A giorni avrà inizio la terza edizione del Torneo della Speranza 3.0; torneo calcistico amatoriale che si disputerà presso l’impianto sportivo Antonio Coviello in Viggiano dal 4 luglio al 14 agosto.
Torneo della Speranza 3.0 in quanto nel 2015 si è ridato vita, nella sua più recente e aggiornata versione, ad un evento sportivo che aveva caratterizzato le estati degli anni ottanta e novanta, interrotto, ripreso e di nuovo interrotto agli inizi del nuovo secolo.
Il Torneo, nella sua prima versione, prende forma nell’estate del 1982, sull’onda dell’entusiasmo del mondiale di calcio appena vinto dall’Italia, in una Viggiano che da alcuni anni non partecipava ad alcun campionato regionale dilettanti.
L’iniziativa è di un manipolo di giovani, oggi ultracinquantenni, che prendendo spunto dal torneo dei Bar, il quale si giocava negli anni settanta, riescono a coinvolgere un centinaio di concittadini, riuscendo a formare 6 squadre alle quali firmo dati nomi fantasiosi del tipo Cariocas, Red Devils, o un ardito Black Jack, che ai più anziani ricorderà sicuramente qualcosa di particolare; per la cronaca vinceranno quella prima edizione proprio i Red Devils.
Negli anni a seguire le squadre vennero abbinate ai vari ristoranti e bar del paese, come succede tutt’ora, prendendone il nome. La formula è rimasta invariata negli anni: due gironi all’italiana per stabilire le semifinaliste e così via. Invariato è rimasto anche il criterio di composizione delle squadre, le quali vengono composte mediante un sorteggio tra gli iscritti divisi per fasce in base alle capacità tecnico tattiche.
Il nome Torneo della Speranza (che sostituisce il primo nome Torneo Interno) prende spunto dalla speranza, appunto, di individuare durante il torneo stesso, giovani da inserire nei ranghi della prima squadra, in un’epoca nella quale non esistevano scuole calcio.
Per quasi due decenni il Torneo ha rappresentato l’evento per eccellenza, delle estati viggianesi, coinvolgendo oltre ai protagonisti in campo, l’intera comunità. Gli spalti, come testimoniano molte foto dell’epoca, erano gremiti da interi nuclei familiari, bambini e anziani compresi, in una sorte di aggregazione intergenerazionale. Aggregazione che continuava nel dopo partita, con il terzo tempo presso i bar e ristoranti coinvolti nel tomeo.
Per far capire quanto fosse sentito il torneo basti sapere che molti emigrati, residenti all’estero o nel nord italia programmavano le loro ferie in funzione della possibilità di poter giocare il torneo estivo.
Il Torneo è stato poi interrotto in concomitanza dei vari lavori di ampliamento dell’impianto; da qui la locuzione 1.0 (anni ottanta-novanta) 2.0 (primi anni del secolo in corso), per arrivare nel 12015 al 3.0.
A farsi carico di dare nuova linfa al Torneo è stato un gruppo di giovani trentenni, con l’ausilio di qualche veterano che aveva partecipato alla primogenitura del torneo che se si fosse giocato senza interruzioni sarebbe oggi alla 36^ edizione.
Gli organizzatori, pur ricalcando fedelmente le formule vincenti delle edizioni passate, hanno cercato di coinvolgere quante più persone possibili, puntando molto sulla spettacolarizzazione dell’evento, senza perdere di vista l’aspetto prettamente sportivo anzi competitivo.
L’utilizzo dei social network (pagina facebook del torneo) ha permesso a questa nuova versione del Torneo di varcare i confini paesani, tanto è vero che molteplici sono le richieste di iscrizione da parte di non residenti. Ma per non snaturare la caratteristica amatoriale del Tomeo sono ammessi a giocare solo coloro che abbiano legami affettivi, parentali o di lavoro con la comunità viggianese.
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