È positivo il confronto avviato sul tema della maggiore autonomia delle Regioni a seguito dell’esito referendario in Lombardia e in Veneto e al pronunciamento del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Un confronto che per molti di noi non è la estemporanea comunicazione agli organi d’informazione ma il solco, alcune volte anche impopolare, che ci ha visto critici, dal Governo Monti ad oggi, per come si è affrontata la riforma delle Province e in maniera del tutto pasticciata e controversa la riforma del Titolo V della Costituzione anticipata dall’art. 38 dello Sblocca Italia. Ci sono alcuni aspetti che andrebbero ricondotti non solo nell’alveo degli articoli 116 e 117 della Costituzione ma anche dell’art. 119 che dice, tra l’altro, che ‘…La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante…’ Aggiungo che ben prima della riforma del Titolo V della Costituzione nel 2001 la Basilicata riuscì ad ottenere, in un contesto di leale collaborazione con il Governo, nel campo energetico, la retrocessione del 30% delle royalties dallo Stato alle Regioni. Ma questo 30% di risorse sarebbe dovuto servire per alimentare la programmazione negoziata principalmente nelle aree in cui si estrae il petrolio. Cosi non è stato. Ho più volte sollevato la questione. La stessa Corte dei Conti ha utilizzato questo argomento nella mancata parifica del rendiconto di gestione 2015 della Regione Basilicata. Cosa voglio dire? Che stare dentro la sfida dell’autonomia significa accettare la sfida della efficienza e della efficacia. Per questo dopo aver dato il contributo da Presidente del Consiglio per l’approvazione dello Statuto Regionale, atteso da molti anni, ho messo all’attenzione del confronto politico istituzionale tre proposte di legge: sistema elettorale, assetto dei poteri e finanziamento delle funzioni con un fondo unico per gli enti locali.
Dopo mesi di proposte, di sollecitazioni, di interrogazioni portate in Consiglio Regionale arriva il piano sulla mitigazione del rischio idrogeologico e di riequilibrio ambientale. Il piano presenta anche i criteri di attribuzioni dei punteggi per la definizione delle graduatorie che possono essere anche verificati e, eventualmente, approfonditi dai rappresentati degli enti locali. Ho seguito da tempo le questioni relative a due comunità, Montescaglioso e Stigliano, simboli delle fragilità del Mezzogiorno che solo con atti concreti può riscattarsi da questa condizione. Il piano discusso, su mia proposta, oggi in III commissione è una parte importante di quella che abbiamo definito una ‘nuova 219 green’, per rilanciare il settore dell’edilizia costruendo risposte concrete tanto per i cittadini e gli amministratori locali quanto per il mondo delle professioni e delle imprese. Il lavoro fatto dell’assessore Benedetto, dal dipartimento regionale e dal commissario straordinario devono proseguire senza intoppi con l’auspicio che tutto avvenga in tempi rapidi e nel migliore dei modi.