All’alba di ieri, lunedì 13 novembre, sono stati consegnati alla giustizia e si trovano ora rinchiusi presso la Casa Circondariale di Matera, in attesa dell’interrogatorio di garanzia, come per legge, entro i 5 giorni, gli assassini del pastore 34enne Vincenzo Lauria, ucciso in Basilicata, in contrada Varre, nelle campagne di Salandra, in provincia di Matera, intorno alle ore 17.30 del pomeriggio dello scorso 6 marzo.
N. L. di 65 anni e F. T. di 70, entrambi pensionati, sono le due persone ritenute responsabili in concorso dell’omicidio del giovane, forse a causa di un furto di attrezzature agricole subito il 4 marzo, due giorni prima dell’omicidio.
Ad eseguire gli arresti, i Carabinieri della Compagnia di Tricarico, con un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Matera, dott.ssa Angela Rosa Nettis, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, dott.ssa Maria Cristina De Tommasi.
Tutti i dettagli dell’operazione sono stati illustrati in una conferenza stampa tenutasi nella tarda mattinata di oggi presso la Sala Stampa del Comando Provinciale dei Carabinieri di Matera alla presenza del Maggiore Daniele Dinoi, Comandante del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Matera, del Capitano Antonio De Rosa, Comandante della Compagnia Carabinieri di Tricarico e del Maresciallo Giovanni Grimaldi, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Salandra.
L’arresto scaturisce dalle risultanze delle indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Matera condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Tricarico, con il supporto di attività tecniche, che hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di entrambi gli indagati, proprietari di alcuni terreni a circa 500 metri dalle proprietà del Lauria, oltre alla preziosa collaborazione dei cittadini, in una complessità di indagini portate avanti che ha messo in luce il modello istituzionale dell’Arma dei Carabinieri.
Gli investigatori ritengono che l’omicidio, avvenuto con un fucile da caccia cal. 16, caricato a pallettoni, sia maturato in un ambiente sociale degradato in cui vi era forte odio e sentimento di vendetta nutrito dagli arrestati nei confronti dei fratelli Lauria, che da anni imponevano il pascolo abusivo e il loro incontrastato dominio sia in contrada Varre che nei terreni limitrofi.
Rocco Becce robexdj@gmail.com