Petrolio in Val d'Agri e Valle del SauroPrimo Piano

Fumo nero al centro oli, Legambiente e Il Presidente del Parco Appenino esprimono preoccupazione

“L’ennesimo incidente di ieri al Centro Oli di Viggiano è, purtroppo, il coerente epilogo di un annus horribilis per la presenza Eni in Basilicata, durante il quale sono venuti al pettine tutte le criticità della ventennale attività estrattiva, “regalando” alla Val d’Agri, dopo emissioni e omissioni, un ribalta giudiziaria immeritata e un enorme costo ambientale, economico e sociale per i cittadini e il territorio”. E’ quanto si legge in un comunicato stampa di Legambiente Basilicata.

“Alle vicende giudiziarie non sono seguiti gli attesi interventi in termini di monitoraggio ambientale e di messa in sicurezza degli impianti che, anche alla luce di quanto successo alla raffineria di Sannazzaro de Burgondi, non risulta essere tra le priorità dell’Eni in Italia. La salute dei cittadini e la salubrità dell’ambiente dovrebbero essere invece i primi obiettivi nell’agenda di un’azienda responsabile e naturalmente della Regione Basilicata che ancora una volta è spettatore passivo di quanto avviene al COVA di Viggiano.
L’Eni dovrebbe avere le energie per vedere, non solo negli spot televisivi ma anche in Basilicata, bio-raffinerie e energie rinnovabili piuttosto che servirsi della Fondazione Mattei per millantare fuori dal territorio e sui giornali un interesse all’ambiente e alle produzioni della Val d’Agri.

E’ giunto il momento di stravolgere il paradigma con il quale da vent’anni vive il territorio avviando con i fatti, una conversione dell’esistente. Urge ripensare il rapporto con le royalties e l’uso delle risorse finanziarie disponibili, oltre al potenziamento degli strumenti a disposizione, come il P.O. Val d’Agri che, se rivitalizzato, potrebbe realmente rappresentare lo strumento efficace ad implementare una reale compensazione ambientale, economica e sociale.

E’ necessario, in sostanza, che l’Eni abbia finalmente un nuovo approccio con il territorio lucano e ciò è possibile solo se anzitutto il governo regionale, per primo, farà lo stesso: il dibattito si sposti dall’emergenza a una prospettiva di lungo respiro, capace di trasformare in virtuosa un’esperienza produttiva fin qui purtroppo disastrosa e allo stesso tempo offrire reali opportunità al territorio della Val d’Agri per un futuro di sviluppo moderno e sostenibile”.

Il presidente del Parco Nazionale dell’Appenino Lucano, Domenico Totaro, esprime “preoccupazione e rammarico per l’incidente che si è verificato nel pomeriggio di ieri presso il Centro Olio di Viggiano, che ha provocato la fuoriuscita di un inteso fumo nero da un camino”. 

“È difficile e complicato promuovere il territorio del Parco con le sue emergenze naturali e i suoi prodotti tipici –prosegue Totaro-, quando si verificano periodicamente incidenti legati alla presenza delle estrazioni petrolifere, che già di per sé rappresentano un ostacolo di non poco conto per l’immagine complessiva dell’area, oltre che per la salubrità dell’ambiente. Al di là delle rassicurazioni fornite dall’ENI in merito all’accaduto, è chiara la difficoltà di quanti, come i sindaci, i produttori e il Parco, si adoperano per valorizzare le produzioni tipiche e l’enogastronomia di questa parte della Basilicata, sforzandosi di dare corpo a un settore importante per l’economia locale, come quello turistico, e di sostenere quanti ancora oggi continuano a investire sull’agricoltura di qualità.”

“Non possiamo più assistere inermi al verificarsi di questi ripetuti incidenti degli impianti petroliferi. L’ENI è una grande multinazionale –conclude Totaro- che esporta tecnologia d’avanguardia nel mondo e pertanto in grado di assicurare a questo territorio, in cui opera da anni con notevoli vantaggi economici, lo stesso elevato livello di cura e di attenzione anche per l’ambiente, la salute, la natura e la biodiversità. Questo nostro patrimonio merita un’altissima attenzione da parte di tutte le istituzioni. Speriamo che le forze preposte al controllo della salubrità dell’ambiente e della salute dei cittadini ci diano al più presto delle informazioni attendili su quelle che sembrano essere oramai ripetuti malfunzionamenti degli impianti, che non dovrebbero esserci. Se le cose dovessero restare così si pone davvero il tema del considerare le utilizzazioni petrolifere della val d’Agri.”

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