Da Bucaletto alla rivitalizzazione dei centri storici sempre con le royalty del petrolio. Quel 3% che per quattro anni è arrivato nelle tasche dei lucani, alimentando il cosiddetto «bonus benzina», ora è confluito in unico fondo destinato a realizzare progetti sul territorio con finalità diverse: misure di sviluppo economico, di coesione sociale e social card. Dei 43,7 stati destinati a interventi di sviluppo economico, la Basilicata, con il beneplacito dei Ministeri dello Sviluppo econimico e dell’Economia e Finanze, ha previsto i destinarne una quota, pari a 4 milioni di euro, per incentivi in favore del sistema produttivo lucano, con l’istituzione di un fondo per il cofinanziamento di progetti strategici per il rilancio delle attività commerciali, soprattutto nei centri storici dei comuni lucani Uno stanziamento di 4 milioni di euro per «contrastare la crisi economica che ha avuto effetti devastanti sulle attività commerciali del territorio regionale, con ripercussioni più accentuali nei centri storici di tutti i comuni lucani». Lo spopolamento dei centri storici, infatti, è una delle grandi criticità della Regione per effetto delle trasformazioni intervenute, anche dopo la crisi economica, che hanno modificato in maniera sensibile i connotati demografici, sociali ed insediativi di molti comuni lucani costringendo la chiusura di molte attività commerciali. I centri storici hanno perso così la loro storica e secolare centralità.
GLI OBIETTIVI – È previsto il cofinanziamento di progetti strategici regionali, attraverso un avviso pubblico, finalizzati ai seguenti obiettivi: qualificazione dei luoghi del commercio con particolare riferimento ai centri storici, alle zone di degrado e ai centri commerciali naturali e sostegno e qualificazione delle aree mercatali; miglioramento dell’of – ferta integrata di servizi comuni commerciali, finalizzata ad un incremento di concorrenza a vantaggio dei consumatori e al conseguimento di economie di scala per le imprese. Le iniziative da includere nei progetti strategici devono essere in linea con le seguenti priorità: l’utilizzo della logica di distretto del terziario negli interventi di riqualificazione e rivitalizzazione del sistema distributivo; l’integrazione delle attività commerciali, turistiche e dei servizi e l’integrazione tra singole imprese; l’innovazione di processo, di prodotto ed organizzativa delle imprese del commercio, compreso il sostegno all’utilizzo del commercio elettronico (e-commerce); la riqualificazione dei mercati su aree pubbliche e lo sviluppo di centri commerciali; il rafforzamento e incentivazione della attività di tutoraggio, preparazione, formazione ed informazione a favore degli insediamenti imprenditoriali del commercio aventi caratteristiche innovative; l’agevolazione di investimenti finalizzati al risparmio energetico, alla sicurezza dei luoghi, l’abbattimento delle barriere architettoniche e il miglioramento dell’impatto ambientale.
I SOGGETTI BENEFICIARI – Possono essere soggetti pubblici o imprese. Se i progetti strategici prevedano interventi a favore di soggetti pubblici, gli stessi devono integrarsi con interventi di incentivazione alle imprese. Le misure di incentivazione alle imprese, nel rispetto della normativa comunitaria, nazionale e regionale, possono essere destinate a imprese che esercitano attività commerciali all’ingrosso e/o al dettaglio o di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, comprese le società cooperative di consumo; imprese e organismi fornitori di servizi; organismi associati, costituiti con prevalenza numerica tra le imprese commerciali che svolgono attività di gestione di servizi comuni per gli associati e che hanno operatività nei luoghi del commercio inseriti nei progetti strategici.
QUADRO ECONOMICO – Le agevolazioni a favore delle imprese commerciali potranno essere concesse sotto forma di contributo in conto capitale e/o conto interesse sull’importo delle spese ritenute ammissibili nel rispetto delle disposizioni contenute nei Regolamenti Ce in esenzione e in de minimis. La dotazione finanziaria del Pacchetto agevolativo a favore delle imprese artigiane è di 3,85 milioni di euro, le spese di monitoraggio, assistenza, gestione, verifiche in loco, rendicontazione sono pari a 150 mila euro (il 3% della dotazione finanziaria).
CRONOPROGRAMMA– L’iter istruttorio prevede che l’istituzione del fondo sia fatta entro il 31 luglio e la pubblicazione dell’av – viso/avvisi pubblici entro il 15 ottobre. I progetti strategici vanno presentati entro il 15 dicembre. I beneficiari saranno individuati entro il 31 marzo 2019. L’emanazione dei provvedimenti di concessione avverrà entro il 30 settembre 2019 (data ultimo provvedimento). Il termine ultimo per la conclusione dei programmi di investimento da parte dei beneficiari è fissato al 31 agosto 2021, entro 24 mesi al massimo dalla data di adozione del provvedimento di concessione. La chiusura dell’operazione entro il 31 gennaio 2022 con l’avvenuto pagamento del saldo finale ai soggetti beneficiari.
VALUTAZIONE IMPATTO -Il risultato atteso è di 100 attività commerciali da finanziare e 100 posti di lavoro minimo (almeno uno per ciascuna attività commerciale agevolata) salvaguardati e creati a seguito dei progetti realizzati. Quanto al numero di imprese commerciali che hanno introdotto innovazione di prodotto, processo e servizi il risultato atteso è di 50 imprese in più rispetto al valore Istat 2012 pari a 253.
FONTE: LUIGIA IERACE – LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO