Il geologo prof. Franco Ortolani interviene sulla recente ordinanza emanata del Comune di Grumento Nova che vieta l’uso dell’acqua della sorgente “Guardemmauro”. Ecco quanto scrive sul suo profilo facebook:
Il Comune di Grumento Nova ha emanato recentemente una ordinanza vietando l’uso dell’acqua di una sorgente inquinata da dicloroetilene.
Tale sorgente si trova a valle dell’Area industriale di Viggiano.
Varie industrie si trovano nell’area industriale oltre al Centro Oli, a monte della sorgente inquinata.
Si ricorda che all’inizio del 2017 è avvenuto l’incidente rilevante al Centro Oli di Viggiano (val d’Agri, Basilicata) che, come ammesso da ENI, ha causato lo sversamento di 400 tonnellate di petrolio nel terreno.
Il 5 maggio 2017 Antonella Inciso così scrive su la Gazzetta del Mezzogiorno.it “Quattrocento tonnellate di petrolio si sono sversate nei terreni dentro e fuori il Centro oli dal mese di agosto dello scorso anno. E a causarle non è stato il serbatoio A del Cova di Viggiano, come emerso fino ad oggi, ma quello D. L’Eni lo ha spiegato, ieri, al tavolo che il Governo ha convocato sulla questione inquinamento Cova.”
Alcuni mesi dopo funzionari dell’Eni hanno incontrato a Viggiano (Pz) i giornalisti delle redazioni lucane per fare il punto sulle attività svolte nei due mesi di stop degli impianti. Il responsabile del coordinamento progetti Val d’Agri, Walter Rizzi, e la responsabile del Distretto meridionale Eni, Francesca Zarri, hanno evidenziato come “ad oggi non ci sia stata nessuna contaminazione oltre la fine della linea di drenaggio”, che “non c’è stata nessuna fuoriuscita di idrocarburi all’esterno dell’area industriale” e che sono state recuperate 300 tonnellate di idrocarburi delle 400 sversate.
Si ricorda che il Centro Oli si trova nell’area industriale di Viggiano nella quale si trovano varie altre attività produttive, circa 2 km a monte del bacino artificiale del Pertusillo che invasa circa 155 milioni di metri cubi di acqua usata un Puglia e Basilicata. Una rete fognaria adduce le acque di scarico industriale ad un impianto ubicato all’estremità sudoccidentale dell’area; le acque poi sono immesse in alveo tramite il quale si riversano nel bacino artificiale.
Nella figura A sono individuati il Centro Oli ENI e l’impianto ASI nell’ambito dell’area industriale di Viggiano; con la lettera C è pure schematicamente delimitata l’area (in viola trasparente) nella quale potrebbe essere avvenuta la dispersione di petrolio nel sottosuolo (circa 400 tonnellate come dichiarato da ENI). Il cerchietto rosso trasparente individua l’area sorgiva dove l’acqua è risultata inquinata da dicloroetilene secondo le analisi fino ad ora eseguite. Sono riportate le curve isopiezometriche tratte dallo studio eseguito per ARPAB (figura B).
Lo scrivente ha tracciato probabili percorsi delle acque sotterranee (frecce azzurre trasparenti) sulla base delle isopiezometriche citate che evidenziano il probabile deflusso di inquinanti provenienti dall’impianto ASI (1) e dal Centro Oli (2) e da eventuali altre attività produttive dell’area industriale.
La sorgente inquinata, sempre in base ai dati idrogeologici disponibili, appare sottocorrente rispetto alla parte orientale dell’Area Industriale dove si trova anche il Centro Oli e l’area inquinata dallo sversamento di 400 tonnellate di petrolio; come già detto altre attività produttive si trovano in questa zona.
In parole povere non si saprà mai da dove provenga l’inquinante ritrovato nell’acqua della sorgente a valle dell’area industriale e poche centinaia di metri a monte del bacino artificiale del Pertusillo.
Anche se, come ricorda la Prof. Colella di UNIBAS, “il dicloroetilene è stato trovato in concentrazioni superiori al limite di legge.nei piezometri (es. PZ1) del COVA nel gennaio 2017, quando è stato scoperto l’incidente”.
Una cosa è sicura che l’area industriale ed il Centro Oli sono stati ubicati sconsideratamente a monte dell’invaso del Pertusillo le cui acque costituiscono risorsa di importanza strategica nazionale ed insostituibili.
Che si aspetta a drenare e depurare tutte le acque di scarico provenienti dal territorio a monte dell’invaso per convogliarle tramite fognatura fino a valle del bacino del Pertusillo? E tra queste acque si consideri anche quella al petrolio erogata dalla sorgente a monte di Tramutola.
Quali sono le fonti inquinanti?
Oltre al Centro Oli quali potenziali sorgenti inquinanti sono sotto monitoraggio?
Che starà succedendo realmente attorno al lago artificiale?
E’ ora di smetterla di fare “occhi dolci” alle attività notoriamente inquinanti ubicate per di più nell’area epicentrale del disastroso terremoto del 1857 di magnitudo 7,0 che causò oltre 20.000 vittime.
Gli errori del passato recente sono rimediabili e chi deve tutelare ambiente, acqua e salute deve attuare una ferrea prevenzione.