Con la delibera di consiglio n. 27 del 28 settembre scorso, sotto allegata, con qualche anno di ritardo, il Comune di Montemurro si accorge, e mette per iscritto, tutte le carenze denunciate in questi anni da associazioni e minoranza: dalla mancanza di un piano regionale di tutela delle acque agli effetti trans-comunali delle emissioni gassose del COVA. Tuttavia come potrete leggere nella lunga delibera consiliare, le proposte della minoranza e di Cova Contro sono ancora parzialmente ignorate: dalla radioattività dei reflui al controllo della catena alimentare – flora selvatica locale, ci sarebbe stato tanto di più da deliberare, ma i primi frutti della guerra interna al PD si intravedono. Adesso infatti la componente di Lacorazza, nevralgica a Montemurro, si riscopre in massa ambientalista: tutto pur di contrastare Pittella e l’ala renziana.
La giunta Di Leo scrive cose pesanti nel deliberato:”… occorre quindi anche prevedere un piano di sviluppo economico alternativo al petrolio, nonché rivedere il meccanismo delle compensazioni ambientali, tenendo conto che il Centro Oli è da considerarsi una centrale a norma dell’art. 9 della D. Lgs n. 625/96 che produce impatto ambientale sull’intera Val d’Agri e quindi anche su Montemurro;”.
Eppure i particolari sono abbondanti solo sul versante delle compensazioni economiche, come se i disastri fossero mitigabili con più soldi in cambio. Anzi un pò ingenuo è il continuo rimpallo con mamma Regione, chiamata in causa a fare quello che non ha mai fatto e mai farà, ossia secondo la giunta di Montemurro, dovrebbe “… vigilare sulle migliori tecnologie disponibili ” usate da ENI ( proposta santa ma priva di basi perchè le migliori tecnologie disponibili se le autocontrolla il controllato e Roma dovrebbe provvedere a fermare questo conflitto d’interesse – ndr ), e poi Arpab non riesce a svolgere mansioni minime e vogliamo invece aggiungerne altre più specialistiche?
Viene giustamente richiesta l’estensione a Montemurro della VIS, un ricalcolo delle royalties a favore anche di Montemurro, e alla Regione viene chiesta una cosa che mai ha fatto e mai farà fino a quando la magistratura non provvederà in tal senso: “… richiedere alla Regione la tutela delle risorse idriche..” cosa impossibile con un’Arpab monca e sotto controllo politico.
La giunta di Montemurro chiede anche di “rivedere i limiti” di alcuni inquinanti, ma non dicono di rivederli al ribasso. Strano questo deliberato: si mette in premessa la tutela suprema della salute, si conoscono le carenze nei controlli ed invece di fermare precauzionalmente le attività, si chiedono solo soldi per danni ed attività i cui impatti sono già gravi ed ufficiali. Di Leo forse non ha ancora imparato la lezione di Papa Francesco: Dio perdona sempre, la natura mai; e a Montemurro si sta tirando troppo la corda. Dalle querele annunciate siamo passati all’ambientalismo sbandierato, aspettiamo solo i fatti.
Capogruppo Consiliare – Antonio Santomartino