Il geologo prof. Franco Ortolani interviene sull’incidente rilevante al Centro Oli di Viggiano avvenuto all’inizio del 2017 che, come ammesso da ENI, ha causato lo sversamento di 400 tonnellate di petrolio nel terreno. Ecco quanto scrive sul suo profilo facebook:
L’inquinamento non ha ascoltato le parole di ENI e non è rimasto circoscritto attorno al Centro Oli di Viggiano.
Dopo circa 1 anno le sostanze inquinanti infiltratesi nel sottosuolo a valle del Centro Oli di Viggiano (val d’Agri, Basilicata) hanno raggiunto le sorgenti, inquinandole, ubicate alcune centinaia di metri a monte dell’invaso del Pertusillo?
E gli idrocarburi dispersi dai serbatoi del Centro Oli stanno seguendo la stessa strada sotterranea?
Che sta succedendo attorno al Lago artificiale che accumula 155 milioni di metri cubi di acqua usata in Puglia e Basilicata?
Ricordiamo che circa 1 anno fa dal Centro Oli COVA di Viaggiano si verificò una non celabile dispersione di idrocarburi; il centro oli si trova circa 2 km a monte del bacino artificiale del Pertusillo.
Il Ministero dell’Ambiente ha valutato rilevante l’incidente dello sversamento avvenuto al Centro Oli di Viggiano.
L’incidente ha creato allarme tra gli abitanti della zona in quanto si temeva che lo sversamento di greggio potesse interessare le falde acquifere.
L’Eni all’inizio del 2017 informò che complessivamente erano stati effettuati un centinaio di sondaggi nelle aree interessate dallo sversamento di idrocarburi che, a detta della società, “rimane circoscritto solo nei pressi dei due pozzetti“.
Ovviamente non poteva essere così e chi lo ha detto sapeva di affermare cose incredibili. Ma anche chi ha creduto alle parole incredibili ha rivelato solo una incredibile ingenuità.
La sorgente che è risultata inquinata da idrocarburi, oggetto dell’ordinanza sindacale citata, è ubicata circa 2 km a valle del Centro Oli.
La ricostruzione della circolazione idrogeologica nell’acquifero alluvionale su cui è ubicato il COVA evidenzia che il deflusso sotterraneo avviene verso il lago artificiale. Il cerchio rosso trasparente indicato nella figura allegata individua la zona dove è ubicata la sorgente inquinata.
Basta che i fluidi inquinanti di qualsiasi tipo percorrano alcune centinaia di metri per riversarsi nelle acque del bacino.
Tutto normale, niente di non prevedibile.
E’ evidente che le parole di coloro che hanno causato l’incidente e di coloro che credono a coloro che hanno causato l’incidente non convincono.
Quali sono le fonti inquinanti?
Oltre al Centro Oli quali sorgenti inquinanti sono sotto monitoraggio?
Che starà succedendo realmente attorno al lago artificiale?
Come sempre sarà difficile stabilire quali siano le sorgenti degli inquinanti se i controlli avvengono con “occhi dolci”.
Specialmente quando chi deve tutelare ambiente, acqua e salute non attua una ferrea prevenzione.