«Non posso dire niente, mi dispiace». L’anatomopatologo Adamo Maiese non ha voluto sbilanciarsi al termine dell’autopsia sul cadavere del ventiseienne Giuseppe Sansanelli, scomparso il 23 dicembre a Sant’Arcangelo e ritrovato senza vita mercoledì scorso in fondo ad un pozzo in una campagna vicino al paese. «Dobbiamo fare le analisi e le indagini istologiche e tossicologiche. Altro non posso aggiungere», ha detto il medico. L’esame autoptico è stato eseguito ieri mattina nell’ospedale di Lagonegro. Maiese, che ha eseguito tutti i prelievi necessari per le ulteriori indagini, dovrà consegnare la sua relazione tecnica entro 60 giorni. Nel frattempo, mentre era in corso l’autopsia, in Procura veniva sentito Alberto Titolo, titolare dell’azienda agricola e dei terreni dove si trova il pozzo in fondo al quale è stato trovato Sansanelli. L’uomo, a cui non sarebbe stato chiesto di presentarsi con un avvocato, è stato sentito come persona informata sui fatti dal pubblico ministero di Lagonegro che si occupa del caso, Rosella Colella, e dalla polizia giudiziaria.
Al termine dell’interrogatorio, Titolo non ha voluto rilasciare dichiarazioni: «Cercate di capirmi – ha detto – sono troppo stanco e scosso per quello che è successo». La morte di Giuseppe Sansanelli è un vero e proprio giallo. Il ventiseienne è stato trovato completamente nudo in fondo al pozzo e i suoi abiti non si trovano. Una stranezza nell’ipotesi di un gesto autolesionistico. Il ragazzo viveva da molti anni a Castel San Pietro, in provincia di Bologna, ma era nativo di Sant’Arcangelo dove era ritornato lo scorso 21 dicembre per andare a trovare i parenti in occasione delle festività natalizie. La mattina del 23 dicembre decide di uscire presto dalla casa dei nonni e da allora nessuno avrà più sue notizie. Ai nonni aveva detto chevoleva andarea fare jogging per qualche ora, come suo solito, ma a casa non era più tornato. Giuseppe amava fare lunghe passeggiate a piedi ed era anche appassionato di arrampicata. Dopo l’allarme lanciato dai familiari sono iniziate le ricerche e del caso si è occupata anche la trasmissione televisiva «Chi l’ha visto?». Il pozzo dove è stato trovato Giuseppe è coperto e profondo tre metri. L’apertura per prelevare l’acqua non è chiusa con un lucchetto. Una vita difficile quella di Sansanelli, culminata con una fine tragica.
FONTE: PINO PERCIANTE – LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO