Nel Lazio, il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e il pm Francesco Arcuri della Procura della Repubblica di Roma vanno avanti nelle indagini e hanno aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, per il reato di omicidio colposo e disposto una consulenza per chiarire le cause del decesso della bambina di 9 anni di Matera, avvenuto lo scorso 12 ottobre nell’ospedale pediatrico “Bambino Gesù”.
La piccola era giunta dalla città della Basilicata in gravissime condizioni e morta a causa di un doppio arresto cardiaco.
Secondo i primi accertamenti, nel corpo fu trovato un tasso elevato di metanolo, una sostanza che sarebbe legata all’utilizzo da parte della piccola della schiuma da barba del padre, utilizzata per ammorbidire lo slime, un pongo gelatinoso molto diffuso tra i bambini e allo stesso tempo abbastanza pericoloso che per produrlo in casa è molto facile e i vari passaggi e ingredienti da utilizzare sono pubblicati sui social network, nostre gioie e dolori.
Una moda partita lo scorso anno dagli Stati Uniti e arrivata da poco in Italia con 7 milioni di contenuti sul pongo di diversi colori.
E comunque, sino ad ora, secondo quanto emerso dalle prime indagini, non sarebbero stati accertati legami diretti tra l’uso di questo gioco e il decesso della ragazzina lucana, ma è ancora troppo presto, purtroppo, per scrivere la parola fine su un’altra pagina di triste cronaca che ha colpito un’altra famiglia e tutti noi.
Rocco Becce robexdj@gmail.com