità ambientale in Italia e in Basilicata in particolare.
E come racconta l’ultimo Rapporto “ECOMAFIA 2024: le storie e numeri della criminalità ambientale in Italia”, in Italia le ecomafie premono sempre di più sull’acceleratore e fanno affari d’oro. A dimostrarlo è l’aumento dei reati ambientali che nel 2023 salgono a 35.487, registrando +15,6% rispetto al 2022, con una media di 97,2 reati al giorno, 4 ogni ora.
Nel 2023 in Italia aumenta anche il numero delle persone denunciate (34.481, +30,6%), così come quello degli arresti (319, +43% rispetto al 2022) e quello dei sequestri (7.152, +19%). Tutto il mercato illegale nella Penisola è valso agli ecomafiosi nel 2023 ben 8,8 miliardi di euro.
“Senza legalità non c’è tutela ambientale – dichiara Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente – In questi 30 anni grazie alla straordinaria collaborazione con tutte le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto sono stati raggiunti risultati importanti, nell’interesse generale del Paese, come l’introduzione nel Codice penale dei delitti contro l’ambiente e di quelli a tutela del patrimonio culturale. I dati presentati nel Rapporto Ecomafia ci ricordano che non bisogna abbassare la guardia e che al centro delle scelte politiche va messa la salvaguardia dell’ambiente come ci ricorda l’articolo 9 della Costituzione italiana. Per questo chiediamo che vengano approvate quelle norme che ancora mancano all’appello in fatto di prevenzione e controllo, come i reati contro gli animali, le agromafie e agropirateria, chiedendo al tempo stesso allo Stato un impegno più forte nella lotta all’abusivismo edilizio”.
“Dal 1994 ad oggi – commenta Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente – è cresciuta la consapevolezza della minaccia delle ecomafie. Oggi chi indaga ha efficaci e importanti strumenti, primo fra tutti la legge sugli ecoreati approvata a maggio 2015, ma c’è ancora molto da fare anche a livello europeo. Per questo è fondamentale che l’Italia recepisca quanto prima la direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente”.
I dati dell’illegalità ambientale in Basilicata
In base ai dati del Rapporto “Ecomafia 2024”, nella classifica generale delle illegalità ambientali la Basilicata si colloca al 15°posto (dati 2023) e quindi migliora di una posizione rispetto al 2022, con una riduzione del numero totale dei reati (805 contro 1003). I reati accertati rappresentano il 2,3% del totale nazionale, anche questo dato in miglioramento rispetto al 2022 (3,3%). Resta un valore elevato se parametrato alla popolazione residente, ma su questo aspetto va sempre tenuta presente l’attività di contrasto delle forze dell’ordine sul territorio regionale. I controlli effettuati sono infatti pari a oltre il 3% di quelli fatti in totale in Italia (quasi 50.000, mentre nel 2022 erano stati 44.400 circa).
Rispetto al 2022 diminuisce il numero delle persone denunciate (da 815 a 611), mentre il numero dei sequestri è costante (da 100 a 93). In aumento costante il numero di illeciti e sanzioni amministrative (in totale oltre 4300). A livello provinciale rispetto al 2022 migliora sia la posizione di Potenza (dal 15° al 26° posto) che di Matera (dal 22° al 32°).
I reati nel ciclo del cemento (cave, abusivismo edilizio, reati su beni demaniali, lavori per opere pubbliche etc.) rappresentano nel 2023 oltre il 42% dei reati totali in Regione e il 2,6% dei reati a livello nazionale, ma sono in diminuzione rispetto al 2022 sia nel numero (341 nel 2023, 545 nel 2022) che in percentuale sul dato nazionale nel settore (nel 2023 erano il 4,4%), permettendo alla Basilicata di migliorare la sua posizione (dall’11a del 2022 alla 15a). E diminuiscono anche denunciati e sequestri. Tutto questo a fronte di un numero elevato di controlli, oltre 34.000, che rappresentano quasi il 70% dei controlli effettuati in Basilicata e ben il 4,9% dei controlli effettuati in questo settore a livello nazionale. In questo settore è stato anche riscontrato il 63% degli illeciti e sanzioni amministrative totali regionali.
