L’intreccio fra le arti è la cifra distintiva del programma della Forgia di Sinisgalli 8, promosso dalla Fondazione Leonardo Sinisgalli per il mese di dicembre.
Dal 4 all’8 dicembre, la Fondazione è stata fra gli editori ospiti dello stand del Consiglio regionale della Basilicata alla fiera della piccola e media editoria Più Libri, più Liberi a Roma. Nella giornata del 7 dicembre, è stato inoltre presentato l’ultimo lavoro edito dalla Fondazione, il volume di Elio Frescani e Biagio Russo, con prefazioni di Mimmo Sammartino e Luigi Beneduci, “Leonardo Sinisgalli e la pubblicità Eni negli anni di Enrico Mattei: 1958-1963” (Fls, Montemurro 2024), con interventi di Giuseppe Appella (critico d’arte), Luigi Beneduci (direttore FLS), Elio Frescani (autore), Eleonora Locuratolo (Presidente Associazione dei Lucani a Roma), Biagio Russo (autore), Domenico Sammartino (Presidente FLS).
Il prossimo 21 dicembre, è invece in programma una intera giornata ricca di attività a Montemurro. Si comincia alle 10:00 nell’ ex Convento San Domenico, con lo spettacolo teatrale “Il cerchio perfetto di Einstein” a cura del Laboratorio di Teatro dell’Università degli Studi della Basilicata, realizzato con il sostegno della Fondazione Sinisgalli, regia di Roberto Riviello, dedicato alle quinte classi dell’IIS “G. Peano” di Marsico Nuovo, e la presentazione dell’omonimo volume, pubblicazione n.8 della Fondazione Sinisgalli all’interno della collana dei “Quaderni”, a cura di Nicola Cavallo e Maria Teresa Imbriani, con prefazioni del presidente, Mimmo Sammartino, e del direttore Luigi Beneduci.
Nato in occasione della Notte europea dei ricercatori e delle ricercatrici, lo spettacolo porta in scena, a partire da una commedia di Dürrenmatt, personaggio come Marie Curie, Einstein, Newton, ma anche Laura Capon, moglie di Enrico Fermi, Giorgia de Cousandier, compagna di Leonardo Sinisgalli, Dorina Corso, madre di Ettore Majorana, per parlare di scienza, senza dimenticare l’humanitas, i valori immateriali, la cosiddetta «utilità dell’inutile». A spiccare è la figura del poeta ingegnere Leonardo Sinisgalli, sia perché fu allievo del giovane Fermi a Roma sia perché in lui si materializza la proposta di un Neo-Umanesimo nell’intreccio tra Poesia e Scienza da un lato e Scienza e progresso civile dall’altro.
Alle 21:00, sempre nell’ ex Convento San Domenico, si terrà lo spettacolo musicale “Féssë a cchi muórë” con la cantautrice Chiara D’Auria che presenta il suo disco d’esordio insieme a Luigi Pelosi al basso e Gabriel Ambrosone alla fisarmonica. Si tratta di un concept album cantautorale dalle sonorità film che mette in luce la complessità e l’universalità del territorio lucano, posto da sempre al centro delle grandi questioni legate al Meridione. Un progetto intenso e intimo che parla al presente guardando il passato, e che invita a far branco per poter ululare insieme, a testa alta, nella propria lingua. Perché ogni lupo ha un ululato unico e irripetibile, e quello di un lucano è l’ululato di un lupo che si sveglia da un lungo letargo di oppressione ed esclusione.
Alle 22:00 ci si sposta nella Casa delle Muse, per l’inaugurazione della mostra a cura di Giuseppe Appella “Edo Janich: presepe stellato e quaranta opere grafiche dedicate a Leonardo Sinisgalli” alla presenza dell’artista. Scrive Edo Janich: “Nasce il presepio come rappresentazione teatrale con San Francesco e questa strada non voglio percorrerla e mi viene in aiuto un verso della “Divina Commedia” dove Cristo è paragonato al punto fermo della nostra redenzione come la stella polare riferimento per i naviganti. Ho pensato ad una culla inserita in un cerchio di tre metri, vincolo di partenza, che inclinata di 30° piega verso destra come a rientrare nel mondo. Il fondo di tre metri diventa un cielo stellato con 32 stelle più la culla che sono gli anni di Cristo in terra. Il lavoro sul marmo mi ha portato alla comprensione che culla e sarcofago hanno una forma simile: la prima ricoperta di panno, la seconda di pietra. Ora, con un taglio profondo, per velocizzare il lavoro sulla pietra, mi è venuto in mente di realizzare nella parte superiore più profonda la morte del Cristo che risulta nel sarcofago ed ho scavato fino a 4 mm il marmo, che data la sua caratteristica diventa trasparente. Questo mi suggerisce come un’alba di resurrezione: nascita, morte e resurrezione insieme”.
La serata si concluderà con brindisi augurale per le festività e dono di volumi, fra nuovi acquisti, stampe e ristampe, come strenne natalizie.
Biografia Edo Janich
Incisore, disegnatore e scultore (Valvassone – PN, 1943), Edo Janich inizia giovanissimo a disegnare e dipingere. Agli anni Settanta risale l’incontro con Leonardo Sciascia, Enzo Sellerio e Nicolò D’Alessandro con i quali nasce una forte amicizia. Sin dal 1962 si interessa alla scultura e al disegno e solo anni dopo inizierà l’attività incisoria che gli darà la notorietà. In quegli anni frequenta lo studio romano di Ugo Attardi e successivamente dedicherà particolare attenzione all’incisione e al disegno. Dal 1968 ad oggi, ha inciso circa 450 lastre all’acquaforte raccolte per lo più in cartelle realizzate per i più noti editori d’arte italiani. Dal 1972 collabora con l’editore Sellerio di Palermo e dal 1972 al 1987, per la collana: “La civiltà perfezionata” incide numerose lastre riprodotte in copertina. Al 1974 risale la cartella “Les Automates”, 4 incisioni con testo introduttivo di Leonardo Sciasca e nel 1976, in occasione dell’Anno Santo, realizza un’altra importante cartella di incisioni “Le Basiliche” (presenti in mostra), Edizioni Città del Vaticano, accompagnate da un testo introduttivo di Paolo VI. Come scultore ha realizzato per la Chiesa di San Pietro a Bagheria il ciclo bronzeo della Via Crucis e gli arredi che lo hanno impegnato per più di dieci anni. Ha tenuto numerose personali a Roma, Bucarest, Amsterdam, Belgrado, Zagabria, Reggio Emilia, Ravenna, Ferrara, Padova, Spalato, Trieste, Firenze, Pordenone, Trapani, Palermo. Ha realizzato incisioni per l’editore Salomon (1972), per la Domus Editrice (1973), per la Fondazione Giorgio Cini (1975), per la Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone (1986-1987), per la Società S.p.A. Fratelli Dioguardi (1986), pr la Cassa Centrale di Risparmio V.E. Sicilcassa (1988). Nel 2014, per il MIG, ha curato la “Prima Settimana della Grafica”. Leonardo Sciascia, appassionato cultore d’arte e suo ammirato sostenitore, così scrive nel 1974: […] oggi sono pochissimi gli incisori veri. Scomparsi Bartolini, Morandi e Viviani in Italia bastano le dita di una mano a contarli: e magari fermandoci al quarto che è certamente Janich. Fra i suoi estimatori anche Ugo Attardi, Renzo Vespignani e Nicolò D’Alessandro che in uno scritto del 1988 ne esalta la non comune capacità di scrivere le immagini attraverso la luce.