Per l’VIII sagra della castagna munnaredda di Tramutola non c’è più una stanza d’albergo libera da Viggiano a Brienza. Il presidente di Federalberghi-Confcommercio Michele Tropiano parla di tradizionale appuntamento di formidabile attrazione turistica sottolineando che “l’itinerario enogastronomico, opportunamente organizzato, segnalato e promosso, diviene una vera e propria componente del turismo tanto più significativa in cosiddetta bassa stagione quando alberghi e ristoranti fanno fatica ad avere ospiti in camera e a garantirsi coperti al tavolo. E poi – aggiunge – i sapori d’autunno sono un forte richiamo per i gourmet. Proprio come stiamo facendo dando seguito al tour-educational di operatori russi ed esteri puntando molto sulla gastronomia”.
Il segreto di successo sta nel legare un prodotto simbolo delle risorse naturali di un territorio con la promozione di tutte le altre risorse (alimentari, ambientali-naturalistiche, culturali, storico-monumentali) dell’intero comprensorio Val d’Agri. La Sagra – resa possibile grazie al grande impegno e alla passione di numerosissimi volontari coordinati dalla Pro Loco, fortemente attaccati alla tradizione – invita a scoprire le caratteristiche dei frutti e non solo, con benefici per ogni attività economica, dalla ricettività alberghiera, alla ristorazione, a commercio e artigianato.
A riprova del “business” -il turismo enogastronomico vale 5 miliardi di euro e si conferma, anno dopo anno, il vero motore della vacanza Made in Italy che è l’unica nel mondo a poter offrire ben 176 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario e 4396 specialità tradizionali censite dalle regioni, mentre sono 477 i vini DOC- Federalberghi fa riferimento ai dati di un Rapporto realizzato da AIGO, società di consulenza in marketing e comunicazione specializzata in turismo, ospitalità e trasporti, su “Turismo Enogastronomico – L’esperienza culinaria in viaggio: la chiave di volta nella scoperta di un paese”. Secondo il 53% degli intervistati, il settore enogastronomico viene prenotato indifferentemente da uomini e donne; solo per il 23% degli intervistati invece è una tipologia di viaggio prenotata da donne, e addirittura solo per il 13% dagli uomini. L’età media del cliente tipo si aggira fra i 36 e i 55 anni per il 58% degli intervistati. Il 30% indica invece gli over 55 come i principali viaggiatori di questo segmento e solo l’1% ritiene che a prenotare siano persone di età compresa tra i 20 e i 35 anni. Il 45% degli addetti ai lavori dichiara che la spesa media per persona al giorno è al massimo di 250 Euro. Il 19% ritiene non sia superiore a 100 Euro. L’11% indica una spesa compresa tra i 250 e i 500 Euro; l’8% riporta un budget tra i 500 e i 1.000 Euro e solo l’1% investe più di 1.000 Euro. La maggioranza degli intervistati (58%) ritiene che la durata preferita per questo tipo di soggiorni enogastronomici sia di 2-3 giorni. Il 23% indica una settimana di permanenza e solo l’8% indica una sola giornata. Il 3% preferisce spostarsi per 10 giorni o due settimane. Secondo il 50% degli intervistati sono le coppie a preferire gli itinerari culinari. Seguono i gruppi di amici (18%) e le associazioni/gruppi tematici (15%), il 9% si sposta con la famiglia e solo il 2% viaggia solo.
Dunque – commenta Tropiano – il turismo enogastronomico è un nuovo modo di viaggiare che sta conquistando un numero sempre crescente di appassionati, alla ricerca di sapori e di tradizioni autentiche. In questo contesto, infatti, il cibo assume un ruolo nuovo, diventando il medium di un territorio, di una cultura e dei valori legati alla terra ed alle proprie radici.