In Basilicata, sono 12 le persone coinvolte in un’inchiesta della Procura della Repubblica di Potenza, denominata “Senza tregua“, e rinviate a giudizio dal Giudice dell’Udienza Preliminare, presso il Tribunale di Potenza, Tiziana Petrocelli, con la prima udienza fissata al prossimo 15 gennaio 2018 e che lo scorso gennaio portò a 5 misure cautelari, 2 in carcere, 2 ai domiciliari e 1 divieto di dimora, eseguite dal personale della Squadra Mobile della Questura di Potenza, diretta all’epoca dal dirigente Carlo Pagano, che dopo 5 anni di servizio nel capoluogo di regione, dallo scorso luglio è passato in Puglia a dirigere la Squadra Mobile di Taranto.
La storia, iniziata tra il 2015 e 2016, è legata al servizio di una “squadra” di buttafuori in alcuni locali notturni della città e dell’hinterland, e da quanto emerso, dalle indagini coordinate dal pm della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Potenza, dott. Francesco Basentini, dopo alcune rivelazioni di un pentito, gli indagati, a vario titolo, di danneggiamento e tentata estorsione, con l’aggravante del metodo mafioso, costringevano i gestori al servizio di vigilanza a pagamento.
Il tutto avveniva, sembra, grazie all’aiuto del clan Martorano-Stefanutti, pare, legati a cosche calabresi, del quale gruppo facevano parte anche alcuni degli imputati.
Rocco Becce robexdj@gmail.com