Nella classifica provinciale delle illegalità nel ciclo del cemento balza negativamente agli occhi il dato della provincia di Potenza che occupa la 9a posizione (anche se era 7a nel 2022). In sostanza quasi 1 reato ambientale su 4 in Basilicata è commesso nella Provincia di Potenza nel settore del ciclo del cemento.
Nella classifica relativa al ciclo dei rifiuti (traffici e smaltimenti illeciti), nel 2023 sono state accertati 190 reati (nel 2022 erano 160) con la Basilicata che si colloca in 16a posizione (13a nel 2022). Quindi malgrado l’aumento nel numero dei reati, migliora la posizione a scala nazionale e anche in termini percentuali si passa dal 2,9% al 2% rispetto al totale nazionale dei reati nel settore. I reati nel ciclo dei rifiuti rappresentano nel 2023 quasi il 24% dei reati totali regionali.
Aumenta, invece, notevolmente il numero delle persone denunciate (248, quasi il doppio del 2022), stabili i sequestri. Il numero dei controlli, in aumento del 13% rispetto al 2022, è pari all’1,7% del totale nazionale del settore (e l’8.6% del totale dei controlli in Basilicata). Il lavoro svolto dalle forze dell’ordine, insomma, ha fatto emergere un’illegalità diffusa. In questo settore è stato anche riscontrato l’11% degli illeciti e sanzioni amministrative totali regionali.
Sia Potenza che Matera migliorano comunque la loro posizione nelle classifiche provinciali.
Per quanto riguarda i reati nel ciclo degli incendi boschivi e di vegetazione, la Basilicata peggiora la sua posizione nazionale passando dall’11°posto del 2022, al 7° posto del 2023, con 240 reati accertati mentre l’anno precedente erano stati 255, ma in percentuale rappresentavano il 4,9% mentre nel 2023 sono il 6,5%. I reati nel ciclo degli incendi di vegetazione rappresentano nel 2023 quasi il 30% dei reati totali regionali. Si riduce il numero delle persone denunciate (da 41 a 21) e i sequestri sono pari a 1. Questi numeri dimostrano come permanga, in questo settore, un forte squilibrio, come nel resto d’Italia, tra il numero di reati e le persone denunciate, i sequestri e gli arresti. Il numero dei controlli è pari al 3,9% del totale nazionale del settore (e il 3.1% del totale dei controlli in Basilicata). In questo settore è stato anche riscontrato il 4% degli illeciti e sanzioni amministrative totali regionali
Nelle classifiche provinciali Potenza migliora passando dal 4° posto del 2022 al 10°, mentre Matera peggiora dall’8° al 5°.
Nei reati ai danni della fauna la Basilicata migliora nella posizione generale (dalla 18a alla 19°), nel numero dei reati (da 41 a 33, lo 0,5% dei reati totali del settore in Italia), nelle denunce (da 19 a 13) e dei sequestri (da 22 a 21). I reati ai danni della fauna rappresentano il 4,1% dei reati totali in Basilicata. Il numero dei controlli è pari a quasi il 3% del totale nazionale del settore (e il 14.2% del totale dei controlli in Basilicata). In questo settore è stato anche riscontrato l’8% degli illeciti e sanzioni amministrative totali regionali.
Facendo una valutazione complessiva dei 5 anni dal 2019 al 2023, in Basilicata sono stati accertati 4734 reati ambientali, pari a 2,6 reati al giorno. I reati nel ciclo del cemento nel quinquennio sono stati 1996 pari al 42% del totale, quelli nel ciclo dei rifiuti 998, il 21% del totale, i reati nel ciclo degli incendi 1396 pari al 29,5%, quelli contro la fauna sono stati 227 pari al 4.8%. Si conferma anche per tutto il periodo 2019-2023 il dato significativo della provincia di Potenza per i reati nel ciclo del cemento che rappresentano almeno il 25% del totale di tutti i reati ambientali in Basilicata.
Nel quinquennio 2019-2023 ci sono stati anche 3444 denunce, 537 sequestri e 15 arresti.