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Nel maxipresepio della famiglia Mazza a Torino riprodotta la Chiesa di San Gianuario di Marsiconuovo (LE FOTO)

Nel cortile della famiglia Mazza una monumentale opera di 24metri quadrati

Un autentico mix di culture e di storia che si tramanda, ormai, da tre generazioni. Da alcuni anni il rito dell’Immacolata della famiglia Mazza-D’Amato prevede il taglio del nastro, simbolico si intende, di un grandissimo presepe, la cui casa si trova al civico 41 di via Rubiana a Torino. Fiorenza Mazza moglie di Giuseppe Mazza è di Marsico Nuovo.

Un appuntamento che il quartiere aspetta tutto l’anno. Specialmente bambini e anziani che alla vista dell’opera, un miracolo di 24 metri quadrati e 300 metri di cavi elettrici, lasciano le proprie case per andare in pellegrinaggio e scattare una foto a quella che è a tutti gli effetti un’attrazione. Il presepe raffigura le tradizioni contadine del Piemonte, regione che ha accolto la famiglia diversi anni fa, accostandole alle usanze tipiche di Calabria, Campania e Basilicata.

«Ogni mese di dicembre – raccontano Giuseppe e Francesco, padre e figlio – aggiungiamo qualcosa. L’anno scorso fu il turno del Monviso. Quest’anno abbiamo inserito una cascata che simboleggia il Po e una chiesa che richiama la cattedrale di Marsico Nuovo e il suo patrono, Gianuario».

Con l’acqua alimentata da una pompa ad immersione che ne garantisce il riciclo. Un lavoro certosino e di grande impatto visivo, fatto con amore e pazienza. Con centinaia di statuette.

A prima vista sembra il classico presepe con al centro i personaggi della Natività. In realtà nell’opera della fa- miglia Mazza, che quest’anno ha sfidato anche vento e neve, ci sono anche le origini di ogni componente della famiglia.

Ma il mix è così ben riuscito che tutti, in zona San Paolo, hanno sempre avuto una parola di elogio. A dare il loro prezioso contributo ci sono anche la signora Fiorenza, che non fa mai mancare un caffè caldo, e lo zio di Francesco, Fernando D’Amato, poliziotto in pensione. Con l’hobby delle decorazioni. Sue sono le strepitose casette, costruite e dipinte a mano. Suoi i ponti e il castello.

«Alcuni residenti – ricorda Fernando – ci avevano fatto notare che mancava un castello. E noi li abbiamo accontentati». La sorpresa dell’anno venturo? Ancora difficile saperlo. Intanto fino al 6 gennaio sarà possibile ammirare questo monumento al Natale. «E chissà che un domani – assicurano dalla famiglia – Papa Francesco non suoni al nostro campanello per farci i complimenti».

FONTE: CRONACAQUI.IT

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